Sergio Fabbrini sostiene che Renzi, nella manovra, non parte dalla sinistra per allargarsi verso il centro, ma definisce innanzitutto una prospettiva generale cui ricondurre interessi particolari (“Nella manovra il progetto ‘nazionale’ del premier”, Sole 24 Ore). Guido Tabellini critica i mancati tagli: “Il prezzo pagato al consenso ‘a breve’” (Sole 24 Ore). Così pure Mario Monti, “Il premier cerca il consenso, il, debito può attendere” (intervista al Corriere della Sera), e Massimo Bordignon, “Manovra, si doveva tagliare di più” (intervista a QN). Francesco Riccardi commenta: “Coraggio e furbizia” (Avvenire). Giulio Sapelli, “Ma le misure sono la fine dell’austerità” (Messaggero). Massimo Riva, “La quaresima archiviata” (Repubblica). Alberto Quadrio Curzio, “Il nuovo paradigma mette l’Europa sotto esame” (Sole 24 Ore). Fabrizio Forquet, “La scelta sacrosanta di sostenere la ripresa” (Sole 24 Ore). Pietro Reichlin, “Una scossa all’economia” (Unità). Giuseppe De Rita, “Le misure daranno una scossa alla ripresa” (intervista a La Stampa). Giuseppe Berta critica, però, la manovra perché priva di visione: “Una scommessa sui consumi ma senza una chiara direzione di marcia” (Secolo XIX). Mauro Calise replica e giustifica il premier: “Renzi nel ring dei grillini” (Il Mattino).