DALLA PARTE DEL POPOLO O POPULISTA?

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Ci sono oggi, venerdì, due articoli (a parte qualcuno anche a destra) che, pur con parecchia perplessità, difendono lo strappo di Renzi nei confronti della Banca d’Italia: uno è Claudio Cerasa, sul Foglio (“L’ultimo referendum sulla rottamazione”) e l’altro è Massimo Adinolfi su Il Mattino (“Un azzardo che spariglia il gioco dei 5 stelle”). Michele Salvati dice su Il Mulino “Un errore, non un crimine”. Ma ci si chiede che cosa possano fare ora il capo del Governo e il Presidente della Repubblica: “Gentiloni cerca in Bankitalia l’erede di Visco” scrive Fabio Martini su La Stampa; ieri Marzio Breda sul Corriere scriveva: “Evitare il logoramento di Gentiloni la preoccupazione di Mattarella”. La posizione di Renzi è netta e la ribadisce Matteo Orfini in un’intervista a Repubblica: “La sinistra che difende i salotti buoni ci allontana dal sentimento popolare”. Ma gli interventi critici su Renzi e il Pd proseguono: Stefano Folli, “Uno strappo con l’Europa” (e ieri “Una scommessa tutta elettorale pagata con la moneta dell’isolamento”), su Repubblica, e sullo stesso giornale oggi Roberto Perotti (“Prigionieri di due ipocrisie”) e ieri Eugenio Scalfari (“La politica dal neurologo”); sul Corriere della Sera oggi Federico Fubini scrive su “L’importanza del Governatore”, ieri Antonio Polito scriveva “Quei giochi pericolosi in campagna elettorale”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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