L’autore, dell’associazione “Agire politicamente”, interviene nel dibattito aperto da Guido Formigoni (di “Città dell’uomo” e presidente della Rete c3dem)
Ritengo che il bipolarismo, e quindi l’alternativa fra due parti distinte – probabilmente meglio se due coalizioni piuttosto che due partiti che forzerebbero le legittime diversità… -, in politica rappresenti la situazione auspicabile per il governo del nostro Paese. Ciò nonostante l’esito apparentemente negativo degli ultimi decenni: in questi anni abbiamo vissuto, infatti, un bipolarismo falsato dalla presenza di un personaggio che più che rappresentare una parte politica ha rappresentato, e continua a rappresentare, se stesso e la sua preoccupazione di conservarsi al potere.
Questa situazione ha evidenziato un populismo deleterio ed ha esasperato il confronto polarizzandolo fra i seguaci e gli oppositori di quel personaggio più che su due chiare linee politiche alternative.
Io ritengo che sia prioritario, per la qualità della nostra democrazia, porre fine a tale situazione anomala che ha nuociuto alla sensibilità democratica della comunità nazionale, esaltando la cultura del tornaconto personale ed attenuando il senso della partecipazione solidale e responsabile dei cittadini posta alla base della nostra democrazia dai primi articoli della carta costituzionale.
La situazione problematica di oggi, la nostra situazione economica e sociale, ci dice che per essere governata ha bisogno di una politica forte e per essere forte la politica deve avere un’idea, delle idee, non una ideologia che non le consentirebbe di leggere la situazione, che la sclerotizzerebbe, ma idee da cui nasca un programma.
E le idee possono differenziarsi…devono differenziarsi: io credo che esistano una destra ed una sinistra, credo che debbano esistere.
Oggi c’è la tendenza a giudicare i governi e le forze politiche che li esprimono solamente su un piano di quantità delle cose fatte e si parla genericamente di “riforme” necessarie….senza indicarne la qualità, come se la politica potesse essere neutra ed asettica.
Dobbiamo ritrovare il gusto delle idee, di ragionare in base alle idee e di confrontarci su idee diverse: la destra e la sinistra esistono ancora ed è un bene che esistano!
Il superamento dei problemi economici ha bisogno di idee…l’economia ha bisogno di essere governata. Il progetto, l’intenzione di considerare l’economia governabile dalle idee, da una politica fatta di idee e di scelte programmatiche che le rendano concrete, non deve rappresentare una utopia.
Il fenomeno del Movimento 5 stelle, posto in dirompente evidenza dall’ultima consultazione elettorale, ritengo non debba spaventare perché rappresenta una giustificata reazione al degrado: è segno che è ancora presente, e ciò è positivo, una capacità di reazione al degrado del nostro sistema democratico, sia sul piano della involuzione delle strutture che sul piano morale. Si tratta di tradurre tale reazione in energia positiva per una profonda riforma delle istituzioni e delle prassi democratiche. Profondamente errato sarebbe un fronte comune contro l’espressione che tale reazione ha assunto nell’esito del voto, in difesa dell’apparato.
Si tratta di evitare che tale reazione diventi un “movimento” eversivo rispetto al sistema, ma, al contrario, fare in modo che lo rigeneri come forza positiva; e per questo occorre provocarla con proposte credibili e con una forte e sincera volontà di rinnovamento: a questo riguardo occorre distinguere fra il “capo carismatico” e la vasta realtà che gli si è coagulata attorno, una realtà composita con culture, aspirazioni ed obiettivi diversificati.
Ma la volontà e le proposte hanno bisogno di essere alimentate da una forte ispirazione ideale: qui, innanzitutto, credo debba collocarsi il ruolo più specifico del cattolicesimo democratico, un ruolo esigente che non può tradursi frettolosamente nella identità di una parte che si contrappone alle altre parti. E’ qui che la nostra rete “Costituzione, Concilio, Cittadinanza” credo debba sviluppare il proprio servizio di riferimento, interlocuzione, sensibilizzazione e formazione. Si tratta di un ambito che consente un ampio spazio di libertà per l’analisi, la critica, l’elaborazione e la proposta e che deve supportare l’impegno diretto di cattolici democratici nelle strutture della politica dove, con la diretta e personale responsabilità di ciascuno, è necessario trovare le sintesi più alte per il miglior bene della nostra convivenza civile.