L’Unità ha pubblicato un lungo e impegnativo articolo di Achille Occhetto, nel quale l’ex leader del Pci e dei Ds lamenta che le forze riformiste, di fronte alla crisi della globalizzazione finanziaria, non stiano lavorando a trovare le risposte adeguate, cioè non stiano battendosi insieme per un’Europa politica, per una globalizzazione democratica (“E’ l’ora dell’unità politica dell’Europa. Le forze di sinistra ripartano da qui”). Carlo Bastasin, sul Sole 24 ore, scrive che forse Trump, e con lui Putin, si stanno rivelando un fattore decisivo per la maturazione dell’Unione europea (“Se Trump e Putin riescono a compattare l’Europa”). Anche Bill Emmott su La Stampa vede dei segnali positivi nella crescita dei consensi a Macron in Francia e nella candidatura di Schulz in Germania (“Se cambia il vento in Europa”). Tonia Mastrobuoni scrive sul leader socialista tedesco: “La corsa record di Schulz. ‘Vi spiego io i rischi dell’Europa a due velocità’” (Repubblica). Su Schulz scrive anche Angelo Bolaffi: “Il vento tedesco del cambiamento” (Repubblica). Giorgio Napolitano scrive anch’egli che la vittoria di Trump e la Brexit spingono i paesi membri dell’Unione ad accettare nuovi trasferimenti di sovranità dal livello nazionale al livello europeo (“L’opportunità dell’Italia nell’Unione”). Il Foglio pubblica un ampio intervento di Stefano Ceccanti ad una tavola rotonda de La Civiltà cattolica: “L’Europa davanti al bivio tra la doppia velocità e la deriva sovranista”. Sul Corriere Ernesto Galli Della Loggia critica l’Europa per la sua rinuncia ai propri valori culturali (“Perché l’Europa è senza identità”).