Una sera di settembre 2021, tempo di campagna elettorale, a Soccivo… Ma non solo a Soccivo… Nel sud, nel centro e nel nord. Valori che vengono da lontano, che si appellano a tradizioni politiche che trent’anni fa sembrava si fossero dissolte per sempre, ma che invece hanno dato ancora frutto. Di maturità civica. Di speranza tenace nel cambiamento. Saprà, il cattolicesimo democratico, accompagnare e raccordare le tante, sparse, esperienze che ancora e di nuovo germogliano da quelle tradizioni politiche fondate sulla dimensione comunitaria?
L’autore, un amico, è un esperto in progetti di sviluppo economico e sociale
L’apertura della campagna elettorale a Succivo ha portato decine di persone in piazza Indipendenza una sera di settembre. Anziani, ragazzi, bambini con i genitori, tante donne e uomini ad ascoltare i candidati della lista civica destinata a vincere le elezioni grazie al suo radicamento sociale, sotto la guida di Salvatore Papa.
Salvatore dopo aver ascoltato gli interventi di tutti i suoi candidati impugna il microfono ed esordisce con l’auspicio di far passare l’emozione che prova per la presenza così numerosa e calorosa dei suoi concittadini.
Subito parla di Politica, “quella con la P maiuscola”, parla dei valori, della lealtà, della sincerità, del coraggio, del rispetto. Cita la culla della democrazia, quelle agorà greche dove era un obbligo dire la verità, perché su questo obbligo si fonda, vive e si sviluppa la democrazia. Dice che la verità presuppone il riconoscimento dei propri errori e dei propri limiti e implica il bisogno di essere umili. Parla delle opposizioni che sono state molto “social e poco sociali”, mentre “noi ci siamo sempre stati”.
“Siamo stati accanto a tutti i concittadini ricoverati per il covid e a quelli che con la pandemia non riuscivano mettere un piatto in tavola”, perché “le nostre vite sono legate le une alle altre”, come nelle antiche lavorazioni della canapa che hanno fondato l’economia del paese, la cui interdipendenza delle fasi lavorative metteva in comune il destino delle famiglie. “La solidarietà e la fratellanza, in questo paese ci fanno ancora essere una comunità”.
Parla di diritti e di doveri, di regole e di convivenza, di interessi e di bene comune e con solennità scandisce un appello a non votare per loro rivolgendosi a chi inquina, chi saccheggia il territorio, chi lascia una busta per strada, chi parcheggia in modo selvaggio. “E’ ovvio – dice Salvatore alzando il tono della voce – che non ci votino i truffatori, i ladri, gli speculatori, che non ci votino i camorristi, i loro fiancheggiatori e chi ha una cultura camorristica: noi siamo diversi da queste persone!”.
A questo punto si rivolge al passato, dice che “sono valori che ci vengono da lontano”, da alcuni loro predecessori che hanno segnato la vita politica del paese. Ne cita i nomi e con voce ferma li ascrive “alla migliore tradizione della sinistra democristiana e del Partito Comunista di questo paese. Noi siamo gli eredi di queste persone”.
Il Partito Comunista si è sciolto nel 1991, la Democrazia Cristiana nel 1994; nella lista Succivo viva in questo settembre del 2021 ci sono donne e uomini più anziani del quarantenne candidato Sindaco e altri molto più giovani: cosa li accomuna? E cosa condividono con tanti altri candidati, delle tante liste civiche, che nei tanti Comuni italiani nutrono i loro discorsi e le loro vite politiche con quegli stessi valori?
E cosa li differenzia dai tanti altri che invece, ammantati della retorica del “bene” del luogo, ma vuote di contenuti caratterizzanti, rischiano di addensare meri interessi aggregati attorno ad un personaggio, a un clan familiare? Cosa li distingue dai sindaci scelti o candidati per le loro più o meno reali capacità di essere un “buon padre di famiglia”, che presta attenzione alle piccole cose del giorno per giorno, le buche, la pulizia delle strade, il rispetto dei regolamenti comunali, finendo per strumentalizzare il consenso fondato sul sistema delle relazioni personali e per trasformare i cittadini in clientes, obbligati al patrono in cambio di quei favori che vanno prendendo il posto dei diritti?
Come hanno coltivato degli anticorpi o hanno trovato delle vitamine per reagire alla cancellazione della speranza nel cambiamento e nella maturazione civica della propria comunità? Come hanno fatto a convincersi e a dedicare pezzi importanti delle proprie vite a provare a convincere che le dimensioni del cambiamento possano essere molteplici e che la qualità della vita e il benessere dei propri concittadini passi per la soluzione dei problemi logistici assieme a quelli relazionali, in quell’intreccio di legami che conduce un agglomerato residenziale a divenire una comunità?
La risposta è in quelle parole e in quei volti quando fanno appello alle tradizioni politiche che più e meglio di altre hanno acceso e mantenuto la dimensione comunitaria. Ci dicono che le vitamine le hanno incontrate in quei loro padri che fino a circa trenta anni fa avevano due solidi tetti sotto i quali fare politica e che l’incontro con loro e il racconto del loro esempio ha continuato ad alimentare l’impegno politico dopo quegli scioglimenti, fino a questa sera di settembre.
Le testimonianze contemporanee dei tanti Salvatori che si nutrono di quegli stessi valori sono oggi offerte all’elettorato sotto nuove vesti, con una connessione stretta con tutto ciò che si muove nel prepolitico, con un equilibrato utilizzo dei social per dosare sapientemente l’esposizione in rete e la presenza nelle strade e nei luoghi di socializzazione, con profili personali cresciuti grazie ad una efficiente alchimia fra professionalità e politica, fra saper fare e saper pensare, e saper sperare.
Il richiamo a quelle nobili tradizioni non concede spazi alla nostalgia, né alle riserve indiane generazionali. Questi casi ci dicono che i più anziani, feriti da quegli scioglimenti, hanno maturato i propri lutti e si sono rituffati nelle variegate vicende politiche, dove hanno incontrato i più giovani che accolgono quei riferimenti culturali, morali e politici utili per arricchire i propri ideali e l’impegno nell’associazionismo, nel volontariato, nella politica quotidiana.
Certo, può darsi che siano minoranze che non possono condurci a facili entusiasmi, ma se le guardiamo tutte, anche quelle a noi più vicine, riconosciamo che con questi mattoni sono state costruite e si stanno consolidando le variegate esperienze di socializzazione che ancora possono nutrire la politica con i valori comunitari. Quella politica che nonostante tutto prova ancora tenacemente a mettere assieme realtà e utopia e che si dota degli strumenti utili per combattere le illusioni del realismo machiavellico e dell’astrattismo millenaristico.
E’ difficile e forse non utile definire il fenomeno con appellativi che rischiano di circoscriverne le potenzialità. L’attuale offerta politica e le relative classi dirigenti che ancora si rivolgono a quelle tradizioni hanno il difficile compito di includerle senza vincolarle, anzi di aprire per farsi contaminare, di accoglierle nelle dinamiche di partecipazione democratica alla definizione della linea politica e alla selezione delle classi dirigenti. In particolare al mondo del cattolicesimo democratico spetta l’altrettanto difficile compito di ridurre il grado di indeterminatezza delle diverse e distanti opzioni sparpagliate sul proprio terreno.
Sono esperienze che chiedono di essere patrimonializzate per svilupparsi, di farne nascere di nuove, di farle crescere in contenitori dotati di adeguata muscolatura per fronteggiare adeguatamente chi si nutre di riferimenti valoriali diversi o del tutto assenti. Vogliono rispondere con forza a chi oggi li cannoneggia ed è anche convinto di averli vinti definitivamente, e per farlo hanno bisogno di ridurre la frammentazione e la impermeabilità dei contenitori, di mettersi in rete per contaminarsi, nella convinzione che così si possa concorrere anche ad una migliore formazione delle classi dirigenti.
Chi vuole conservare la fiamma di quelle tradizioni comunitarie sul terreno politico si trova oggi di fronte al dilemma e alla responsabilità di dover scegliere se intraprendere lo stretto sentiero dei contenitori identitari utili forse per la testimonianza, oppure aprire lo spazio politico per raccogliere in un più grande falò i tanti e più tizzoni ardenti.
Per molto tempo quei grandi partiti di massa hanno offerto quello spazio, quando più e quando meno, e forse oggi di quel modello c’è ancora bisogno, perché di testimonianze ce ne sono già tante mentre ancora troppo angusto è lo spazio per accoglierle. Questo aspettano le tante Succivo viva, per affrontare le prossime legislature con la serenità di poter far da sé nei propri territori, senza ritrovarsi da sole nel Paese.
Andrea Vecchia
26 Settembre 2021 at 16:57
Bene, Andrea. Mi sono quasi commosso nel ritrovarti con le nostre parole di sempre: solidarietà, servizio, fare comunità, politica con la maiuscola…Pensavo che le prove e le fatiche del vivere avessero, come per tanti (e per me?), appannata la vista. Ma tu ci vedi, e bene. Ti ringrazio per questa iniezione di fiducia e di speranza.. A me gli anni stanno cominciando a pesare e il fisico a perdere colpi, ma la mente c’è e voglio tenerla sveglia, con e come gli amici di Succivo.
Ti abbraccio, come sempre.giuliano
27 Settembre 2021 at 10:32
Grazie per questa testimonianza molto bella, che mostra che la Politica con la P maiuscola è possibile e da cui traspare la sincera e profonda passione per il bene comune e anche un riferimento, descritto in modo molto acuto, seppure con l’uso di metafore, alla difficile scelta, per chi si riconosce nelle grandi tradizioni ideali e costituzionali del nostro Paese, tra la coltivazione di piccole aggregazioni, in cui magari ci si trova più a proprio agio ma che hanno scarsa incidenza, o in grandi contenitori che “pesano” certamente di più ma che hanno al loro interno tante contraddizioni e in cui a volte è difficile una vera discussione e una sintesi tra sensibilità culturali diverse. Io ho creduto e ancora credo, seppure con tante domande e tanti momenti complicati, alla seconda opzione: ma certo non può essere sufficiente l’idea, appunto, del “contenitore”. Molto più bella l’immagine del falò, usata da Vecchia, in cui tante fiammelle contribuiscono al suo fulgore. Ma certo occorre molta buona volontà sia nel recepire che nel contribuire.
27 Settembre 2021 at 12:41
Sì sono anche io convinto che il valore aggiunto delle liste civiche sia prezioso ed elevato. Ovviamente questo valore ha l’onere della prova: le liste civiche rinnovano la politica se raccolgono l’adesione e le candidature di persone rette e meritevoli. Le liste civiche rinnovano la politica se testimoniano: CHE IL FINE NON GIUSTIFICA MEZZI. Le liste civiche rinnovano la politica se si fondano su relazioni personali solide, aperte ed inclusive. Relazioni personali che permettono di rifondare la ragione della politica: essere al servizio della vita delle persone; la pratica politica è pratica di amicizia e di voglia di trasformare insieme le cose che non vanno a beneficio di tutti; la pratica politica buona richiede umiltà delle persone che la fanno: “perché l’io senza il noi non va da nessuna parte” e, soprattutto, perché studia ciò che non conosce, costruisce alleanze e compone i dissidi. La buona politica “pensa” e “frequenta” i giovani di cui sostiene desideri e capacità. La buona politica è alleata delle donne e riconosce in tutti un bisogno di azione e di senso. Quindi caro Andrea penso che tornare alle “origini” delle tradizioni politiche che si sono nutrite dell’idea che la “politica o è buona o è nemica della vita e dello sviluppo”, sia una buona idea per capire che in ogni epoca storica c’è stato bisogno di rinnovamento della politica e di crescita democratica. Anzi per capire che la democrazia è un bene che non c’è e non c’è mai stato, se non quando -prima qualcuno e poi molti- hanno cominciato a smetterla di fare semplicemente il coro o il tifo per questo o per quello ed hanno iniziato a chiedersi come rendersi utile al prossimo. Bene Andrea
27 Settembre 2021 at 12:48
Grazie per le riflessioni utili a superare la noia mortale della “propaganda” politica, molto diffusa in questi giorni.
Alzare lo sguardo e riflettere sulle nuove forme e sui nuovi contenuti che la “proposta” politica deve e può dare, coniugando tradizioni culturali antiche e nuova interpretazione delle regole civili del vivere comune, è sempre più stimolante. Una delle chiavi di lettura proposte che trovo particolarmente centrata, in questo periodo storico, è la richiesta di non ritenere sufficiente il saper fare ed il saper pensare, ma è fondamentale il saper sperare!
I giovani ventenni di oggi vivono un mondo incerto e senza più barriere, che può essere abitato solo da grandi speranze e, conseguenti, grandi visioni. Se queste speranze possano trovare ispirazione nel cattolicesimo democratico o, più semplicemente, nella consapevolezza cristiana della carità fraterna quotidiana, è una sfida a cui non possiamo sottrarci.
27 Settembre 2021 at 13:29
Quella descritta è una vicenda molto bella.
Ne ricavo domande. E’ un fatto isolato? Oppure si tratta di un fenomeno? Sarebbe plausibile un censimento anche considerando che ognuna avrà le sue particolarità? Per esempio gli uomini e le donne del PD ne sono parte; simpatizzano; ne sono avversari; oppure stanno alla finestra?
Il PD può essere simpatizzante e affiancatore ricavandone utili insegnamenti?
Oppure può nascere un movimento autenticamente autonomo e capace di confronto con i partiti; ma non avendo niente a che fare con fenomeni tipo le liste che affiancano i candidati sindaci come a Roma?
Sarebbe bello ragionarci.
27 Settembre 2021 at 15:26
Lavoro da molti anni nelle istituzioni pubbliche, occupandomi a diverso titolo di progetti di innovazione, soprattutto culturale.
Devo sempre, e sottolineo sempre, ricordare alla mia ampia e variegata rete relazionale, che la qualità e la professionalità che trovo nei mondi della Pubblica amministrazione, a volte ti lascia senza fiato.
Ti chiedi come sia possibile che persone di livello umano e professionale incredibili possano continuare a lavorare per stipendi che rasentano il ridicolo (la classe media sappiamo che negli ultimi anni ha pagato il costo più alto di questo liberismo finanziario), per ruoli quasi sempre sotto dimensionati rispetto ai compiti. E chi più ne ha più ne aggiunga.
L’esperienza di Salvatore, che ho avuto il piacere di conoscere, rientra pienamente in questa casistica. Ma ha anche un’altra qualità, che ritrovo in moltissimi giovani, ancora troppo invisibili nei nostri vecchi e a volte ammuffiti circuiti politici, la PASSIONE.
E con la totale assenza di tornaconti personali.
Ringrazio Andrea per averci regalato questo squarcio su una realtà tanto sofferente della mia terra, ma anche così vitale.
I giovani aspettano esempi e ragioni che possano aiutarli ad emozionarsi, ad avere quella tensione quasi magica, a gettare il cuore oltre ogni tempo.
E per citare un grande artista, come Gaber, mi sembra di essere pienamente in quel verso di “Qualcuno era comunista”:
…Qualcuno era comunista perché credeva di poter essere vivo e felice
Solo se lo erano anche gli altri…
27 Settembre 2021 at 17:23
Grazie Andrea! Bellissima e lucida riflessione. La forte speranza che caratterizza le tue parole non tocca l’affidabilità dell’analisi! Ho sempre creduto nella politica e nella possibilità che potesse essere “Buona” anzi dovesse essere buona! Sono convinta anche io che con lentezza si riemerga dallo scenario così degradato e scellerato che abbiamo avuto sotto gli occhi da diverso tempo e specialmente in questi ultimi due decenni. Seminare senza stancarsi mai, metabolizzando lutti e sconfitte collettive e attendere attivamente che il bene comune prevalga
27 Settembre 2021 at 17:41
Se posso dirlo in maniera provocatoria , come altre volte ho espresso personalmente ad Andrea, al di là dell’ormai inascoltabile chiacchiera dell’agenda politica , continuo a pensare che , rispetto alla mia personale esperienza , ci sono delle notevoli personalità con forti competenze e altrettanto forti valori sia nella sfera pubblica che privata ma il vero nodo è che non emergono …….anche se come in questo caso è vero il contrario!!
27 Settembre 2021 at 18:23
Sono rimasta veramente colpita, ho sentito vibrare le corde di quel senso di appartenenza ad una comunità che mi ha sempre ispirata nella vita, nel lavoro, nella passione politica. Essere comunità, sentirsi uniti verso obiettivi di cambiamento, verso la riduzione delle diseguaglianze sociali, verso cammini di pari opportunità per tutti gli essere umani. Ho ritrovato lo spirito dei tempi dell’ULIVO: sentirsi insieme nelle differenze ma uniti verso un traguardo. Sì oggi è tutto più difficile perché occorre non solo costruire, ma anche “ricostruire” e al contempo i bisogni sono cresciuti a dismisura e siamo chiamati a porre la CURA al centro delle nostre riflessioni : una cura trasversale dalla/dalle persona/e all’ambiente, al pianeta…..E CURA è attenzione all’altro, ascolto, relazione, supporto…..cambiamento di paradigmi. Grazie per ciò che state facendo, grazie per la vostra testimonianza che fare politica con la P maiuscola è ancora possibile, grazie per nutrire la speranza che come in Norvegia ed in Germania possa rinascere un pensiero sociale che sappia non solo “narrare”, ma anche dimostrare nei fatti il valore di un pensiero comune che si mette all’opera per trovare cammini solidali e dare opportunità di vita migliore ai tanti.
27 Settembre 2021 at 18:27
Grazie alla segnalazione di Andrea ho letto l’articolo e soprattutto sono venuto a conoscenza della bella piazza di c3dem.
Due considerazioni sull’articolo: l’esperienza di Succivo Viva viene da lontano e come ha ricordato Salvatore Papa è strettamente legata ai valori. Se si fosse trattato solo di ideologie, i “solidi tetti” sarebbero crollati addosso a chi li frequentava e avrebbero schiacciato le idee insieme ai partiti che le incarnavano. Invece si trattava di valori e quel seme, seppur sotto altre forme, resiste. Anzi, ultimamente si assiste ad uno sbocciare di esperienze che ci confermano quanto sia ancora vivo. Non va lasciato solo, va coltivato e difeso dalle erbacce. Solo così potrà portare nuovi frutti.
L’esperienza di Succivo è uno di questi semi, e vengo alla mia seconda considerazione. Si tratta di un area difficile, etichettata come terra dei fuochi, circondata da comuni molto più grandi in una conurbazione dove è difficile capire dove finisce un comune e ne inizia un altro. L’esperienza amministrativa risente enormemente di queste difficoltà. E solo se animati da valori forti ci si può mettere in gioco. Per questo è importante seguirla anche dopo le elezioni e merita tutta l’attenzione della comunità c3dem. Una bella piazza come ho detto, che a partire da questo momento voglio frequentare anch’io. Grazie
27 Settembre 2021 at 18:37
Ho grande rispetto e riconoscenza per quello che fate ma io non sono più, se mai lo sono stato, in grado di seguire questi percorsi. Ognuno ha la sua storia, si fosse chiamato Costituzione, Ecumenismo e Cittadinanza avrei forse avuto un moto di interesse un po’ più marcato. Spero che vinciate voi ma io resterò sotto un ulivo a guardare e a curare l’orto perché la sera nel mio piatto ci sia quel che ho prodotto qui. Scusatemi e buon lavoro
27 Settembre 2021 at 18:40
Bello! Andrea propone di restituire alla politica il suo ruolo fondamentale. Quello di ascolto, di partecipazione e di risposta. Andrea mette in evidenza il significato e il senso di comunità, ormai perduto nella spersonalizzazione dei social. È invece proprio la comunità il riferimento primo e ultimo della politica. La politica come strumento e non come fine, in grado di portare i giovani a confrontarsi e partecipare al proprio futuro. Un bellissimo progetto!
27 Settembre 2021 at 19:09
Una bellissima storia, Caro Andrea.
Mi viene in mente soprattutto una conclusione: se la politica acquisisse questi valori in modo sincero, concreto, trasparente, senza secondi fini o obiettivi che non siano che quelli del benessere dei cittadini, con rigore ma anche con la capacità di convincere e di mediare e di decidere in modo giusto, equo, ponderato, senza sottrarsi alla verifica e al controllo, forse tutto questo populismo e questa “politica” fatta di slogan e di tweet scomparirebbe.
Un suggerimento: forse il nome più appropriato di questa esperienza civica dovrebbe essere: Viva Succivo!
27 Settembre 2021 at 19:22
Ho intrapreso la lettura del testo senza sapere chi ne fosse l’autore. Nello scorrere le righe con le dita sul mouse compivo un gesto che non era dissimile dal togliere la polvere da una foto che colpevolmente era rimasta riposta per troppo tempo in un cassetto. Lentamente ne riconoscevo i tratti, fino al momento della lettura della firma, quando ho avuto la conferma dell’immagine dell’amico di un tempo pasasto, che mi aveva affascinato e invitato a salire con lui sul cavvalluccio della giostra dei nostri sogni. Un amico che ha conservato immutato il suo splendore e la sua lucidita’. Meglio non potevi rendere, caro Andrea, la necessita’ di aggrapparci all’ultimo appiglio rimasto, ovvero la speranza della rinascita di paradigmi di valori che riaccendano gli stimoli al volo e che ne guidino le traiettorie declinandole secondo le nuove correnti, in un contesto che ormai risulta dominato da venti estemporanei e paesaggi pervasi dal peggiore dei modelli: il buon senso!
27 Settembre 2021 at 19:40
La passione per la politica partecipata traspare non solo dalle parole, ma dalla voglia di partecipare e contribuire alla costruzione de bene comune.
Riagganciare ai valori e alle figure umili ed esemplari del passato non è fuori luogo. Nasce dalla consapevolezza che, grazie a loro, noi siamo più fortunati. Una responsabilità in più non una posizione di rendita.
27 Settembre 2021 at 20:17
Condivido molto la riflessione sulla necessità per la democrazia di tornare ad avere partiti grandi e inclusivi con cui svilupparsi. Partiti grandi significa di spessore, di complessità, di pluralismo interno, non solo di voti o percentuali di gradimento. Partiti grandi sono quelli che non inseguono la notizia del giorno, che non prendono posizioni senza prima aver sviluppato una discussione, un confronto, articolato un pensiero condiviso.
Partiti così oggi non ne abbiamo più, la finanza ha fagocitato anche loro, col mito dell’efficienza aziendale, come ha fagocitato le politiche pubbliche col totem del pareggio di bilancio. Dovranno tornare. Facciamoci trovare pronti.
27 Settembre 2021 at 20:47
L’importanza della politica nasce dalla necessità per l’essere umano di occuparsi della comunità per essere completo. Il riferimento all’agorà greca riporta direttamente alla definizione aristotelica dell’uomo come animale politico.
Chi si nutre di buoni ok pensieri e sentimenti è naturalmente condotto in questa direzione. Io penso che nel nostro paese siano molte, moltissime le persone in grado di comprendere ed interpretare questi pensieri e questi sentimenti mettendoli a servizio della comunità. Per questo è importante testimoniare e far conoscere questi esempi di impegno civico e cercare di ragionare sul futuro della politica, che ci sarà, alla faccia di chi la dà per morta, sostituita dall’economia, dalla tecnocrazia, dagli algoritmi.
28 Settembre 2021 at 01:00
Grazie Andrea per questa tua narrazione.
È davvero confortante vedere che in diversi speriamo ancora nella buona e sana politica, quella che sa contaminare con il proprio portato valoriale e che vuole fare sentire ad ogni cittadino di essere parte di un tutto.
Ma diciamo pure che siamo giunti in un momento in cui qualcosa deve assolutamente
essere rivisto fra gli ingranaggi della macchina politica se i livelli di astensione sono sempre più elevati ogni volta che andiamo a votare.
Saranno le conseguenze di un trentennio in cui
piano piano ogni ‘contenitore’, politico e culturale, è stato completamente svuotato di quei valori che erano necessari a farci ‘sentire’ di essere parte di un progetto, di un tutto?
Sicuramente si, questo ma anche altro….. Allora ben vengano le esperienze civiche serie e,come dici tu, che abbiano però anche capacità di fare rete per essere incisive.
Allo stesso tempo, dall’altra parte, urge sicuramente avviare una riflessione profonda, vera ma veloce, sulla ‘forma partito’, perchè anche da questo, per chi come me ha scelto di militare in un grande partito, dipende poi la decisione di molti di continuare a starci, con la disponibilitá di farsi contaminare da chi arriva o da chi già c’è ma con alle spalle un percorso culturale diverso, e soprattutto per contaminare ogni comunità in cui ognuno deve sentirsi necessario per la realizzazione della comunità stessa, nessuno escluso. Proprio come la metafora del poliedro di cui parla Papa Francesco nella Evangelii Gaudium, ma anche e soprattutto come quel famoso art.3 della Costituzione.
In bocca al lupo al candidato sindaco di Succivo!
28 Settembre 2021 at 09:33
Grazie Andrea. La corsa del nostro tempo non ci fa soffermare più sugli importanti valori a cui fai riferimento.
28 Settembre 2021 at 10:33
Papa Francesco, qualche tempo fa, parlando della politica, ha detto che chi fa politica lo dovrebbe fare per vocazione perché essa è esercizio di carità, esercizio cioè volto al bene comune e distante il più possibile da interessi personali e di parte (anche di partito!). Ha detto tra l’altro che “la politica è una forma alta di carità”. Mi pare che l’intervento di Andra si muova dentro l’orizzonte indicato da Papa Francesco, anche se rivolto alla concretezza di una campagna elettorale e alla vita di tutti i giorni. Per affrontare e possibilmente risolvere i problemi concreti delle persone giorno per giorno (uno dei grandi doveri della politica) è necessario fondare il “saper fare” su principi e valori alti, grazie ai quali – grazie cioè alla loro capacità di unire le persone di buona volontà – è possibile superare il nostro individualismo e diventare comunità in cammino. Grazie Andrea per il tuo contributo e per quello degli amici di Soccivo: sono contributi che aiutano a far sì che il volto della politica sia sempre più umano.
28 Settembre 2021 at 10:52
Caro Andrea,
anche a me ha emozionato non poco leggere questa magnifica esperienza che narri. Quasi con “invidia”. Perchè, purtroppo, è anche vero che in altre latitudini anche le liste civiche non sfuggono agli errori e agli orrori che caratterizzano ormai la pOLITICA dei partiti (se ancora esistono). Quello che ne traggo è che laddove prevalgono i valori (e non gli ideali) e una cultura umana (intesa come “coltivazione” dell’essere umano) – per come già prima di me molti hanno evidenziato – non può che fiorire una comunità giusta (mai legale!) e attenta verso i suoi componenti. Sono i Valori, a mio avviso, ciò che fanno la differenza nei contesti umani e democratici (e non) piuttosto che le semplici idee, ideali, procedure e regole. E dal tuo narrare trasuda una realtà che questi Valori li abita e li vive davvero: mi viene voglia di venire a trovarvi e stare assieme! Vi auguro con il cuore che riusciate nei vostri obiettivi perchè la contaminazione positiva esiste e c’è necessità di questi modelli che possano costituire una guida e una speranza. Ti abbraccio.
28 Settembre 2021 at 11:37
Ottino contributo Andrea…appare infatti chiaro a molti (anche se solo in pochi sono disposti a dirlo pubblicamente) che la politica ridotta ad esercizio tattico e dentro una prospettiva di breve periodo stia producendo risultati distruttivi tanto sulla fiducia delle persone quanto sulle loro “tasche”. Sono in molti quelli che fingono di essere soddisfatti rispetto a quello che succede, sopportando in silenzio. Pensare che la vita politica e democratica si riduca al solo esercizio del voto è una distorsione di cui dobbiamo essere consapevoli: non possiamo rinunciare alla responsabilità personale poiché l’inizio del cambiamento coincide con la presa di coscienza che la persona debba essere protagonista della realtà e non svolgere un semplice ruolo da spettatore.. Abbiam bisogno di pensiero critico e spinte dal basso capaci di costruire alleanze di scopo anche in politica.
28 Settembre 2021 at 11:52
Bravo il Salvatore di Succivo viva che fa rivivere allo scoperto la democrazia nel territorio, dove, sembra, sia sempre vissuta. E quell’appello “alle tradizioni politiche che più e meglio di altre hanno acceso e mantenuto la dimensione comunitaria” ci dice quanto il presente sia frutto dell’esperienza, del vissuto, della storia migliore. No, non ci sono spazi alla nostalgia perché realtà e utopia si incontrano, convivono, nell’oggi, nelle difficoltà dell’oggi. Dio mio, realtà e utopia si incontrano, nasce la speranza per altri, al di là anche del territorio.
28 Settembre 2021 at 13:33
Grazie, Andrea, per aver saputo cogliere e descrivere quei germogli che spesso sottostimiamo e invece esistono, chiedono legami e ci autorizzano a sperare.
Hai ragione, la qualità della vita passa dalla soluzione dei problemi relazionali non meno che dalla soluzione di quelli logistici, “saper dosare” è l’approccio giusto: oggi -più che in passato- l’equilibrio tra direzioni apparentemente alternative e la giusta alchimia” tra professionalità e politica, tra saper fare e saper pensare”, è la strada da percorrere per evitare di cadere nella rassegnazione di chi ritiene di aver già visto il film o nell’illusione di improbabili messia.
I due solidi tetti sotto i quali fare politica non ci sono più da molti anni ed è progressivamente venuta meno anche la confortevole appartenenza ad un brand riconoscibile, ma non sono scomparsi i frutti di quelle matrici, solo che ora crescono nei prati e non più in serra: bisogna riconoscersi dai frutti, non più dalla serra di provenienza.
Non avrei dubbi sul dilemma che tratteggi: lo stretto sentiero dei contenitori identitari non serve, quello che serve è lo spazio politico per raccogliere in un più grande falò i tanti e più tizzoni ardenti. Ci sarebbe più utile un carismatico fuochista che un grande condottiero.
28 Settembre 2021 at 14:25
Il rischio ci sta tutto, quando senti parlare di certi valori. Il Rischio è di restare intrappolati,come un “veliero tra i ghiacciai”, l’approdo definitivo, (l’immagine citata è quella della foto sull’utimo disco di Francesco Guccini,”L’ ultimaThule”),nei freddi ricordi del passato.Freddi ricordi, perchè ancorati a dei valori venuti giù dalla rottura della “linea vita”,quel sistema valoriale di anticaduta dall’alto a cui si è stati aggangiati ad una certa età, in un certo periodo storico, per poter dare un indirizzo alla passione collettiva, presente nella quotidiana attività politica dei tanti gruppi giovanili e di sinistra anche estrema (concedetemi la parzialità). Ma la passione, la bellezza, la forza, la voglia con cui Salvatore Papa,cerca di riparare quel filo spezzato e di ri-ancorarlo ai due pilastri del passato: quello della migliore tradizione Comunista e a quello Popolare, il modo con cui partecipa,con rigore e preparazione, alla costruzione del bene Comune, del leader di Succivo Viva,Salvatore Papa,quel modo, ha la potenza di riaccendere gli stimoli giusti, anche a chi come me di “promesse al vento ne ha sentite troppe cit.”, per ritornare,per fare, per ripensare con i giovani, alla politica, quella appunto con la “P” maiuscola.
28 Settembre 2021 at 14:43
Grazie Andrea, la testimonianza che ci proponi apre il cuore alla speranza. Queste esperienze civiche. tanto ricche di valori e di passioni, sono ancora pù preziose per il futuro dell’Italia quando emergono dal nostro Mezzogiorno. Auguro pieno successo ai promotori e ai sostenitori di Succivo Viva.
Walter Tocci
28 Settembre 2021 at 15:18
Grazie Andrea per questa bella testimonianza . Quei sentimenti e quegli ideali penso che per molti di noi siamo ancora vivi. E vorrei dirlo con le parole di una lontanissima canzone ritrovata di Giorgio Gaber
L’appartenenza
Non è lo sforzo di un civile stare insieme
Non è il conforto di un normale voler bene
L’appartenenza è avere gli altri dentro di sé
L’appartenenza
È assai di più della salvezza personale
È la speranza di ogni uomo che sta male…
Io non pretendo il mondo intero
Vorrei soltanto un luogo, un posto più sincero
Dove rinasca non so come e quando
Il senso di uno sforzo collettivo per ritrovare il mondo
L’appartenenza
È un’esigenza che si avverte a poco a poco
Si fa più forte alla presenza di un nemico
Di un obiettivo o di uno scopo
È quella forza che prepara al grande salto decisivo
Che ferma i fiumi, sposta i monti con lo slancio di quei magici momenti
In cui ti senti ancora vivo
Sarei certo di cambiare la mia vita
Se potessi cominciare a dire noi”
E’ un po’ quello che stiamo vivendo noi a Napoli nella campagna elettorale intorno ad Antonio Bassolino .
28 Settembre 2021 at 16:09
Il notevole sforzo compiuto testimonia la necessità di intervenire con strumenti appropriati per sciogliere i nodi inevitabilmente accumulati in una filiera decisionale troppo lunga. La strada intrapresa è quella giusta: fornire competenze organizzative omogenee a tutti i livelli decisionali. L’alternativa è modificare l’assetto organizzativo dell’intero Paese accorciando drasticamente le filiere decisionali. Ma la strada non sembra attualmente praticabile.
29 Settembre 2021 at 13:39
Ringrazio Andrea per aver sollecitato una riflessione, con l’auspicio -implicito- che non rimanga solo tale, su esigenze che nel nostro profondo e nel nostro vivere quotidiano avvertiamo, soffrendone, ma alle quali non vediamo dare risposte adeguate. In questi ultimi trenta anni circa, la nostra società non ha saputo trovare soluzioni idonee alla crisi del precedente modello di rappresentanza politico-sociale.
Il leaderismo esasperato, i partiti personali, il progressivo inaridimento della partecipazione democratica dovuto alla definitiva crisi delle formazioni partitiche, non più peraltro in grado di formare e selezionare una classe dirigente, l’affermazione di modelli di comunicazione sociale capaci di generare l’illusione di una diretta partecipazione dei cittadini alle problematiche comuni e di una conseguente salvifica disintermediazione hanno caratterizzato questi lunghi anni, unitamente alla caduta di spinte ideali aggreganti. Abbiamo assistito all’inevitabile allontanamento dei cittadini dai momenti elettorali, in particolare dei tanti che non rinvenivano nell’offerta politica di quel momento ragioni di proprio interesse particolare.
Ma tutto ciò veniva, per fortuna, almeno in parte, compensato sempre più dal volontariato e dall’associazionismo che hanno offerto un’importante linfa alla insopprimibile necessità di sopravvivenza della nostra società.
Quei valori che caratterizzavano le formazioni politiche di provenienza culturale cristiana e socialista non di certo sono caduti nel nulla. L’esempio degli amici di Succivo lo testimonia. Ed hanno il merito di dar vita ad una offerta politica autonoma e autentica, caratterizzata da quei valori senza intermediazioni e sconti. Il loro esempio deve essere da stimolo a tutti noi che desideriamo una politica orientata esclusivamente al benessere della comunità di cui si è parte. Quei valori di partecipazione democratica, responsabilità collettiva ed impegno all’inclusione sociale dei più deboli e al superamento delle disuguaglianze, in particolare di quelle relative alle opportunità da assicurare ai più giovani. Certo occorre che si creino contenitori adeguati a tale ruolo. Le attuali formazioni politiche tese al consenso di brevissimo periodo non propongono visioni e politiche degne dei valori da noi avvertiti come fondamentali. Le liste civiche costituite dal basso, da persone davvero orientate al bene comune e non al proprio, alternative, e non di appoggio all’offerta riconducibile alle organizzazioni leaderistiche, rappresentano una risposta importante, che però deve essere accompagnata dall’impegno di ricercare la convergenza con altre iniziative analoghe promosse su altri territori, così da tendere alla formazione di reti che possano divenire sempre più rappresentative di strati di cittadini che desiderano partecipare alla costruzione del futuro delle nuove generazioni. E non v’è dubbio che la cultura cattolica impegnata nel sociale segnata nel novecento a partire dagli insegnamenti di Leone XIII rappresenta una fonte viva che può essere decisiva in una nuova stagione di impegno dei cristiani nella società politica.
29 Settembre 2021 at 20:58
Caro Andrea, mi ha dato una bella scossa la tua narrazione. È scritto bene davvero. Ma al di là della forma è il contenuto che è suggestivo. Il richiamo alle parole grandi, come lo scriba evangelico che tira parole antiche e nuove. Le parole antiche sono sempre nuove. E tu stesso ne fai uso. Quello che cambia è la declinazione della parola antica. La parola fraternità per esempio come declinarla oggi? La fratelli tutti ci invita alla creatività. Una cosa è certa :per una forza di sinistra (o dj centro sinistra) quella parola è il dato di differenziazione rispetto alla destra. Questo sarà la grande sfida di un partito che voglia ricostruire la società lacerata dal Covid. Ho usato ls parola partito perché di questo c’è bisogno. Per cui la penso come te : abbiamo bisogno di un contenitore robusto, come scrivi tu con muscoli forti. Sono troppo grandi le sfide che abbiamo di fronte il singolo farebbe la fine dj don Chisciotte. Per cui raccolgo volentieri la tua riflessione. Per quello può valere sono disponibile alla costruzione di questo spazio politico.
30 Settembre 2021 at 12:37
Caro Andrea,
a prescindere dall’esperienza di Succivo che descrivi così bene, ma che io non conosco personalmente, ritrovo con piacere nelle parole con cui la racconti e ce ne fai partecipi, concetti e suggestioni che condivido e che stanno anche nelle mie corde.
Condivido il bisogno di cercare nelle proprie radici valori e sentimenti che diano senso alla politica di oggi senza negare la necessità di confrontarsi con chi è più giovane di noi, di contaminarsi, innovare ed arricchirsi di nuovi valori ed esperienze. Condivido l’importanza di radici affondate nella cultura della solidarietà cristiana e dell’impegno e nella tradizione collettiva di eguaglianza e giustizia sociale del socialismo e del comunismo, nonché l’importanza della tensione verso il cambiamento, del senso civico e di comunità e del rispetto delle persone. Condivido la necessità di una politica fatta di convinzioni, che sappia gestire il quotidiano e rispondere ai bisogni concreti, ma in un quadro di strategie, verità e idealità, e non di opportunismo o mera comunicazione e ricerca del consenso fine a sé stesso. Sono anch’io convinto dell’esigenza di cercare luoghi e spazi più ampi possibile di condivisione di valori e obiettivi, senza però trasformismi e ammucchiate strumentali, per una politica capace di realizzare il cambiamento – ieri era l’Ulivo, oggi il ‘campo largo’ … – e non solo di mera testimonianza identitaria.
Grazie a te e auguri ai tuoi amici di Succivo.
30 Settembre 2021 at 15:26
La pandemia ci ha colto infragiliti dalla crisi finanziaria del 2008.Ad una situazione eccezionalmente grave le classi dirigenti europee e nazionale stanno offrendo una risposta eccezionale.
Adesso tocca alle classi dirigenti locali. Cogliere le opportunità offerte dalla programmazione 2021 2027 è come prendere in corsa un treno rapido. Ci vogliono capacità particolari. Ma solo se riesce a coglierle si possono riparare le grandi disuguaglianze tra territori, tra generazioni, tra i generi che tanto appesantiscono la vita del nostro Mezzogiorno.E, quindi concordo con Andrea, ci vogliono donne e uomini competenti ed energici; e che considerano il fare politica una condizione per il miglioramento della vita delle persone.Salvatore Papa e’ uno di questi.
1 Ottobre 2021 at 15:20
La sana politica. La politica che pone il bene comune al centro. Il bene dei propri concittadini. La passione di far politica per il bene comune. Non per astratti ideali, ma per mettere se stessi a disposizione della comunità.
Una visione di politica che in piccole realtà fortunatamente resiste e si fa strada nella voce e nel cuore di chi ha a cuore il proprio popolo.
L’esperienza e la passione di Salvatore per la politica e per la politica a Succivo viene da lontano. E’ una esperienza personale, di crescita interiore, prima che di crescita politica. L’ho vista alimentarsi quella passione, di dibattiti e confronti. E scontri. L’ho vista crescere e farsi comprensione di sé e di ciò che lo circondava.
Mi piacerebbe vedere altrettanta passione, amore per il bene comune anche a livello nazionale. Emozione che emoziona. Passione che coinvolge e rende credibile chi parla. Mettersi a servizio e non farsi servire.
Che bella la politica così!!!
In bocca al lupo amico mio! Sei un grande!
4 Ottobre 2021 at 08:44
Caro amico , solo i legami fanno la società è solo attraverso i legami si fa una politica al servizio delle persone e della comunità. Libertà come partecipazione e come relazione per un progetto . Come si dovrebbe fare ovunque. Un abbraccio Romano
24 Ottobre 2021 at 17:38
Questa altra tappa elettorale Andrea si è conclusa.I tuoi ragionamenti qui fatti rimangono. Spero di incontrarti/vi. Un abbraccio. Fabrizio
28 Novembre 2021 at 17:34
Finalmente ho letto…E ringrazio Andrea per questa ricchezza umana e per la fiducia tenace in tutti noi, nella capacità che ancora abbiamo di cambiare. Lo ringrazio, in particolare, per una parola che su tutte riannoda quei fili sfilacciati delle relazioni umane e sociali che anelano nuovo nutrimento: interdipendenza.