Il Foglio dello scorso 30 dicembre ha pubblicato un articolo intitolato “Irrilevanza cattolica”, a firma di Luca Del Pozzo, il quale scrive che la legislatura appena conclusa sarà ricordata come “una delle peggiori se non la peggiore in assoluto di tutta la storia repubblicana, tali e tanti i provvedimenti che hanno rappresentato altrettanti vulnus alla visione cattolica dell’uomo e della società”. Per il futuro scrive che il cattolicesimo politico si dovrà sforzare “di promuovere in tutti i modi possibili i principi basilari che tuttora innervano e costituiscono l’impalcatura della dottrina sociale della chiesa; ossia la promozione della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio, la difesa della vita dal concepimento alla morte naturale e la libertà religiosa e di educazione”. Conclude che si tratta di riscoprire la filosofia di Augusto Del Noce, a meno che – nota con qualche perfidia, senza nominare papa Francesco – non si debba prendere atto che “i tempi che stiamo vivendo sono quelli in cui nella chiesa sta venendo meno quel potere, di cui parla san Paolo, che fino a ora e in ogni epoca ha ‘trattenuto’ il dilagare dell’empietà, preludio della piena manifestazione dell’Anticristo…”. Qualche giorno dopo (4 gennaio) sul medesimo quotidiano (noto, per altro, per le vistose polemiche con papa Francesco) appare una lettera di Franco Monaco al direttore del Foglio (“Irrilevanza cattolica o fine dell’eccezionalismo? Idee ‘adulte’ in politica”). Ci si sarebbe potuti aspettare un netto dissenso dall’articolo di Del Pozzo, non tanto sulla irrilevanza o meno del cattolicesimo politico quanto sull’approccio teologico da anni Cinquanta che in quell’articolo emergeva con molta evidenza; viceversa Monaco, dopo essersi detto stimolato dall’intervento di del Pozzo, si è limitato a due rilievi: ha osservato che è la società ad essersi scristianizzata e che dunque la politica poco può fare; e ha detto che il deficit di protagonismo politico dei cattolici è dovuto al lungo periodo del pontificato di papa Wojtyla e della Cei a guida Ruini che ha mortificato il protagonismo del laicato cattolico. Considerazioni entrambe sensate e condivisibili, certo. Ma vale la pena di rinviare a un articolo di Daniele Menozzi, di recente uscito su Adista e rilanciato da questo portale, per offrire – anche se indirettamente – una risposta più pertinente all’articolo di Del Pozzo e una efficace lettura della questione dei rapporti tra chiesa, società e politica (“Con Francesco aggiornamento o tramonto della dottrina sociale?”).