Una densa valutazione di quanto emerso a Cagliari alle Settimane sociali dei cattolici italiani sul lavoro nell’editoriale di Mauro Magatti sull’Avvenire: “L’interesse decisivo”. Le sintesi dei lavori in Nicola Pini (“Le proposte dei cattolici delle Settimane al governo”, e “La sfida è conciliare il ‘privato’ e l’occupazione”) e Luca Mazza (“L’esperienza delle buone pratiche”), e una nota di Francesco Riccardi (“Rosanna Virgili: Senza patto sociale il lavoro perde senso”), sempre su Avvenire. Le conclusioni delle Settimane del vescovo di Taranto, Filippo Santoro. Beppe Elia (Meic) scrive: “Non solo pane ma dignità”. Su Appunti Alessandrini un commento di Carlo Baviera: “Fondata sul lavoro”. In tema di lavoro, poi, sul Sole 24 ore, Luca De Biase: “Mescolare i saperi per pianificare il domani”, e Max Bergami; “Meno disuguaglianze è conveniente anche per le imprese”. Invece il celebre studioso Philippe Van Parijs, intervistato da QN, dice: “Superiamo la società del lavoro. E’ il reddito che nobilita l’uomo” e, ancora, al Il Fatto: “Ma il reddito di cittadinanza va dato a tutti”.
3 Novembre 2017 at 22:09
Luigino Bruni, che è stato uno dei protagonisti della Settimana Sociale dei cattolici italiani di Cagliari (straordinaria la sua relazione dal titolo “Riflessione Biblica”), ha firmato su Avvenire del 31 ottobre scorso un editoriale in cui commenta l’attenzione, o meglio la disattenzione, che i mass media hanno riservato alla Settimana Sociale e si chiede: a chi interessa ciò che il mondo cattolico vive, pensa, propone in ambito sociale ed economico? E si risponde: dal silenzio imbarazzante dei media cosiddetti laici sui lavori e sulle proposte della Settimana Sociale di Cagliari, si direbbe che interessi soltanto al mondo cattolico, ai suoi media, ai suoi giornali. E questa non è una bella notizia per l’Italia.
Personalmente non posso che condividere i contenuti del suo editoriale di Avvenire ma mi sembra che le sue riflessioni tendano a parlare più dei comportamenti di chi sta all’esterno della Chiesa che non dei comportamenti di quanti stanno al suo interno e dunque, come tali, rappresentano il mondo cattolico o cattolici si professano.
A mio giudizio la Settimana Sociale, e più in generale la stessa Dottrina Sociale della Chiesa, soffrono delle conseguenze dovute alla “scarsa attenzione” a loro riservata dai livelli di base dell’organizzazione ecclesiale, quelli Parrocchiali in particolare, che li considerano più come messaggio politico diretto ad una minoranza di cattolici, e dunque estraneo alla predicazione e all’insegnamento rivolto alla generalità, che non la lettura della realtà e dei problemi che le persone vivono, attraverso i fondamenti del messaggio cristiano.
E’ vero, i mezzi di comunicazione di massa non sono stati richiamati, o più realisticamente, hanno ignorato il richiamo, della Settimana Sociale ma, per quanto non sia molto ampia, ma neanche così limitata, la mia frequentazione del mondo cattolico, non ho sentito alcuno fare riferimento e commentare la Settimana Sociale.
E’ o non è questo un problema? E se lo è chi lo discute e quando? In questa “scarsa attenzione” non sta forse una delle ragioni della assenza dei cattolici in politica?