LEOPOLDO ELIA

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«L’importante è, malgrado le delusioni e le regressioni, non perdere la volontà di battersi per le cause che si ritengono giuste, seguendo il monito alto di Machiavelli: “Gli uomini debbono sperare sempre e non si debbono abbandonare mai, in qualunque fortuna ed in qualunque travaglio si trovino”». È il pensiero di Leopoldo Elia (da: Dinamica «esclusione/integrazione» e forma di governo italiana, in Giur. Cost. 1999) che ricordiamo a cinque anni dalla morte, il 5 ottobre 2008. La Sua lezione è di grande attualità.

La Sua resta è davvero, tuttora, una delle voci più alte del cattolicesimo democratico, non solo per i contenuti  giuridici e politici, ma anche per l’ispirazione ideale e lo “stile” con il quali li ha comunicati e vissuti. Uno “stile” di serenità, di fermezza e di speranza che costituisce anche per noi oggi una grande lezione; e che  ci sembra utile affiancare a un’esortazione che Aldo Moro ci ha lasciato, in quell’articolo scritto per la Pasqua del 1977: «Non è importante che pensiamo le stesse cose, che immaginiamo e speriamo lo stesso identico destino; ma è invece straordinariamente importante che, ferma la fede di ciascuno nel proprio originale contributo per la salvezza dell’uomo e del mondo, tutti abbiano il proprio libero respiro, tutti il proprio spazio intangibile, nel quale vivere la propria esperienza di rinnovamento e di verità, tutti collegati l’uno all’altro nella comune accettazione di essenziali ragioni di libertà, di rispetto e di dialogo. La pace civile corrisponde puntualmente a questa grande vicenda del libero progresso umano, nella quale rispetto e riconoscimento emergono spontanei, mentre si lavora, ciascuno a proprio modo, ad escludere cose mediocri per fare posto a cose grandi».

Su Leopoldo Elia si può vedere, tra gli altri, anche i siti:

http://www.astrid-online.it/Dicono-di-/Leopoldo-E/index.htm

http://fucimacerata.wordpress.com/leopoldo-elia/

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