di Salvatore Vento
Da alcuni giorni a Genova la Fiom ha promosso manifestazioni piuttosto dure dei lavoratori dell’Ilva di Cornigliano: occupazione della fabbrica, blocco della sopraelevata (che collega il ponente cittadino col centro città), blocco dell’accesso e dell’uscita del casello autostradale, incendio di copertoni di automobili per produrre fiammate visibili, manifestazioni davanti alla prefettura, sciopero di tutti i metalmeccanici. La motivazione principale è la non fiducia nei confronti di un incontro istituzionale programmato per il 4 febbraio che, secondo la Fiom, non prevederebbe la partecipazione del rappresentante del governo.
Dall’incontro in Prefettura, i rappresentanti degli operai hanno avuto l’assicurazione che il 4 febbraio parteciperà la sottosegretaria allo Sviluppo Economico, Simona Vicari! Due notti trascorsi nella fabbrica occupata, tre giorni di manifestazioni per garantirsi la presenza di un sottosegretario! Non poteva bastare una telefonata del Sindaco, del Presidente della Regione o del Prefetto?
Si ripropone, ancora una volta, un film già visto (tipico delle ristrutturazioni degli anni ’80): le legittime paure dei lavoratori di una fabbrica vengono fatte pagare da altri lavoratori che, col blocco del traffico, non si sono potuti recare nei loro posti di lavoro, oltre che all’ovvio disagio di tutta la cittadinanza.
Si ripropone, ancora una volta, l’idea che di fronte ad una vertenza nazionale sul destino della siderurgia italiana, si possa rispondere con la radicalizzazione dello scontro in una sola fabbrica, o individuando quale nemico il governo (“che vorrebbe vendere al buio l’intera Ilva”), quando la più elementare logica sindacale punterebbe ad azioni unitarie tra tutte le fabbriche coinvolte, tra tutti i sindacati e tra questi e le istituzioni.
Il sindaco Marco Doria ha detto chiaramente che si adopererà in prima persona nel trovare soluzioni positive durante l’incontro già fissato e che considera ingiustificata la lotta “anticipata” di una sola sigla sindacale, prima di valutare il risultato della riunione del “tavolo istituzionale” concordato con tutte le parti interessate.
30 Gennaio 2016 at 14:51
Credo abbia ragione chi ha scritto che quanto è successo a Genova altro non era che il sintomo di quanto fosse fuori controllo degli stessi organizzatori una lotta promossa della sola FIOM. Se poi si considera la ragione di questa lotta rispetto al futuro dell’ILVA c’è di che essere sconcertati.