APPUNTI DI CULTURA E POLITICA: dare un’anima alla città dell’uomo – CONCILIUM: anche la teologia può contribuire alla sicurezza umana – IL SEGNO: sull’eguaglianza AGGIORNAMENTI SOCIALI: che cosa resta del Sessantotto? IL GALLO: “Saper scendere da cavallo”

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Le indimenticabili figure di Carlo Maria Martini e Giuseppe Lazzati campeggiano in copertina del fascicolo 2/2018 di Appunti di cultura e politica, la bella rivista trimestrale edita dalla Morcelliana, nata 16 anni fa per esprimere e approfondire il pensiero cattolico-democratico nello spirito di Giuseppe Lazzati e incarnato nella Associazione “Città dell’uomo”, oggi diretta da Luciano Caimi, Renata Storari e Rosario Iaccarino. Il focus di questo fascicolo è dedicato a riscoprire e valorizzare la responsabilità anche civile e politica che ogni credente può e deve sentire per dare un’anima alla città dell’uomo. Ne scrivono Paolo Corsini, Fulvio de Giorgi, Filippo Pizzolato, Franco Monaco, Alfio Mastropaolo, Giovanni Gasparini, Enzo Romeo, Luciano Pazzaglia e Giannino Piana. È un fascicolo che è impossibile riassumere per la ricchezza e bellezza dei suoi contenuti, ma che va segnalato all’attenzione di quanti hanno a cuore il bene della “città dell’uomo” nello spirito di Giuseppe Lazzati…

Anche la teologia può contribuire alla sicurezza umana! E’ questo il tema affascinante del fascicolo 2/2018 di Concilium, la rivista internazionale di teologia edita dalla Queriniana. Con molteplici contributi, provenienti da ogni continente, il quaderno riassume in poco più di 150 pagine la molteplicità delle tragedie, delle discussioni, delle speranze, delle preghiere e delle azioni degli uomini contemporanei. Ne emerge una speranza, ma anche un impegno molto forte e necessario dei credenti per testimoniare nei fatti il loro impegno per la sicurezza, nella pace, di tutti gli uomini.

Il Segno della diocesi di Milano non è soltanto il consueto periodico diocesano, ma è una vera rivista di cultura e di attualità. Basta leggere, sul numero di aprile gli articoli di Valerio Onida e Giorgio Vecchio sull’eguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge (contro ogni razzismo, vecchio e nuovo); o la bella rievocazione del Sessantotto svolta sul numero di maggio da Maurilio Guasco, Pippo Ranci e Giovanna Pasqualin Traversa. Sullo stesso fascicolo un toccante ricordo di Robert Kennedy offerto da Mauro Colombo e Marco Tarquinio.

Cinquant’anni dopo: che cosa resta del Sessantotto? Se lo chiede Guido Formigoni su Aggiornamenti sociali di maggio. Sono passati infatti cinquant’anni da “un evento che come pochi altri nella storia ha impresso nella società un cambiamento così radicale, repentino e a livello globale. L’autore sottolinea la dimensione drammatica e simbolica dell’evento, avvisaglia della crisi di un assetto storico di cui negli anni successivi sarebbero emersi ulteriori elementi. Ma da quella crisi non si seppe o non si volle cogliere l’occasione di un vero rinnovamento e l’onda della protesta, pur lasciando dietro a sé effetti duraturi (positivi e negativi), non  riuscì a creare un vero rinnovamento sociale comunitario.

Tra molti altri interventi (tutti interessanti perché freschi, spontanei, sereni anche nella critica) il fascicolo di maggio de Il Gallo ospita un bell’intervento di Carlo Galanti e Silvano Fiorato intitolato “Saper scendere da cavallo” e che si apre con una citazione di Mazzolari: “In venti secoli, credendo di fargli onore, abbiamo ammucchiato troppe cose intorno a Cristo … lo presentiamo infagottato alla gente, irriconoscibile …”. E conclude chiedendosi: che cosa vuol dire essere Chiesa oggi? E risponde: “significa una cosa molto semplice: saper scendere dal nostro cavallo, ogni giorno, con lo spirito del buon samaritano, senza aspettarci alcuna ricompensa; anzi, magari di dover pagare una multa per intralcio al traffico cittadino …”.

(a.  Bert.)

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