Marco Olivetti, “Voto probabile, non scontato” (Avvenire). Paolo Pombeni, “Le formule di governo per una via d’uscita” (Il Quotidiano). Marzio Breda, “Le ipotesi verso le elezioni” (Corriere). Roberto D’Alimonte, “Perché Salvini ha deciso lo strappo” (Sole 24 ore). Massimo Rebotti, “Sondaggi e percezioni: Lega pigliatutto: 297 deputati”. Gianfranco Rotondi, “Chi provoca le elezioni le perde” (intervista a Il Dubbio). L’allarme del vecchio socialista Rino Formica, “E’ l’ultima chiamata prima della guerra civile. Ora il presidente parli” (Manifesto), E ADESSO CHE FARE? Roberto Esposito, “Il Pd e l’idea di un Paese” (Repubblica). Andrea Orlando, “Tra di noi non serviranno le primarie. Con Di Maio nessuna alleanza possibile” (intervista a La Stampa). Giuliano Pisapia, “Un traghettatore per fare la manovra e poi andiamo subito alle urne” (intervista al Corriere). Le valutazioni di Brunetta e di Graziano Delrio intervistati dal Mattino. Stefano Fassina, “La sinistra di popolo deve allearsi col M5S” (Il Fatto). Emilia Patta, in due diversi articoli: ieri, “E Renzi accelera: ‘Io fuori dal partito forse già a settembre” e oggi “Renzi torna in campo: nuovo partito”. Massimo Adinolfi, “Se anche l’opposizione è in tilt” (Mattino).
10 Agosto 2019 at 15:56
L’apertura della crisi di governo da parte di Salvini ha reso evidente che il sistema di rappresentanza della politica gira attorno alla Lega da una parte e al PD dall’altra, stante anche il fatto che il M5S, sia per la scelta di non allearsi con altri sia perché in fase di ridimensionamento, non è più polo di attrazione ma porto di partenza.
Viste le ragioni che hanno determinato la crisi: “la determinazione di Salvini di trasformare in voti il consenso che i sondaggi attribuiscono alla Lega” (Giuseppe Conte, Conferenza Stampa 8 agosto) e la richiesta di Salvini “Chiedo agli italiani, se ne hanno voglia, di darmi pieni poteri” (Comizio di Pescara, 8 agosto), non mi pare ci sia altra alternativa che fare massa critica attorno al PD che pur con tutti i suoi limiti resta il secondo partito italiano del quale non si può fare a meno, ma dal quale si deve partire per costituire una forza, meglio una coalizione di forze che convengono su alcune e importanti cose da fare, capace di orientare il mondo del cosiddetto centro sinistra.
Se le forze di opposizione a Salvini non hanno la percezione della situazione che il Paese vive e si perdono ancora nelle beghe personali e nelle rivendicazioni di inesistenti primogeniture o peculiarità e Salvini vincerà, il merito non sarà di Salvini ma la responsabilità sarà dell’opposizione della sinistra.