Una legge elettorale dignitosa, come chiede il presidente, davvero non si potrà fare per i veti incrociati, come torna a dire Stefano Ceccanti (“Nodi senza soluzione”, Quotidiano nazionale)? Oppure è il Pd di Renzi che preferisce lo status quo, come sembrano pensare in molti? Ieri sul Sole 24 ore Emilia Patta scriveva: “Legge elettorale, prove di dialogo Pd-M5S”; e Dario Franceschini, in un’intervista al Corriere della Sera, dichiarava: “Legge elettorale, a Berlusconi dico di farla con il Pd”. Oggi Paola Di Caro, sul Corriere, scrive: “Legge elettorale ‘tedesca’: dialogo Pd-Fi”; ma Marco Conti sul Messaggero annota: “Berlusconi ringrazia Franceschini. Ma chiude”. E Lorenzo Guerini, intervistato da La Stampa, dice: “Ultimo appello per Silvio. Ora deve dire se vuole scrivere le regole insieme”. Quanto al M5S, Giovanna Casadio su Repubblica riferisce: “Legge elettorale, offerta M5S al Pd”; ma Danilo Toninelli, intervistato dal Corriere, avverte: “Noi ci siamo; ma si vuole un altro patto del Nazareno”. La proposta del deputato Pd Gian Mario Fragomeli (quella che piace a Toninelli) la espone lo stesso Fragomeli sull’Unità: “Ecco come col mio ballottaggio metto d’accordo Pd e M5S”. Con ciò sembrano giustificati i due editoriali di Antonio Polito, sul Corriere (“Troppi bluff sulla legge elettorale”) e di Marcello Sorgi su La Stampa (“I due forni del leader Pd e i due forni”), e la nota ieri di Federico Geremicca (“La prova della verità per Renzi”). E non sembra aver torto Francesco Bei su La Stampa a dire che “Si prepara l’estate dei veleni”.