Uno scisma strisciante

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La sensazione è che, in conseguenza dello scoppio della questione profughi, sia in atto una sorta di scisma strisciante tra la Chiesa di cui Salvini si sente in ogni caso devoto fedele e quella di Papa Francesco. Del resto, un esponente non di infimo livello della Lega Nord ha pubblicamente dichiarato, nei giorni scorsi, di non riconoscersi, da cattolico, nell’attuale “vescovo di Roma”.  Il problema, mi pare, è che ai buoni cristiani “padani” piace, evidentemente, una Chiesa che sia innanzitutto, in qualche misura, in sintonia con la loro idea di ‘Dio, Patria e Famiglia’. Questo era in verità lo slogan in voga ai tempi del “fascio”, lo sappiamo, ma non è facile negare il fatto che i leghisti l’hanno, in un certo qual senso, fatto proprio. Certo, aggiornandolo: nel senso, cioè, che va bene pure se la “famiglia” non è soltanto la prima, ma anche, magari, la seconda, e così via. E che la “patria” è importante che sia, se non quella del proprio cortile o poco più, una patria molto “locale” (quella dell’identità padana). Quanto a Dio, qui non c’è, invece, un aggiornamento, ahimé. C’è, anzi, una sorta di regressione: va bene, cioè, il Dio dell’Antico Testamento, quello che ha scelto ed “eletto” un popolo preciso, separandolo dagli altri, e che per difenderlo ha usato tutti i mezzi, compreso anche (ma questa è ovviamente una lettura letterale e quindi impropria della Bibbia) il  massacro dei suoi “nemici”. E pare che gli immigrati, i profughi, siano i nemici di oggi. Quelli che vengono, al minimo, per portarci via “la roba”. Poco importa se, a proposito di religione ebraico-cristiana, dopo l’Antico è stato scritto, in verità, il “Nuovo” Testamento, che narra di tal Gesù Cristo, il quale, a compimento dello stesso Testamento Antico, è venuto a dirci, secondo la Rivelazione, che Dio ha una volontà di salvezza universale, riferita cioè a tutti i popoli, non soltanto a quello “eletto”.

Dunque, Salvini & C. disprezzano quella Chiesa – ottimamente rappresentata, oggi, da Papa Bergoglio – che dice di accogliere questo messaggio universale, e si appellano invece a un’altra Chiesa, quella, pur esistente, che ha tuttora bene in mente, innanzitutto, quali sono gli amici e quali i “nemici”, e che è dunque piuttosto disorientata nel registrare le aperture dell’attuale “romano pontefice”. Il quale disturba, magari, anche per certi suoi atteggiamenti anticonformisti, impensabili per chi ha tuttora in mente il sacro “Sommo pontefice”, appunto, portato in giro sulla “sedia gestatoria” da un nugolo di maschi nerboruti con indosso un costume sfarzoso. In questo senso mi vien da parlare, allora, di “scisma strisciante” in atto, tanto più considerando l’importanza della questione in gioco. 

Dopo di che, passando alla politica, è pacifico che la questione sbarchi è molto seria e fa, in una certa misura, paura a tutti. Non solo ai verdi padani, che ragionano quasi solo di pancia, ma anche a non pochi, più raffinati e razionali, “buonisti”. E che perciò è indispensabile e urgente una soluzione, che non può che essere decisa a livello di Istituzioni europee. O addirittura mondiali. Ora lo chiedono gli stessi “lumbard”, che pur hanno sempre avuto in uggia le organizzazioni sovranazionali.

La domanda, a questo punto, è, però: dopo aver fomentato le paure parlando alla pancia della gente, il signor Salvini, il quale vuole vincere le elezioni mandando a casa Renzi, è in grado di fare una proposta vera, realistica, concretizzabile a breve, per fronteggiare la situazione? Una proposta da vero uomo, se non di Stato, di governo? Perché, è ovvio, lo “aiutiamoli  a casa loro” non significa nulla, in questo momento. Perché il costruire duemila chilometri di mura all’ungherese attorno alle coste non è … sopportabile. Perché, infine, cannoneggiare i barconi carichi di migranti non lo consentirebbe, detto al “cristiano”, neppure il Dio del Vecchio (o Antico) Testamento, se minimamente attualizzato. Va da sè che se il Salvini trovasse davvero la soluzione migliore al problema, grave ed estremamente complesso, potrei pensare, per una volta almeno, di votarlo io stesso. 

Ma sto scherzando. Perché… il soggetto lo conosciamo bene, ormai.

 

Vincenzo Ortolina

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