Sulle (inevitabili) divisioni del mondo cattolico negli Stati Uniti segnati dalla drammatica vittoria di Trump si sofferma Adista n 40. Va sottolineato anzitutto lo shock dei progressisti i quali hanno dovuto rendersi conto che anche i cristiani hanno votato per colui che ha prevalso. Trump, infatti, ha ricevuto l’81 per cento dei voti dei bianchi evangelici e il 52 dei cattolici; anche se i cattolici latinos hanno votato per Hillary Clinton al 67 per cento, con meno convinzione tuttavia rispetto al 2012 quando in tre su quattro avevano votato per Obama. Sullo stesso fascicolo di Adista si ricorda che 100 anni fa nasceva padre Turoldo, che fu così definito dal cardinale Martini: “Poeta, profeta, disturbatore delle coscienze, uomo di fede, uomo di Dio, amico di tutti gli uomini”.
Il fascicolo 227 di Servitium, curato da Edoardo Edallo e Carla Danani è dedicato al concetto e alla realtà del “generare”: “Generare è molto più che fare figli e, nello stesso tempo, fare figli non è l’unico modo di essere generativi”. Il quaderno mette in luce infatti la grande fecondità di questo tipo di relazione interpersonale, particolarmente intensa, ma anche discreta e capace di affidare all’”altro” con affetto e rispetto qualcosa di prezioso e liberante. Tra gli autori Italo de Sandre, Carla Danani, Tiziano Vecchiato, Donatella Pagliacci, Giovanni Trabucco, Luca Alici, Lidia Maggi.
Il nuovo generale dei Gesuiti, p Arturo Sosa, appena eletto nella sua prima omelia ha avuto il coraggio di parlare dell’”audacia dell’impossibile” perché è l’audacia che sgorga dalla fede. Le sue parole vengono pubblicate in prima pagina da La Civiltà Cattolica n 3993 (del 12 novembre): come un programma coraggioso di governo e di rinnovato slancio apostolico.
Un toccante ricordo del cardinale Loris Capovilla, che fu segretario di pappa Giovanni e che è morto il 26 maggio di quest’anno, è tracciato da Pasquale Colella sul n. 314/315 della rivista da lui fondata 53 anni fa: Il Tetto. Rivista, che ha sempre espresso uno spirito “giovanneo e conciliare” è tuttora molto vivace e attenta a conservare quello stile. Su questo stesso fascicolo, ad esempio, si ricorda anche, con stile ecumenico, la figura di Ernesto Buonaiuti; una vita che merita, ad avviso di molti, rispetto e forse anche una vera “riabilitazione ecclesiale” attraverso un riesame delle tesi dottrinali da lui sostenute e delle scelte essenziali della sua vita.
E’ intitolato “Il mio vicino musulmano” il fascicolo n 8/2016 di Presbyteri, rivista di spiritualità pastorale, prevalentemente, ma non esclusivamente, rivolta ai sacerdoti. L’editoriale, del direttore Felice Scalia, prende atto e spiega la profonda diffidenza che divide l’Europa dall’Islam, certo fondata su una certa reciproca ignoranza e sospetto e su tragici conflitti. “La distanza tra cristiani e islamici- scrive Scalia, è diventata davvero siderale dopo l’attentato alle Torri Gemelle, assumendo i colori foschi di odio ed esecrazione a ogni esecuzione di innocenti, a ogni attentato, a ogni dichiarazione folle di estremisti …”. Ma bisogna riflettere, continua Scalia, e non dimenticare i razzismi, i “respingimenti” del passato. E costruire un futuro di comprensione, dialogo e collaborazione pur nella diversità.
(a.bert.)