Il documento sulle riforme costituzionali sottoscritto da 56 costituzionalisti che si conclude con un no chiaro ma sereno alla riforma Boschi si segnala per due ragioni. La prima: la qualità e la quantità delle firme. Vi figura indiscutibilmente il meglio della nostra cultura costituzionalista. Quasi tutti ex giudici della Consulta. Undici presidenti emeriti di essa. Molti di loro avevano già espresso pubblicamente le loro riserve, più o meno marcate, lungo l’iter parlamentare della riforma. Sarebbe stato saggio dare loro ascolto, anziché fare grossolana ironia sui professoroni. Il contributo di competenza e di esperienza di studiosi e operatori del diritto di quel livello meritava ben altra attenzione nel mentre ci si applicava a riscrivere un terzo della nostra Carta fondamentale.