Amos Luzzatto avanza una proposta. Dice: non basta più che ogni anno vi sia una singola giornata della memoria “che ha spesso il sapore di una commemorazione luttuosa di un incidente di percorso, che è stato, è passato, ma che non si può ripetere”. Invece: “Progettiamo di operare una trasformazione. Organizziamo una nuova educazione per la reciproca conoscenza, e la nostra parola d’ordine sia: ‘Diversi è bello, ma solo cooperando tutti insieme’” (“Shoah, la memoria batte l’odio”, Il Messaggero, 26 gennaio).