16 Dicembre 2012
by Vittorio Sammarco
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Scola e la laicità dello stato

16 Dicembre 2012
di Franco Monaco

Merita di essere letto e approfondito il discorso alla città pronunciato dal cardinale Angelo Scola in occasione della festività di Sant’Ambrogio centrato sul rapporto tra libertà religiosa e laicità dello Stato. Procedo schematicamente con qualche rilievo.

1.         Scola si situa utilmente lungo una linea di riflessione, che non è di oggi, tesa a rilevare i limiti della concezione della laicità dello Stato di stampo illuministico di tradizione francese, una sorta di religione repubblicana, in verità in via di superamento anche oltre le Alpi, per accedere a una concezione della laicità cosiddetta positiva o dell’incontro che riconosce e valorizza il contributo delle confessioni religiose alla qualità etica della vita civile.

2.         Sotto questo profilo, si può sostenere che, se lo Stato ha da essere laico, laica non è però la società, in quanto abitata da una pluralità di formazioni sociali, culturali e religiose. Non un vuoto, ma una molteplicità di soggetti della cui libertà lo Stato si fa garante.

3.         Scola confuta l’idea della neutralità dello Stato rispetto alle confessioni religiose. Non mi è chiara la motivazione. Personalmente sosterrei piuttosto l’incompetenza dello Stato in tema di verità religiosa (come della verità scientifica, artistica, ecc.).

4.         La cura che lo Stato deve avere per la religione, come afferma la “Dignitatis Humanae”,   altro non è che la cura per la libertà religiosa (naturalmente in senso pieno, compresa la sua proiezione pubblica), cioè per le condizioni giuridiche e sociali necessarie al suo esercizio. Naturalmente entro il limite dell’ordine pubblico.

5.         Non mi convince la tesi secondo la quale lo Stato italiano indulgerebbe a una visione secolarista delle

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10 Dicembre 2012
by Vittorio Sammarco
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Più uguaglianza sociale, più sviluppo. Un saggio di Pierre Carniti

10 Dicembre 2012
di Nicola Cacace

Il 9 dicembre al salone della piccola editoria è stato presentato il libro “Dove stiamo andando? Democrazia e lavoro nell’età dell’incertezza” di Pierre Carniti, con prefazione di Gad Lerner, curato da Vittorio Sammarco per Altrimediaedizioni. Questo l’intervento di uno dei recensori

 Carniti non è solo un “sindacalista d’assalto”, come lo definisce Gad Lerner nella prefazione, ma è anche un politico con grandi conoscenze dei cambiamenti in atto. Come sottolinea Vittorio Sammarco nella introduzione, “per affrontare i nuovi problemi con qualche probabilità di successo servirebbe una cultura politica che non può non nascere dall’analisi dei numeri, dei dati, delle informazioni, a cui Carniti non manca mai di riferirsi”. Conoscendo Pierre da decenni, entrambi gli apprezzamenti non mi hanno sorpreso. Purtroppo, pochi politici e sindacalisti nostrani si dotano delle conoscenze necessarie per capire i grandi cambiamenti in atto.

Nel saggio si descrivono con chiarezza gli effetti che questi cambiamenti – globalizzazione, tecnologie, iperfinanzirizzazione – hanno avuto e stanno avendo sul lavoro e sulla condizione umana in generale. Questi fenomeni,

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6 Dicembre 2012
by Vittorio Sammarco
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La questione vera del caso Sallusti

6 Dicembre 2012
di Guido Formigoni

 

Il caso Sallusti sta prendendo una piega incredibile. Il direttore del «Giornale» si atteggia a perseguitato. La sua querula compagna parla di famiglia condannata. I suoi sostenitori politici montano la solita gazzarra contro la magistratura politicizzata. Il Quirinale fa sapere che Napolitano sta seguendo il caso, ventilando quindi l’ipotesi della grazia. Che però non verrà orgogliosamente chiesta dal soggetto o dai parenti: dovrebbe essere l’Ordine dei giornalisti a chiederla, secondo loro! La votazione della legge di riforma in Senato che ha inopinatamente reintrodotto l’ipotesi del carcere per la diffamazione è stata presa da tutta la stampa come una vendetta della «casta» contro i giornalisti. Insomma, tutto congiura a spostare l’attenzione da quello che dovrebbe essere il centro del problema. E cioè

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28 Novembre 2012
by Vittorio Sammarco
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Primarie / 2. E adesso costruire una democrazia basata sulla partecipazione

28 Novembre 2012
di Angelo Bertani

Le primarie del Pd hanno offerto certamente una bella prova di democrazia e di partecipazione. In molti luoghi è stata come una festa per il numero dei partecipanti, il clima di amicizia e l’attenzione raccolta nella pubblica opinione e nei media. Non una resa dei conti, ma una ricerca di interlocutori; un ascoltarsi reciproco, un gareggiare affinchè “vinca il migliore”, cioè colui nel quale in questo momento l’opinione pubblica dei simpatizzanti e dei militanti ripone maggiore fiducia e “speranza di farcela” per aiutare il paese ad uscire dalle difficoltà.

Lo scenario in cui si sono svolte le primarie, infatti, non è quello di una lotta interna al palazzo per impadronirsi delle chiavi della cassaforte. Si tratta piuttosto di un sondaggio larghissimo e aperto (più di tre milioni di persone!) per capire e quindi decidere come affrontare al meglio la crisi del paese: con quali guide, quali idee e immagine.

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27 Novembre 2012
by Vittorio Sammarco
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PRIMARIE/ 1. Un successo. Estendiamole ai parlamentari e ai programmi politici

27 Novembre 2012
di Vittorio Sammarco

Le primarie del centrosinistra sono state un grande momento di democrazia. Lo sono ancora, perché il secondo turno è importante e decisivo per le sorti di tutta l’operazione. Quindi una certa sospensione di giudizio non guasterebbe. Eppure il commento che si può fare a caldo non può non tenere conto dell’alta e ordinata affluenza ai seggi, del rilevante risultato di Matteo Renzi e della risposta positiva che, nonostante alcune inevitabili tensioni, tutti i candidati stanno avendo nei confronti degli avversari vincenti. Smentendo così pericolosi strascichi post-elettorali.

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