In Svezia si vota il 9 settembre: Andrea Tarquini, “Svezia, la crescita non basta. Welfare in bilico tra migranti e nazionalisti” (Repubblica). In Europa si vota tra sei mesi: Franco Venturini, “L’Europa e le urne del destino” (Corriere della sera”). Le spiegazioni dello scontento diffuso e dei giudizi sommari si fatica a darle e a capirle; ad esempio: Matteo Pucciarelli, “Perché noi operai siamo stati costretti a votare M5S” (Repubblica). Non ha torto Giovanni Belardelli, “Rifiutare la competenza, un’idea falsa di democrazia” (Corriere della sera); si veda Marco Demarco, “’Lo Stato siamo noi’. Il caso Bagnoli” (Corriere della sera). E poi, come dice Maurizio Molinari, “quando la ragione si offusca è l’intolleranza che si fa largo”: “L’Italia e il risveglio dei démoni” (la Stampa). E c’è dell’altro: Michele Ainis, “La solitudine genera i tiranni” Repubblica). Sull’Espresso Marco Damilano, presentando la sua rivista, ragiona su tutto ciò e scruta il futuro: “Per cambiare tutto cambiamo noi stessi”. Sulla legge di stabilità ormai alle porte scrivono Marcello Messori, Francesco Giavazzi, Carlo Cottarelli.