Quattro anni fa, all’età di 93 anni, ci lasciava Leonardo Benevolo (vedi il mio precedente articolo per C3dem) che, come storico e intellettuale impegnato, è stato protagonista di una lunga stagione in campo culturale, dell’insegnamento, dell’impegno politico e della professione.
Benevolo fu architetto, urbanista, storico dell’architettura, ma soprattutto storico della costruzione ed evoluzione della città, del territorio e dello spazio urbano, ma fu anche commentatore di fatti contemporanei e, in ragione del suo impegno civile, politico egli stesso. La sua formazione intellettuale era infatti maturata all’interno di un quadro culturale profondamente attento alle interazioni tra l’architettura e le esigenze dell’uomo e della società. In questo c’è il suo essere cattolico impegnato, volutamente orientato a parlare all’Italia, anche con attività divulgative in televisione o attraverso quotidiani a larga diffusione e costantemente impegnato nella promozione culturale dei temi relativi alla evoluzione/trasformazione della città contemporanea. Egli fu fermo sostenitore della necessità di misurare l’azione culturale con i contesti sociali, economici e fisici in cui, di volta in volta, si trova ad operare. La sua convinzione era che architettura, urbanistica e politica non potessero marciare separate e dovessero avere al centro le esigenze della società; posizione pienamente coerente con il suo attivo impegno di cattolico in politica come analista e come co-protagonista di una fase poco nota, ma importante della storia della politica italiana, quella che ruota intorno alla Lega Democratica, fondata, tra gli altri dallo storico Pietro Scoppola e dal sociologo Achille Ardigò[1].
L’attività di Benevolo come saggista è particolarmente lunga e fortunata, segnata in positivo dalla lunga collaborazione con l’editore Laterza, anch’essa rivolta ad un pubblico vasto e eterogeneo, non solo di addetti ai lavori, ma orientato agli studenti delle facoltà di architettura e alle famiglie borghesi italiane. La sua Storia dell’architettura moderna divenne uno dei testi più comuni nelle scuole di architettura (non solo italiane) e, negli anni, ha influenzato migliaia di studenti. In ragione della sua vasta diffusione e del suo contributo alla formazione di molti professionisti, si può affermare che, sia pur in forme talvolta ‘sotterranee’, ancora oggi contribuisce al dibattito.
La storia che egli narra non è quella degli edifici costruiti in un’epoca storica, ma lo studio di fenomeni politici, sociali, tecnologici e culturali che prendono il nome di ‘architettura moderna’. I libri di Benevolo, dedicati prevalentemente agli studenti, fanno quindi parte di un dibattito tra diverse concezioni di architettura che si articolerà per tutta la seconda metà del XX secolo. A partire dalla fine degli anni ’80, con la diffusione del postmodernismo come stile architettonico e l’affermarsi della figura delle archistar (come garanti nella realizzazione di architetture fuori contesto, ma mediaticamente di successo), le posizioni di Benevolo appariranno superate. La fortuna critica della sua concezione e la diffusione dei suoi volumi non cessano, con la sua prevalente attenzione ai problemi delle città che egli definirà come il “tracollo dell’urbanistica”, questo approccio costituisce uno degli elementi più originali del suo pensiero. La sua cospicua e ambiziosa attività finalizzata alla tutela ed alla protezione della città storica diviene la promessa per la conservazione del tessuto urbano, che si ritiene debba essere mantenuto perché possa essere letto anche dalle generazioni future.
Molti “percorsi” che Leonardo Benevolo ha saputo tracciare durante la sua attività, restano oggi di sostanziale attualità pratica e culturale. L’esigenza di un’urbanistica orientata al miglioramento delle condizioni di vita e l’attenzione per il recupero e la riqualificazione degli ambienti urbani, restano questioni aperte. L’apporto di Benevolo deve essere rivalutato soprattutto in ragione dell’attenzione da lui dedicata al rapporto tra scala architettonica, trasformazioni urbane e miglioramento dell’ambiente di vita dell’uomo. Questi temi, portati avanti attraverso la sua imponente produzione scientifica, saggistica e divulgativa andrebbero meglio studiati, approfonditi e sviluppati, potendo fornire spunti di riflessione ancora fertili.
Francesco Gastaldi
(Professore associato di urbanistica, Università IUAV Venezia)
[1] Si fa riferimento allo studio di Lorenzo Biondi (2013) dal titolo La Lega democratica. Dalla Democrazia Cristiana all’Ulivo: una nuova classe dirigente cattolica.
Qui il video di un’intervista fatta a Benevolo nel 2011.