Alcune domande “preventive” su questa nuova unità dei cattolici in politica.

Ben prima di Todi, Francesco Casavola sul Corriere della sera del 20 settembre, Presidente del Comitato Nazionale per la Bioetica, e presidente emerito della Corte Costituzionale pone alcune domande chiare:

“Il pluralismo di linee di orientamento fino a che punto sarà legittimamente fondato e realisticamente accettabile? E non si porrà la domanda, già posta dal Concilio Vaticano II, sulla competenza dei laici, in luogo della gerarchia? Quali che siano le intenzioni strategiche dietro le insistenze a far dei cattolici o tra i cattolici un partito, sembra indispensabile capire se una così ardua operazione valga a restaurare la trama sfilacciata delle tele esposte fino ad oggi nella galleria dei partiti italiani, con predilezione per quelle di destra o di sinistra o di centro. I pastori della Chiesa esortano alla formazione di una giovane generazione di cattolici alle responsabilità politiche. Si tratta solo di un programma educativo? O non anche di una mobilitazione della sterminata rete dell’ associazionismo cattolico, che dia testimonianza quotidiana, assidua, visibile dei valori della vita cristiana, in attiva preparazione del giorno in cui, dal basso e con ampiezza popolare, sarà chiesto, anche da non cattolici, come nello sturziano 1919, un nuovo e finalmente diverso partito italiano?”

Il dibattito è aperto, ora che da Todi “la mobilitazione è partita”.

Intervento di  “L’ipotesi unitaria” di Raniero La Valle a questo link

 

 

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