12 Luglio 2016
by Vittorio Sammarco
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Cattolici democratici, non per forza moderati… A proposito di un convegno a Orvieto

12 Luglio 2016
di Vittorio Sammarco

 

Testo e contesto. Spesso è nella visione dell’insieme che nascono idee e suggestioni. Come quelle suggerite dall’intervista all’on. Giuseppe Fioroni pubblicata sull’Unità di domenica 10 luglio, a seguito del convegno su “L’impegno dei cattolici democratici nella politica di oggi fra solidarietà e legalità”, tenutosi pochi giorni prima (titolo dell’Unità: “In mille a Orvieto. Fioroni: ‘Al Pd servono i moderati’”).

Contesto: il titolo dà ampia eco a più di mille partecipanti (che di questi tempi è un’enormità, quando in convegni, al massimo, si ritrovano qualche centinaio di ben disposti), definiti nel corso dell’articolo Cattolici democratici (con la C maiuscola, come se fosse una corrente organizzata). E afferenti al Pd, vista l’appartenenza politica del loro leader. E poi (ecco il testo) compaiono virgolettate le conclusioni del convegno: a dire dell’onorevole Fioroni “Al Pd servono i moderati”. Ergo: eccoli i moderati che servono, sono i Cattolici democratici, i quali, nella scheda a corredo dell’intervista, vengono presentati ai lettori della storica testata della sinistra italiana sotto un titolino che dice e più volte ripete: “Siamo quelli che…” (e l’incipit della scheda è addirittura: “Ci riconosceranno perché …”); a seguire il decalogo degli obiettivi politici e culturali dei suddetti Cattolici democratici.

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21 Giugno 2016
by Giampiero Forcesi
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«Lezioni» amministrative

21 Giugno 2016
di Guido Formigoni

 

E’ senz’altro difficile considerare in termini generali le lezioni politiche ricavabili dall’esito dell’importante votazione amministrativa dell’ultima tornata, per una serie di motivi credo comprensibili. Certo è un voto locale, come si è ben guardato di ripetere il presidente del Consiglio, sottraendosi in parte a una situazione difficile. Molto di più, è stato un voto condizionato da una notevole serie di liste civiche e di sigle curiose ed estemporanee, frutto in parte di una comprensibile dinamica locale della partecipazione, ma forse anche parzialmente dovuto a una sorta di operazione di camuffamento della classe politica, a fronte dei chiari di luna critici dilaganti nell’opinione pubblica. C’è poi il discorso ancor più complesso di valutare quanto siano pesati i singoli candidati presentati, che a volte hanno fatto la differenza, sia nel bene che nel male. L’aumento notevole dell’astensionismo è poi un ulteriore punto interrogativo: da dove viene questa tendenza?

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2 Giugno 2016
by Giampiero Forcesi
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Proprio in tempi difficili, difendo sia la critica che il costituzionalismo

2 Giugno 2016
di Guido Formigoni

 

Il nuovo intervento di Sandro Antoniazzi solleva problemi che meritano una riflessione ulteriore, al di là dei dettagli e di una personalizzazione del dibattito che (per quanto mi riguarda) si fermerà qui. Si tratta di due punti.

Il primo è la concezione del referendum come battaglia politica. I 57 costituzionalisti hanno fatto un documento per il no, quindi non è importante quello che dicono. Le opposizioni sono all’attacco. La minoranza dem è infida e vuole solo affermare il proprio potere di veto. Chissà cosa può succedere se il no vince. La frase cruciale è: «Personalmente ritengo, guardando cosa sta succedendo in Europa e ora anche in America, che sia bene sostenere l’attuale governo; non vedo soluzioni migliori e ritengo che non sia bene scherzare a  riguardo coi problemi che ci ritroviamo». Siamo nei tempi dell’atomica, quindi usiamo l’atomica. Non c’è particolare scelta, anzi: silenzio e avanti. Io ritengo invece, non da oggi, che questo modo di pensare sollevi un problema decisivo.

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1 Giugno 2016
by Giampiero Forcesi
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Sono in gioco questioni rilevanti e decisive

1 Giugno 2016
di Sandro Antoniazzi

 

Si riaccende il dibattito, all’interno della rete c3dem, intorno al referendum sulla riforma costituzionale …

 

Sono debitore di una risposta all’amico Guido Formigoni e mi permetto di esplicitare il mio dissenso, perché non sono in gioco considerazioni particolari e di merito su una proposta di riforma costituzionale, ma problemi politici e di concezioni di fondo, che ritengo del massimo rilievo (vedi qui il precedente articolo di Sandro Antoniazzi e il commento di Guido Formigoni, ndr).

Innanzitutto è doveroso rispondere alle quattro questioni sollevate da Guido.

  1. Sul primo problema, devo riconoscere che sono stato sbrigativo a parlare di una posizione dell’Ulivo favorevole all’abolizione del Senato. Sono andato a memoria e qualche volta la memoria tradisce. La proposta dell’Ulivo era la Camera delle Regioni, che però aveva competenza solo sulle questioni regionali e non era elettiva. Ritengo  che a questa posizione sia più vicina la proposta del governo che non le posizioni della minoranza Dem
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29 Maggio 2016
by Giampiero Forcesi
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I media e il referendum di ottobre

29 Maggio 2016
di Vittorio Sammarco

 

Nella rete c3dem, sul dibattito intorno al referendum di ottobre, i pareri sono differenziati, come si è visto anche da precedenti interventi e commenti. In questo “30righe”, dunque, l’autore, che è coordinatore della rete, interviene a titolo personale

 

La tensione per il referendum sulla Legge di riforma costituzionale è destinata a crescere. E forse sarà alta anche dopo l’esito referendario. E’ auspicabile, comunque, che non solo si cerchi di abbassare i toni, ma si tenti, tutti, un’operazione di sana ragionevolezza che spinga sempre di più a discutere con pacatezza sul merito delle questioni.

Inoltre, elemento nient’affatto secondario, sulla veridicità delle dichiarazioni fatte dai protagonisti del dibattito è necessaria maggiore prudenza. E’ un punto che riguarda soprattutto noi giornalisti e mediatori. Il potere d’influenzare, in modo diretto o indiretto, se ne prenda coscienza, è enorme

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