La civiltà smateriale e la religione detestata

| 0 comments

La benemerita trasmissione radiofonica di Radiotre “Paginatre”, in onda al mattino alle 9.00, questa mattina (1 febbraio) ha dato spazio ad un articolo di Raffaele Simone apparso sulle pagine culturali Repubblica, “La civiltà materiale”. Ma il commento conclusivo del pur bravo conduttore, Vittorio Giacopini, mi ha lasciato di stucco.

Nel suo articolo Simone riprendeva un intervento dello scrittore americano Jonathan Franzen, apparso anch’esso su la Repubblica qualche giorno prima, nel quale si gettava l’allarme sull’avvento del libro elettronico e sulla sua volatilità, e approfondiva l’argomento, sostenendo non si tratta solo dei libri. Il processo di smaterializzazione riguarda moltissime cose, e persino persone. Si è cominciato con la videoscrittura, che ha fatto sparire la carta su cui scriviamo; poi le librerie on line, i videogiochi, le operazioni che prima si facevano alla posta o in banca e ora si fanno in maniera virtuale. “La lista delle entità che sono materialmente scomparse via via che nascevano i loro equivalenti virtuali è impressionante”, dice Simone.

Alla fine del suo articolo Raffaele Simone mette in guardia sul fatto che “la virtualizzazione, trasferita nell’uso delle masse, rischia di dissipare il duro sforzo dei fondatori della razionalità moderna” (i Bacone, i Galileo, i Cartesio, i Newton…), i quali si sono battuti coraggiosamente contro l’imperversare di “miti, favole, superstizioni, fandonie, follie religiose e manie varie”. E si chiede: “Le ‘sensate esperienze’ del grande Galileo cederanno il posto a nuovi ‘idoli’ digitali? Chi ci assicura che qualcuno non inventerà un culto digitale, un ‘Quelo’ virtuale da spacciarci via internet come il nuovo dio?”.

Come commenta, chiudendo il servizio, il conduttore? Con queste parole: “Ecco, siamo partiti dai lamenti di Franzen sul libro cartaceo e il libro elettronico, e siamo finiti a questo timore che solleva Simone: che, appunto, attraverso la smaterializzazione, poi possa tornare a infestare la nostra vita l’oppio dei popoli, cioè la religione”.

Caspita! Come ai tempi di Zdanov…

 

Lascia un commento

Required fields are marked *.