di Sergio Pagani
La Merkel ha scritto la propria autobiografia dal titolo “Libertà”, parola che rievoca il suo passato nella Germania dell’Est e il suo successivo ritrovarsi nella Germania riunificata, un paese libero.
Si intitola libertà, ma potrebbe più semplicemente chiamarsi Merkel perché, se è vero che si tratta di un’autobiografia, è pure un libro molto autoreferenziale.
Lo scritto si divide in due parti: nella prima parte racconta la giovinezza e la sua vita nella DDR fino alla caduta del muro di Berlino, nella seconda parla della sua vita politica, soprattutto come cancelliera.
In mezzo sta forse la parte più interessante, dalla caduta del muro di Berlino alla sua rapida ascesa politica.
Nasce nel 1954, figlia di un pastore evangelico, il quale decide di stabilirsi a Est perché nominato direttore di un Istituto evangelico di formazione pastorale (per spiegare questa scelta va ricordato che nell’immediato dopoguerra la Germania dell’Est non era ancora il regime che è diventato successivamente).
Diventa “pioniera” (membro dell’associazione giovanile comunista) perché senza quel titolo non si poteva accedere agli studi superiori, già di per sé difficili per i figli di pastori.
Si dedica agli studi di fisica e all’Università incontra il suo primo marito, Ulrich Merkel, di cui mantiene il nome: il suo nome originario è Kasner. Il nonno, di origine polacca, si chiamava Kazmierczak ma, trasferitosi a Berlino, aveva cambiato il cognome.
Sposatasi nel 1977, quando è ancora all’Università, divorzia nel 1982; successivamente, a metà degli anni ’80, si lega a Joachim Sauer, che rimarrà il suo compagno sino ad oggi.
Alla fine degli anni ’70 e soprattutto negli anni ’80 si manifestano movimenti democratici nei paesi socialisti vicini (Charta 77 in Cecoslovacchia e Solidarnosc nel 1980 in Polonia) e inoltre nel 1978 Karol Wojtyla diventa Papa; segnali importanti, ben accolti dalla Merkel.
Il 10 novembre 1989 cade il muro di Berlino e poco dopo si dimette la leadership del partito comunista (la SED).
Si formano tanti piccoli partiti e la Merkel aderisce subito a Risveglio Democratico (DA) il cui presidente la nomina all’istante, per farsi sostituire a una conferenza stampa, addetta stampa del partito.
DA si presenta alle elezioni all’Est del 18 marzo 1980, in coalizione con la CDU (sezione est della CDU occidentale), ma mentre la CDU prende il 40,8% dei voti, la DA si ferma allo 0,9%. (motivo che la spinge a fondersi con la CDU).
Nel nuovo governo viene nominata vice portavoce, per la sua esperienza e per essere confluita nella CDU.
Ma già nell’agosto il parlamento si esprime a favore della riunificazione che avviene il 3 ottobre 1990; il governo democratico dell’Est è durato poco più di cinque mesi.
Si ritorna al voto in dicembre per eleggere il nuovo parlamento unificato e Merkel viene eletta deputata nell’Est (dove la CDU aveva ben pochi dirigenti, dati i tempi rapidi dell’unificazione).
E sempre nell’intento di dare rappresentanza anche alle regioni dell’Est nel marzo 1991 viene nominata Ministra per la politica delle donne e della gioventù. (E’ singolare l’analogia con la carriera della Meloni).
Così, in meno di un anno e mezzo, da semplice cittadina della Germania dell’Est, a causa dei fatti intervenuti, si trova a far parte del governo della Germania unita. Indubbiamente è stata baciata dalla sorte.
Poi inizia la scalata: diventa ministra dell’Ambiente nel 1994 e l’anno successivo cade Kohl, per aver ricevuto sovvenzioni economiche non dichiarate; si deve ritirare anche Schaube, altro uomo forte della CDU, e così Merkel si trova a diventare Segretaria Generale del partito.
All’inizio del 2002 è tentata di candidarsi alla Cancelleria, ma deve rinunciare a favore di Stoiber della CSU (il potente partito della Baviera alleato della CDU); in compenso diventa capogruppo in parlamento e presidente del partito.
Ma nelle elezioni prevale, sia pure di poco, il candidato socialdemocratico Schrooeder, alleato dei verdi, che però, dopo la crisi politica di alcune regioni governate dal suo partito, decide di procedere a nuove elezioni.
Queste avvengono nel 2005 e vedono una prevalenza della CDU/CSU e così Merkel diventa Cancelliera: lo rimarrà fino al 2021 quando deciderà di non ripresentarsi.
La seconda parte del libro è tutta dedicata ai suoi incontri ufficiali a livello internazionale; la politica internazionale è infatti la sua passione. E’ bene ricordare che il libro è scritto con la sua segretaria e potendo disporre degli Archivi sia statali sia del partito.
Ai problemi nazionali dedica poche pagine all’inizio del primo mandato; pertanto, non sappiano nulla di che cosa pensi dei problemi interni, sociali, economici, politici e della situazione dell’Est rimasta arretrata rispetto all’Ovest (una delle cause fra l’altro della crescita della destra).
Molto spazio è dato al problema Ucraina per la quale la Merkel si è spesa per trovare un accordo con la Russia.
Nella riunione NATO del 2008 a Bucarest però si esprime contro il riconoscimento di status MAP (processo che avvia l’ammissione) per la Georgia e l’Ucraina, perché i due Stati avevano problemi aperti con la Russia, che non potevano essere trascurati.
Nello stesso anno la Russia entrerà in guerra con la Georgia e nel 2014 invaderà la Crimea. Zelensky rinfaccerà questo atteggiamento nel 2022 parlando di “paura assurda di alcuni politici” nei confronti della Russia. Ma su questo punto, al di là della comprendibile posizione di Zelensky, si deve dare ragione alla Merkel.
Dopo l’invasione della Crimea il G8 diventa G7, perché non viene più invitata la Russia; nel frattempo anche nel Donbass si forma una repubblica indipendente.
La Merkel insieme a Hollande riesce ancora nel 215 a Minsk a realizzare un accordo tra la Russia e l’Ucraina, per il ritiro delle forze armate dal Donbass e la realizzazione di un’area cuscinetto.
Sulla Russia la posizione della Merkel è di presa di distanza dalle posizioni politiche, ma convinta a mantenere i rapporti diplomatici perché, se non si tengono i rapporti, le posizioni si allontanano.
Si impegna sempre a livello internazionale con poca fortuna nei confronti degli USA, ma con un buon risultato tedesco per l’accordo UE/Turchia, con il quale viene ridotto l’arrivo dei rifugiati alla frontiera del 95%. Come scrive la Merkel “noi tedeschi abbiamo i nostri interessi e io volevo imporne il maggior numero possibile” (viva la sincerità).
Nel 2001 inaugura il gasdotto con la Russia Nord Stream 1 (che però era stato deciso e avviato da Schroeder) e nel 2015 ne realizza uno nuovo, il Nord Stream 2 che, per gli avvenimenti successivi, non entrerà mai in funzione. La Merkel si difende dall’accusa di cedimento nei confronti della Russia perché del gas la Germania aveva grande bisogno e perché per il GNL americano non erano attrezzati, oltre a costare troppo.
Nel dicembre 2021 lascia la Cancelleria, a 67 anni dopo 16 di governo.
Per essere figlia di un pastore evangelico meraviglia che nel libro non vi sia il minimo accenno religioso; solo fa suonare un canto sacro all’incontro di commiato e cita una volta il profeta Geremia, ma non si tratta di un tema spirituale, ma bensì di interesse: “Cercate il benessere del paese perché dal benessere suo dipende il vostro”. L’insegnamento paterno ha probabilmente influito sulla dimensione morale.
E in tutto il libro, di ben 700 pagine, non si parla mai di ideali, di valori, di prospettive politiche da sostenere, obiettivi umani e sociali cui mirare. Se c’è passione è certamente trattenuta.
Un equilibrio moderato che faccia funzionare il governo e il paese, mi sembra riassumere tutta la sua esperienza.