Marco Olivetti, in un editoriale su Avvenire, pone una domanda centrale e lascia aperta la risposta: M5s e Lega sono, in sostanza, anti-costituzionali, in senso lato? (“Una cruciale domanda”). Enrico Morando, sul Foglio, pone con chiarezza la questione di due linee nel Pd, una riformista e una contro la globalizzazione: “Due sinistre a congresso”. Angelo Panebianco, sul Corriere della sera, legge l’Italia, il voto e le forze politiche in campo secondo il paradigma della società aperta o chiusa: “Due Italie e la sfida che verrà”. Franco Monaco, su Il Fatto, insiste: “Dialogare con il M5S fa solo bene ai dem”. Scrive Giovanna Casadio: “Zingaretti lancia la sfida per la leadership: ‘Sì al dialogo con i 5 stelle’” (Repubblica). Davide Casaleggio, sul Washington Post, racconta il suo M5s e la sua idea di democrazia: “Un successo storico. La democrazia digitale è il futuro” (traduzione su Il Dubbio), con i commenti di Stefano Cappellini su Repubblica (“La miracolosa ricetta di Casaleggio”) e di Federico Fubini sul Corriere (“L’orgoglio di Casaleggio sul costo dei voti al M5S e l’enigma dei post che spingono i consensi”). Franco Debenedetti e Nicola Rossi dicono al Pd: “L’unica cosa seria è dividersi” (Il Foglio). Giuliano Ferrara, sul Foglio, sostiene che se vanno al governo Di Maio e Salvini poi nascerà una seria opposizione (“La necessità di un governo dei vincitori”).