Prima di riformare il sistema parlamentare (il sistema della rappresentanza), si debbono far rivivere i partiti, si deve cercare “di porre su basi di legittimazione più larghe e continue le istituzioni rappresentative”, “di far fruttare il capitale sociale di cui l’Italia è già così ricca e di collegarlo al rarissimo capitale esistente”. Così Andrea Manzella su Repubblica (“Le voragini della democrazia italiana”), con un occhio particolare al Pd. Michele Salvati, in un editoriale sul Corriere (“Il vero partito mai nato”), sostiene che “il Pd è un grande partito, ma non è un vero partito”, perché non ha saputo tenere insieme le sue due tendenze, liberale e socialdemocratica, emarginando la prima (“il caso Renzi” dice “è esemplare). Sul Manifesto Alberto Asor Rosa, che definisce di centro-destra l’attuale governo, parla di “totale assenza di corrispondenza fra interessi e rappresentanza”, critica l’assenza di progetto nel Pd, il suo non rappresentare né i lavoratori né i tanti movimenti sociali presenti nel paese (“L’anello mancante. Se (e come) il Pd può evitare il suicidio”). Su Europa Salvatore Vassallo commenta positivamente che “Le primarie aperte non sono più in discussione”. E Repubblica, adesso, racconta con qualche ammirazione “La prima volta di Letta e il feeling con Obama”.