Dovunque nel mondo aumentano le distanze tra ricchi e poveri e dovunque la sinistra perde, malgrado l’aumento di precarietà e povertà. I poveri votano a destra? Sì perché la sinistra è in ritardo culturale e non ha aggiornato analisi e strategie. In America ha vinto Trump con messaggi nazionalisti e sovranisti; in Francia i socialisti sono passati da oltre il 50% del 2012 al 7; in Spagna il PSOE anch’esso in calo riesce ad attestarsi al 23%; in Germania l’SPD è passata dal 26% al 20% delle elezioni politiche dello scorso settembre che è il peggior risultato di sempre dei socialdemocratici tedeschi; in Italia il PD alle ultime elezioni è sceso largamente sotto il 20%. Ancora peggio in Olanda dove i laburisti hanno ottenuto un misero 6% rispetto al 28% del 2012. Le cose non vanno meglio altrove: in Austria governa la destra, in Repubblica Ceca, Polonia ed Ungheria la sinistra è in caduta libera. E se anche le socialdemocrazie del Nord Europa, che hanno prodotto il Welfare, sono in crisi vuol dire davvero che un’epoca storica si è chiusa.
Ma perché, se le condizioni sociali delle società sono andate in direzione che avrebbero dovuto favorire le sinistre, è avvenuto il contrario? Ecco i motivi principali.
- La struttura di classe della popolazione è cambiata, da una maggioranza di occupati proletari agricoli ed industriali si è passati ad una maggioranza di occupati precari concentrati nei servizi ma dispersi in tutti i settori. E purtroppo la sinistra non ha modificato le sue strategie, continuando a difendere, insieme ai sindacati, i lavoratori “tutelati” dell’industria e delle grandi imprese, che calavano continuamente di numero, lasciando allo sbaraglio i nuovi poveri e sfruttati dei lavoretti part time cosiddetti gig works, dei servizi, delle partite IVA, etc. che diventavano le nuove maggioranze.
- La globalizzazione – cioè l’avvento sul mercato della produzione di grandi Paesi come Cina, India, Korea, Vietnam, Brasile, e l’aumentata velocità di spostamento delle informazioni e delle merci – ha prodotto danni nelle classi lavoratrici dei paesi industriali, di cui la sinistra ha tardato a farsi carico. È successo che grandi fette di classi lavoratrici, sostegno storico delle sinistra, sono passate nel campo della destra, sensibile ai suoi messaggi demagogici (abbasso gli immigrati, abbasso l’Europa, prima gli italiani, etc).
- L’aumento delle diseguaglianze. I partiti di sinistra si sono per anni distinti dalla destra per obiettivi di solidarietà e giustizia sociale, che avrebbero dovuto ridurre le grandi diseguaglianze tra ricchi e poveri . Tali obiettivi erano inizialmente stati raggiunti col Welfare o Stato sociale, sanità ed istruzione universali, garantite per tutti, diritti di maternità, ferie, orario di lavoro, etc., ma negli ultimi decenni la prevalenza della propaganda della destra politica in molti paesi, Usa, Gran Bretagna, etc, ha invertito questa tendenza, e le diseguaglianze sociali sono aumentate quasi in tutti i paesi industriali. Con politiche imposta dalla destra, ma poi sposate anche dalla sinistra, “meno tasse per tutti”, invece di un sistema fiscale progressivo che facesse pagare di più ai ricchi. I poveri peggioravano la loro condizione, aumentavano e diventavano sempre più poveri, mentre i ricchi diventavano sempre più ricchi. Essendo le diseguaglianze sociali aumentate anche nei paesi governati dalla sinistra, questa è stata punita alle elezioni politiche in molti paesi. È quello che è successo anche in Italia e questo spiega il grande successo dei partiti di destra alle recenti elezioni politiche.
- L’immigrazione. Le migrazioni sono un fenomeno epocale, esistito da sempre dalle origini dell’umanità, fenomeno che si è accelerato negli ultimi decenni per i divari demografici tra Nord e Sud del mondo e per la diffusione delle immagini TV ed Internet che spingono un numero crescente di persone a cercare nuove prospettive di vita. C’è da aggiungere che la propaganda dei partiti populisti contro i problemi creati dalle immigrazioni hanno trovato terreno fertile: comunità già provate da insicurezze e povertà crescenti, disoccupazione, bassi salari, piccola criminalità diffusa.
Come si contrasta l’aumento delle diseguaglianze tra ricchi e poveri in un sistema di mercato?
Essenzialmente in due modi, un Welfare universale ricco e diffuso ed un sistema fiscale fortemente “progressivo”: altro che lo slogan “meno tasse per tutti” che la sinistra ha copiato dalla destra!
Il sistema fiscale, per ridurre le diseguaglianze, deve farlo: a) sulla tassazione dei redditi da capitale, b) sulla tassa di successione, c) sul rapporto tra imposte dirette ed indirette, d) sulle imposte dirette che devono essere progressive, cioè con aliquote fortemente crescenti coi redditi. La realtà italiana ed occidentale di questi decenni è decisamente in contrasto con queste regole per combattere le diseguaglianze. Un terzo modo per ridurre le diseguaglianze è nelle mani dell’organizzazione statuale che deve essere capace di fissare dei rapporti “equi” tra remunerazioni delle professioni di vertice e quelle di base. Purtroppo anche in questo settore la realtà italiana è fortemente anti-egualitaria. Il peggioramento delle regole fiscali anti diseguaglianze si è sentita in tutti i paesi dove hanno governato le sinistre ed i risultati a favore delle destre sono stati rimarchevoli. Sia nei lunghi periodi del governo di Blair in Gran Betagna che in quelli di Clinton in Americ, così come in quelli di Renzi e compagni in Italia, le distanza tra ricchi e poveri sono aumentate, con risultati elettorali a favore delle destre molto evidenti.
La tassa di successione, strumento base per ridurre le diseguaglianze è stata praticamente abolita o ridotta a ticket di beneficenza in quasi tutti i paesi occidentali. In Europa è rimasta con un minimo di consistenza solo in Francia, in Gran Bretagna, in Germania ed in Spagna, dove incide ancora per il 30-40% del patrimonio. In Italia è stata ridotta a pura testimonianza, intorno al 4%.
Lo slogan “meno tasse per tutti” (che in realtà significa “meno tasse per i ricchi e meno Welfare per tutti gli altri”), copiato dalle sinistre, ha segnato l’aumento delle diseguaglianze e la sconfitta delle sinistre in quasi tutto il mondo occidentale. È stata anche una grossa sconfitta culturale delle sinistre, impoverita di conoscenze ed uffici studi a differenza delle destre.
Nicola Cacace