La donna eritrea confortata dall’agente di polizia dice quasi tutto quello che c’è da dire: “Quella carezza non cancella la rabbia. Mi sento buttata come una scarpa vecchia” (Anna Dichiarante, Repubblica). Lo capiscono Annalena Benini, “Noi siamo poveri, ma voi chi siete?” (Foglio, ma in controtendenza rispetto alla direzione del giornale), Ezio Mauro, “Se la povertà è una colpa” (Repubblica), Aldo Masullo, “Il vero fallimento della politica che non previene” (Mattino), Furio Colombo, “L’idrante cancella tutti i diritti” (Il Fatto, anche lui in controtendenza rispetto a Travaglio e ai grillini). E, certo, tanti cattolici: i gesuiti del Centro Astalli, “Sgombero di rifugiati a Roma: risposta inadeguata a problemi complessi”; Radio Vaticana, “Sgombero migranti a Roma. Mons. Lojudice: mancato il dialogo”; il card. Parolin, “Violenza inaccettabile”. Ma più che la polizia la cecità è del Comune (per dabbenaggine e insensibilità): Antonio Maria Mira, “Ma il Comune di Roma non copre tutti i posti” (Avvenire); Franco Gabrielli, “Grave quella frase, ma non saremo la foglia di fico di altri” (intervista a Repubblica). E pare che il ministro Minniti capisca e corra ai ripari: Ilaria Sacchettoni, “Il Viminale non farà più sgomberi senza soluzioni alternative” (Corriere della Sera).