Riforma del sistema elettorale. Una proposta

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Formuliamo una proposta compatibile con i pilastri portanti del testo approvato dalla Camera (impianto proporzionale; premio di maggioranza, subito o con turno di ballottaggio; soglie di esclusione). In pratica formuliamo una alternativa  realistica (e  parziale) alle liste “bloccate”, consapevoli che, pur essendo corte, evidenziabili direttamente nella scheda elettorale, non sarebbero all’altezza della censura popolare del “parlamento dei nominati” (dall’alto).

Il problema come lo vediamo noi sta in questi termini: non si tratta di dare un potere di scelta all’elettore isolato di fronte ai candidati (la preferenza = una relazione di “scambio” inevitabilmente ineguale e dunque facilmente corruttibile), ma di investire, ai fini della scelta dei parlamentari, sul pluralismo, il confronto e la partecipazione dei territori, sacrificati sin qui dall’onnipotenza dei nostri partiti burocratici e centralizzati.

Come noto, in Germania nella stessa scheda viene chiesto agli elettori di esprimere due voti, il primo voto (Erststimme) a candidati di partito o indipendenti in collegi uninominali maggioritari, il secondo voto (Zweitstimme) a liste bloccate di partito. La funzione cruciale del secondo voto è però quella (come da noi) di determinare il numero di seggi da attribuire ai singoli partiti in proporzione ai voti conseguiti. Stabilito quanto spetta a ciascun partito, hanno la precedenza gli eletti di partito nei collegi uninominali e, per la differenza, si ricorre ai candidati delle liste bloccate.

Noi proponiamo di introdurre in Italia il primo voto tedesco (Erststimme), ciò per eleggere una quota di parlamentari variabile da un terzo alla metà dei seggi della Camera dei Deputati. Si pensi: un solo seggio in palio, chi ottiene la maggioranza dei voti (anche relativa) conquista l’intera posta in palio, i candidati che si confrontano saranno generalmente collegati a un partito ma potranno anche essere candidati indipendenti (potranno essere espressione di particolarismi locali, ma anche di un dissenso politico rispetto alla linea ufficiale del loro partito!).

Il secondo voto (Zweitstimme, a liste bloccate di partito) continuerebbe a determinare i seggi  da riconoscere ai singoli partiti in proporzione ai voti conseguiti, integrando gli eletti  nei collegi uninominali con quelli di lista.

La disciplina concernente gli eventuali “mandati in eccesso” (gli eletti nei collegi uninominali in numero superiore a quello definito col secondo voto) dovrebbe comunque garantire il seggio agli eletti indipendenti, anche a diminuzione degli eletti dei partiti. A differenza dalla Germania, i candidati nei collegi uninominali non dovrebbero poter essere candidati anche nelle liste bloccate, ciò per rispettare e valorizzare il dinamismo competitivo del primo voto (chi partecipa alla gara del collegio uninominale, se perde, perde, non può essere recuperato dal secondo voto).

I collegi uninominali potrebbero essere ritagliati all’interno della base di norma provinciale dei collegi plurinominali della proposta approvata dalla Camera dei Deputati.

 Istituto De Gasperi di Bologna

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