Sul “senso di stare insieme”, sulla realtà e le prospettive dell’unione europea, sul fatto che solo l’unità dell’Europa può offrire agli europei e al mondo una prospettiva di pace, di sviluppo e di razionale progettazione del futuro è opportuno leggere con attenzione l’ampia e nitida intervista che Romano Prodi ha rilasciato ad Aggiornamenti sociali (e pubblicata sul numero di maggio). In dialogo col direttore, Giacomo Costa e con Paolo Foglizzo, Prodi descrive l’attuale situazione dell’Unione europea, ne illustra con chiarezza gli errori e le ambiguità, ne difende con forza la necessità ai fini di uno sviluppo positivo del nostro continente. Senza quel tanto di unità europea che abbiamo le cose sarebbero ben peggiori e pericolose sia in termini economici che sociali e politici in senso lato e suggerisce: dobbiamo imparare anche dalle critiche che ci vengono dagli antieuropeisti, e dobbiamo diventare così europeisti più convinti e coerenti ed efficaci. Dobbiamo andare avanti con intelligenza e fiducia.
Agli eventi e ai discorsi che si sono manifestati in occasione della canonizzazione di Giovanni XXIII e di Giovanni Paolo II dedicano naturalmente attenzione e riflessione varie riviste, tanto più quelle di ispirazione religiosa. Tutte mettono in luce la provvidenzialità di quei Papi, il clima pasquale della celebrazione e, insieme, la grande speranza suscitata da Papa Francesco. Ne parla Desk, il trimestrale dei giornalisti cattolici dell’Ucsi (che dedica il fascicolo 1/2014 a “come cambia la professione giornalistica), in cui Vania De Luca racconta l’emozionante esperienza delle dirette televisive che diffondono le parole, i gesti, i sorrisi del Papa.
E di ciò parla anche l’editoriale di Civiltà Cattolica (n. 3932) rilevando che “il pensiero di papa Francesco è frutto di un’intelligenza storica, cioè di un modo di pensare che è legato agli eventi, ma anche alla carne e ai sentimenti che accompagnano le situazioni della vita”. Bisogna essere aperti alla speranza. Come papa Bergoglio ha detto qualche mese fa “ci sono tanti cristiani senza resurrezione, senza il Cristo risorto: accompagnano Gesù fino alla tomba, piangono, gli vogliono tanto bene, ma fino a lì”. Senza l’Evangelii gaudium il cristianesimo implode.
Alla canonizzazione congiunta e al suo significato dedica largo spazio anche Il Regno attualità (8/2014), che dedica approfondimenti alla realtà attuale e alla riforma della curia romana. Anche la rivista dei Dehoniani di Bologna dà conto di un interessante colloquio, svoltosi in redazione, con Romano Prodi sui temi dell’Europa (euroscetticismo, moneta unica, crisi della democrazia, il peso della Germania…). E ciò conferma come la figura di Prodi sia sempre più un significativo punto di riferimento per i cattolici che vogliono pensare e operare per una politica di largo respiro, di giustizia e solidarietà in un mondo attraversato da venti assai pericolosi.
Anche su Mosaico di pace di aprile si dà conto delle tensioni e violenze che attraversano il mondo. La teologa Stella Morra fa sua la domanda “Sentinella, a che punto è la notte?” e cita padre Turoldo: “Ora invece la terra/ si fa sempre più orrenda/ Il tempo è malato/ i fanciulli non giocano più….”. E un testo di Leonardo Boff ricorda che “il nostro ruolo di uomini, nell’insieme degli esseri viventi e non viventi, è proprio quello di custodi del creato”.
Anche Servir, la rivista del centro Astalli dei padri gesuiti per l’accoglienza dei rifugiati, ricorda le molte tragedie che si svolgono in varie parti del mondo e cita le parole del gesuita martire Ignazio Ellacuria: “Come cristiani non possiamo dire che non si può fare niente; al contrario tutto dev’essere fatto”
(a.bert.)