Il quotidiano “Europa” del 15 novembre pubblica una risposta di Giorgio Armillei, classe 1958, ex fucino, funzionario amministrativo del comune di Terni, all’articolo di due deputati del Pd Giacomelli e Garofani, pubblicato su “l’Unità” il 9 novembre e a quello successivo di Stefano Fassina su “l’Unità” del 13 (vedi qui). Titolo dell’articolo di Armillei: “Quale Partito democratico senza cultura liberale?”. Stefano Ceccanti lo considera “da leggere assolutamente” e lo commenta nel suo blog (Stefano Ceccanti su Armillei). Per Armillei, socialdemocrazia e cattolicesimo democratico (a causa della sua “declinazione statalista”) sono “culture tramontate”; la chiave della politica riformista in Italia sta nel “rapporto tra cattolicesimo liberale e sinistra di governo”; e, d’altra parte, nel pensiero sociale della Chiesa, “il dialogo tra liberalismo democratico e cattolicesimo si fa sempre più sistematico, fornendo ispirazione anche per una nuova prospettiva della sinistra riformista di ispirazione cristiana”. Ceccanti, un po’ più cautamente, sostiene che il Pd “deve tenere dentro di sé elementi significativi di cultura liberale, senza i quali le due culture maggioritarie dal punto di vista quantitativo rischiano di produrre sintesi regressive”.