LE RAGIONI DEL SÌ E LE PERPLESSITÀ SUL NO CONTESTATE DA RANIERO LA VALLE

| 1 Comment

Per iniziativa di una serie di gruppi e associazioni, tra cui l’Azione cattolica diocesana e Paideia, si è tenuto lo scorso 7 novembre a Salerno un incontro sul referendum costituzionale: “Le ragioni del Sì, le ragioni del No e quelle del dubbio”. Alfonso Conte, docente di Storia contemporanea all’Università di Salerno, portatore dei tanti dubbi ma anche orientato a votare Sì al referendum, ha intervistato Raniero La Valle, com’è noto fermo sostenitore del No. Pubblichiamo la trascrizione completa (e pressoché letterale) dell’ampia intervista (non rivista dai due protagonisti).

 

One Comment

  1. Non so come sia potuto accadere, o meglio lo so benissimo, che tutti i contendenti in campo hanno fatto di tutto per cambiarne le ragioni con il risultato che il referendum si presenta come l’occasione che coagula attorno al “no” tutto il malessere del Paese e le vendette politiche e personali, il che per la grande varietà delle posizioni che sul “no” si ritrovano non costituisce un’alternativa politica, mentre attorno al “sì” si addensano tutti gli atti di fede possibili sul presente e sul futuro del premier e del Governo, il che appare più come un atto fideistico che non la condivisione di una proposta politica. In ogni caso l’elevato grado di partigianeria che caratterizza entrambi gli schieramenti ha finora impedito di richiamare l’attenzione sul fatto che il giorno dopo il referendum, chiunque vinca, i problemi del Paese saranno gli stessi di prima e dovranno essere affrontati: economia, deficit di bilancio, povertà, disoccupazione, disuguaglianze, evasione fiscale, profughi, Europa, ecc. Per questa ragione mi auguro che chi vincerà il referendum lo vinca con il minimo scarto per non compromettere ulteriormente un clima già molto difficile e le soluzioni ai molti problemi del Paese che, certo, non hanno bisogno di crisi politiche e di Governo.
    Credo però vada dato atto a Giuliano Pisapia (vedi l’intervista pubblicata su La Repubblica del 18 novembre “Con il No paese instabile” e riportata su c3dem), che appartiene ad un mondo politico che non è il mio, essendo il mio quello degli apolidi politici mentre il suo è fortemente schierato per il “no”, di una grande autonomia e libertà di giudizio che merita rispetto e attenzione, soprattutto per quel che dice del quadro politico:
    – “Bisogna trovare la formula per costruire ponti. Mentre dappertutto – anche a casa nostra, anche all’interno della sinistra e del centrosinistra – si sono alzati i muri. Il mio è un appello quasi disperato: le forze della sinistra devono sentire il peso di una responsabilità storica come forse mai nei tempi recenti”.
    – “Nessuna apocalisse sia che vinca il No, sia che vinca il Sì. E mi sembra che siano ormai ben pochi quelli che paventano tale rischio. Io però non credo che, in caso di vittoria del No, avremmo un anno di tregua nel quale sarà possibile lavorare per riorganizzare il paese; vedo invece un Parlamento ancora più diviso, paralizzato e un periodo di instabilità politica che non farebbe bene al paese”.

    Personalmente sto con Pisapia.

Lascia un commento

Required fields are marked *.