Periodicamente – e anche in questi ultimi mesi – riemerge da parte di commentatori, giornalisti, politologi la domanda: “dove sono i cattolici democratici?”. Domanda legittima, perché è evidente una debolezza “numerica” e la difficoltà a far percepire il proprio ruolo e il proprio contributo specifico sia per chi ha incarichi politici, sia per chi, come la nostra associazione, opera sul piano formativo e culturale. Domanda però anche un po’ fuorviante, perché tende a misurare l’incidenza di questo filone culturale sulla base di un “livello” precostituito un po’ teorico, desunto da un passato talvolta un po’ idealizzato e che non tiene comunque conto delle profonde trasformazioni che il sistema politico e sociale ha subito negli ultimi decenni. Infine, la domanda pone l’attenzione su cosa non c’è o su cosa dovrebbe o potrebbe esserci, mentre sarebbe altrettanto interessante uno sforzo per scoprire e valorizzare quello che c’è, ovvero le tante persone che tuttora si richiamano a quella tradizione ed esprimono – seppure senza “far notizia” – pensiero, elaborazione, formazione, proposte. Sono gruppi, associazioni, singole persone, anche riviste, siti web, blog, che in qualche modo continuano a operare nel tessuto sociale e culturale del Paese e a dare un contributo positivo.
Certo, la questione di una più marcata presenza nel livello politico nazionale rimane aperta: ma, a parte il fatto che essa è piuttosto complessa e non può essere ridotta alla presenza e al “peso” di singoli nomi, non va sminuito il valore dell’impegno di tanti nelle amministrazioni locali e regionali, dove pure si stabiliscono relazioni forti con i cittadini e si assumono decisioni che riguardano direttamente la loro vita. Così come non va sminuito – per così dire, all’estremo opposto – la dedizione e i risultati di diversi parlamentari europei, la cui attività in Italia è – per misteriose ragioni – quasi sempre ignorata dai grandi media, seppure tutti – o la maggior parte di essi – affermino la centralità della dimensione europea.
Col convegno “Cambiare rotta. Equità e sostenibilità alla luce della Laudato Sì”, che si terrà sabato 1° dicembre a Modena (si vedano il programma e alcuni contributi di riflessione nella home page) le associazioni cattolico-democratiche che aderiscono alla rete “Costituzione, Concilio, Cittadinanza – C3dem” cercheranno di offrire ancora una volta un’occasione di approfondimento ma anche di proposta e di rilancio su temi di importanza decisiva per il nostro presente e il nostro futuro. Dopo le relazioni del mattino di Giannino Piana, Antonella Bachiorri, Leonardo Becchetti e Pier Virgilio Dastoli, ci saranno nel pomeriggio tre laboratori – coordinati da Paolo Tomassone, Francesco Lauria, Marica Mereghetti – in cui si potranno delineare concretamente nuove prospettive di impegno.
L’enciclica Laudato Si’ di Papa Francesco e tutto il dibattito che ruota attorno ai temi delle diseguaglianze, dei pericoli per l’ambiente e del futuro stesso dell’umanità, provocano, infatti, a cercare nuove strade e a percorrerle insieme con tutti coloro che hanno a cuore il bene del nostro pianeta e di chi lo abita. Anche la cultura cattolico democratica, per rilanciarsi e contribuire al futuro dell’Italia e dell’Europa, ha bisogno di esplorare nuovi territori – anche a rischio di qualche incertezza e certamente con un confronto approfondito – per provare a rispondere alle richieste di una politica, un’ economia e una finanza più rispondenti alle esigenze autentiche degli esseri umani e al dovere di consegnare ai posteri una terra bella e vivibile per tutti.
Vi aspettiamo a Modena il 1° dicembre!
Sandro Campanini, Coordinatore nazionale “rete C3Dem”
24 Novembre 2018 at 12:45
Sono fra i tanti appartenenti al movimento democratico cattolico che ritengono la Laudato sì la base, il riferimento (sia per i contenuti che per la prospettiva) per un Manifesto politico da cui ripartire, come lo fu la Rerum Novarum, con iniziative di alla società e al perseguimento del bene comune, che come cittadini sentiamo come dovere.
Ritengo perciò, nel rispetto del pluralismo che deve caratterizzare una rete di Associazioni come “c3dem” e del compito prevalentemente culturale e formativo, che sia venuto il tempo in cui personalità appartenenti a queste associazioni insieme ad altre che (per storia e ruoli ricoperti) sono riferimento ampiamente riconosciuto, diano corso ad una iniziativa più politico/organizzativa.
Sollecito che si proceda già al Convegno del 1 dicembre per due motivi: 1) le prossime Elezioni europee saranno determinanti per l’unità dei nostri popoli e per il ruolo che l’Italia svolgerà nella costruzione di una nuova Unione. Però generalmente, molti cattolici democratici, sono politicamente apolidi e molto incerti sull’esprimere un voto a favore delle attuali formazioni politiche riformiste, progressiste, di centro-sinistra perchè in esse non si riconoscono più o non si fidano dei loro leaders. 2) in quello che possiamo definire genericamente,, l’area ex democratico cristiana e dei tanti laici non di sinistra, mi pare si stia tentando la costituzione di un raggruppamento nuovo, alternativo, e che rilanci la presenza di una cultura politica che in questi anni sembra “silenziata”. Potrebbe essere, questa iniziativa, anche utile a fare chiarezza; ma a me sembra ancora molto equivoca e se distrae cittadini ancora incerti sottraendoli ad un disegno che per semplicità definisco progressista e conseguente alle tematiche e alle posizioni della Laudato sì.
Manca una forza che sappia rispondere a queste sollecitazioni, a queste prospettive e che riesca a ridare speranza anche a chi, cresciuto con una formazione cattolico democratica, confida in una presenza politica solidarista, europeista, antistatalista, partecipativa, attenta ai diritti dei lavoratori ad un welfare universalistico e all’obiezione di coscienza, favorevole a nonviolenza e antimilitarista, in cui non essere aggiuntivi ma protagonisti.
2 Dicembre 2018 at 09:24
Siamo stanchi di parole, analisi, considerazioni. Abbiamo bisogno di issare una bandiera e di metterci la faccia. È ora di offrire una alternativa credibile. Sul campo. Altrimenti rimane solo un parlarsi addosso a cui non crede ormai più nessuno