MOSAICO DI PACE, SPIRITO E VITA, KOINONIA: crisi, vita consacrata, Concilio Vaticano II

| 0 comments

Poco più di vent’anni fa, l’11 dicembre 1992, 500 persone disarmate e coraggiose, dopo una marcia di cinque  giorni entrarono in Sarajevo assediata tra i fuochi e le paure, per rompere il blocco e portare un segno di solidarietà e di amicizia. Tra loro c’era don Tonino Bello che sul suo “Diario di Sarajevo” scriveva: “…sento una grande voglia di piangere. Tenerezza, rimorso e percezione del poco che si è potuto seminare e della lunga strada che rimane da compiere… Attecchirà davvero la semente della non violenza? Sarà davvero questa la strategia di domani? È possibile cambiare il mondo col gesto semplice dei disarmati?.Fino a quando questa cultura della nonviolenza rimarrà subalterna?.Ma in questa guerra allucinante, chi ha veramente torto e chi ha ragione? E qual è il tasso delle nostre colpe di esportatori di armi in questa delirante barbarie che si consuma sul popolo della Bosnia?  Sono troppo stanco per rispondere stasera. Per ora mi lascio cullare da una incontenibile speranza: le cose cambieranno, se i poveri lo vogliono”. Così su Mosaico di pace (dicembre 2012) Tonio Dell’Olio e Renato Sacco ricordano quel gesto straordinario; e lo spirito di don Tonino. Tutto il fascicolo della rivista è in realtà una provocazione, un esame di coscienza ed un aiuto ad uscire dalle pigrizie e dagli egoismi che soffocano la nostra coscienza ogni giorno di più. Nell’editoriale, intitolato “Ripartiamo” la redazione fa proprio lo spirito di Tonino Bello (indimenticabile vescovo di Molfetta e animatore di Pax Christi) e cita un brano straordinario e coraggioso che è contenuto nientemeno che in un famoso documento dei vescovi italiano pubblicato nell’ottobre 1981 e intitolato “La Chiesa italiana e le prospettive del Paese”. Lo riproponiamo qui di seguito perché è attualissimo; e lo offriamo alla lettura di laici e vescovi, credenti e non credenti auspicando un ampio, collettivo, sincero esame di coscienza. Ecco il brano: “Conosciamo la complessità dei problemi che al riguardo occorre affrontare. Ma, innanzitutto, bisogna decidere di ripartire dagli “ultimi”, che sono il segno drammatico della crisi attuale. Fino a quando non prenderemo atto del dramma di chi ancora chiede il riconoscimento effettivo della propria persona e della propria famiglia, non metteremo le premesse necessarie a un nuovo cambiamento sociale. Gli impegni prioritari sono quelli che riguardano la gente tuttora priva dell’essenziale: la salute, la casa, il lavoro, il salario familiare, l’accesso alla cultura, la partecipazione. Bisogna, inoltre, esaminare seriamente le situazioni degli emarginati, che il nostro sistema di vita ignora e perfino coltiva: dagli anziani agli handicappati, dai tossicodipendenti ai dimessi dalle carceri o dagli ospedali psichiatrici. Perché cresce ancora la folla di “nuovi poveri”? Perché a una emarginazione clamorosa risponde così poco la società attuale? Le situazioni accennate devono entrare nel quadro dei programmi delle amministrazioni civiche, delle forze politiche e sociali che, garantendo spazio alla libera iniziativa e valorizzando i corpi intermedi, coinvolgano la responsabilità dell’intero paese sulle nuove necessità”. Commenta la redazione di Mosaico di pace: “Sembrano parole scritte per la crisi di oggi e invece risalgono a più di trent’anni fa… anche oggi la Chiesa rischia di farsi distrarre, nonostante la crisi di sistema sia una delle peggiori che la storia registri, non solo in Italia….”.

Mentre su giornali e riviste “laici” si legge spesso una sorta di allarme di fronte alle novità che sono in mezzo a noi e a quelle che si annunciano, può far piacere ed essere istruttivo leggere certe “rivistine” religiose (come Spirito e vita e Consacrazione e servizio), magari indirizzate alle suore e specialmente alle contemplative. Lì si leggono spesso diagnosi lucide e parole incoraggianti, fiduciose.

Sul fascicolo di novembre di Spirito e vita, ad esempio c’è un editoriale che incoraggia vivere con serenità anche la “fragilità del carisma”. Fin dalle prime righe ammette: “Il carisma di molte Congregazioni sembra faticare ad avere risonanza nella Chiesa, le case di riposo per suore anziane si moltiplicano. L’attesa di una nuova primavera sembra prolungarsi… Eppure l’esperienza di vita consacrata di religiosi e religiose benché difficile appare sempre più originale e preziosa; e scopre vie e ricchezze nuove. Certo non basta la nostalgia del passato né la ripetizione stanca di formule antiche. Bisogna  leggere con attenzione i segni dei tempi, i germi di cose nuove (anche se magari sorprendenti) e riscoprire i Doni della parola di Dio e della Parola dello Spirito attraverso il Concilio. Alla fine avremo forse delle sorprese e scopriremo quanto siano “semprevivi” certi carismi, certe intuizioni e valori profondi. Solo che, anziché esprimersi come noi prevediamo … qualche volta sono imprevedibili e ci mettono dinnanzi al nuovo, al nuovissimo, all’imprevedibile…

Anche Koinonia  (una piccola rivista mensile stampata in casa in un monastero domenicano a Pistoia) col numero di dicembre ha voluto regalare ai suoi lettori un disegno del Natale assai simpatico e non propriamente conformista. Ci sono angeli che dal cielo fanno cadere latte e miele sulla grotta di Betlemme; c’è un bue che lecca scalda col fiato il bambinello, una quantità di angeli, pastorelli ed animali assai poco compunti, un leone e un agnello a braccetto, e tutti molto vivaci e gioiosi. L’autore è un autorevole giornalista e studioso, Renato Scianò.

Sul fascicolo di Koinonia di cui parliamo c’è in copertina un altro disegno di Scianò con un Bambinello tra il bue e l’asino che riceve il saluto di papa Giovanni che gli annuncia il Concilio Vaticano II che papa Giovanni pensò proprio come un “messaggio al mondo”, messaggio di novità e di gioia. Anche Koinonia, infatti, è una di quelle riviste molto semplici nella veste e poco presuntuose nel “tono” culturale; ma in realtà ricchissime di intelligenza e soprattutto di spirito. Nelle sue pagine (anche di questo fascicolo di dicembre) s’incontrano testi e intuizioni di Papa Giovanni, di Paolo Giuntella, di Paolo Ricca, di padre Simoni, di Massimo Toschi, Piero Stefani, Giancarla Codrignani, Carlo Martini, Aldo Tarquini, Bruno d’Avanzo. Per chi non conosce la rivista mi permetto di segnalare l’indirizzo per poterne avere, ad esempio, una copia saggio: Piazza S.Domenico, 1 – 51100 Pistoia – email: koinoni@tin.it.

Lascia un commento

Required fields are marked *.