Martedì 12 giugno è cominciata in aula al Senato la discussione generale sulla riforma costituzionale. Raniero La Valle ha scritto, l’11 giugno, una nota sul sito web ideesocietàcivile.it in cui richiama le obiezioni contenute nella lettera dei dodici giuristi pubblicata il 1 giugno 2012 su “Repubblica” (e vedi su c3dem). Stefano Ceccanti, nel suo blog, torna a esprimesri a favore della riforma e anche a favore della proposta sul semipresidenzialismo. Ma nel Pd le posizioni sono molto differenziate, come dimostra un ampio servizio de “il Foglio” del 12 giugno. La Valle ricorda che nella seduta del 7 giugno “sono state respinte tutte le questioni sospensive, volte a interrompere l’iter della riforma, presentate dall’Italia dei Valori, dalla Lega e dai radicali, il che significa che la maggioranza non vuole desistere dal suo proposito di cambiare la Costituzione”. Egli concorda con il sen. Li Gotti (IDV), secondo cui “l’ipotizzata riforma, mettendo il primo ministro al vertice dell’ordinamento, travolgerebbe il sistema armonico in cui la Costituzione pone i poteri dello Stato. Infatti dopo l’enunciazione dei principi e diritti fondamentali la Carta mette al primo posto il Parlamento, al secondo il presidente della Repubblica, al terzo il governo, al quarto la magistratura, segno inconfondibile della scelta a favore di una democrazia parlamentare. La modifica di quest’ordine, con la sovrapposizione del primo ministro al Parlamento, cambia l’intero sistema e corrisponde a un’altra idea di democrazia”.
Il dibattito parlamentare si è fatto ora più confuso – nota La Valle – perché alle modifiche già concordate dai partiti della coalizione di governo, e alle intese preannunciate sulla legge elettorale, si sono aggiunti gli emendamenti presentati dal partito di Berlusconi per la trasformazione dell’Italia in una Repubblica presidenziale”.
Testo integrale in: http://www.ideesocietacivile.it/politica-e-societa/informazione-sulla-riforma-costituzionale-al-senato/6113/ Stefano Ceccanti, nel suo blog, il 12 giugno, informa che “all’Assemblea di gruppo di stamani insieme ai colleghi Giaretta, Morando, Negri, Procacci, Tonini, ho sostenuto la tesi che la scelta per la forma di governo semipresidenziale, abbinata al doppio turno di collegio e a una legeg incisiva sul conflitto di interessi del Presidente eletto, non potesse essere respinta come soluzione irragionevole, visto l’attuale contesto politico”. E aggiunge: “Domani, prima del voto di Aula sugli emendamenti relativi, abbiamo chiesto che il gruppo si pronunci formalmente con un voto. Visto che non
abbiamo una concezione individualistica della politica, accetteremo democraticamente il verdetto della maggioranza interna, come si fa nei gruppi parlamentari di una democrazia normale.
Valuteremo poi insieme cosa fare in seguito al voto d’aula. Non sappiamo l’esito, l’unica cosa è chiara è che il risultato, a causa della divaricazione tra Pd e Pdl, è in mano alla scelta della Lega e questa non è una buona notizia”.
“Il Foglio” del 12 giugno pubblica un ampio resoconto sulle posizioni interne al Pd: “Il voto sul semipresidenzialismo
divide il Quirinale, e se il Pdl convince la Lega sono guai per il Pd” http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=1G5OPI