26 Marzo 2015
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Fabrizio Barca, “Il Pd romano. Conoscerlo per ripartire” (relazione intermedia a tre mesi dall’inizio del lavoro di ricognizione affidato da Matteo Orfini a Fabrizio Barca). Il Corriere della Sera commenta il rapporto Barca, pubblicato alcuni giorni fa, con un articolo di Goffredo Buccini (“Il caso Pd a Roma”) e un editoriale di Ernesto Galli della Loggia (“Una città e l’etica perduta”).
26 Marzo 2015
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Il politologo Colin Crouch intervistato da Avvenire: “La postdemocrazia, vittima dell’austerità”. Gustavo Zagrebelsky parla de “L’ossessione dell’onnipotenza che divora il nostro futuro”, a proposito del rapporto tra giovani e anziani (Repubblica). Maurizio Ferrera analizza “Gli errori sul lavoro dei giovani”, a proposito del progetto Garanzia Giovani (Corriere della Sera). Leonardo Becchetti e Mauro Gallegati sul sito sbilanciamoci.info criticano che gli indicatori del benessere sociale non siano utilizzati per orientare le scelte politico-economiche (“La crisi del benessere”). Su Milano Finanza N. Bussi presenta il Rapporto del Credit Suisse sull’Italia (“Il nuovo Rinascimento dell’Italia”). Luca Ricolfi, “Terza società, l’amaro lascito della crisi” (Sole 24 Ore). Gianfranco Viesti, “Così il Sud perde atenei e laureati” (Mattino).
26 Marzo 2015
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Valerio Gigante, su Adista n. 12, scrive un editoriale (“Volta la ‘Carta’. E scopri l’inganno”), che ha per sottotitolo “Ma nel mondo cattolico il dibattito non decolla”, in cui dà una sua lettura di alcune posizioni emerse nel sito di c3dem.
26 Marzo 2015
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L’autore è professore emerito della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Torino dove è stato per trent’anni docente di Diritto processuale penale.
“Non ci si dimette per un avviso di garanzia”. In altre occasioni, affermazioni e iniziative di Matteo Renzi mi hanno lasciato perplesso o addirittura del tutto contrario: in particolare, il mio dissenso – per quel che vale – tocca ampiamente il campo delle riforme istituzionali e costituzionali. Ma su quel tema specifico il mio pensiero, sempre per quel che vale, non è diverso dal suo. E concordo anche su quella che può apparire meno facilmente digeribile, tra le motivazioni avanzate o adombrate dal Presidente del consiglio, nella nota e recente intervista a “La Repubblica” o in altre sedi, a sostegno dell’affermazione sopra riprodotta.
25 Marzo 2015
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Paolo Pombeni interviene, sulla rivistailmulino.it, in merito allo scambio tra Michele Salvati, Luigi Bobbio e Nadia Urbinati a proposito della decisione politica. Come già riferito su c3dem (“Ascoltare prima di decidere. Luigi Bobbio in polemica con Michele Salvati”), aveva iniziato Michele Salvati, sul Mulino, criticando Gustavo Zagrebelsky (“Una democrazia capace di decidere”). Aveva risposto Luigi Bobbio (“Ascoltare prima di decidere”), con replica di Salvati (“In replica a Bobbio”). Sul tema era intervenuta, su Repubblica, Nadia Urbinati, dando ragione alle critiche di Bobbio a Salvati (“Ma il tema è davvero decidere?”). Prende ora la parola Paolo Pombeni, criticando la difesa a oltranza del parlamentarismo e del Senato elettivo e osservando che quel che serve è un controllo dall’esterno dell’azione della classe politica (“Una sola Camera può bastare”).
24 Marzo 2015
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Gian Maria Vian osserva che quella di Bergoglio a Napoli è “Una visita che lascerà traccia” (intervista al Mattino). Si possono leggere qui di seguito il discorso a braccio di papa Francesco al clero e ai religiosi nel Duomo di Napoli (con le parole sui migranti, sul lavoro, sulla corruzione), le parole ai giovani, alla popolazione di Scampia, e l’omelia durante la messa in piazza del Plebiscito (“ogni parrocchia e ogni realtà ecclesiale diventi santuario per chi cerca Dio e casa accogliente per i poveri, gli anziani e quanti si trovano nel bisogno”). Marco Politi: “Il papa e la mazzetta” (Il Fatto). Marco Marzano: “Bergoglio e Ciotti parlano la stessa lingua su mafia e lavoro” (Manifesto). Bruno Forte: “Papa Francesco parla alle periferie dell’uomo” (Sole 24 ore).
23 Marzo 2015
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Per quindici anni, la discussione e persino la polemica politica che ha attraversato il campo del centrosinistra, ha visto tra i suoi protagonisti dalemiani e prodiani. Le personalità che danno nome a quelle sigle, intendo D’Alema e Prodi, sono state entrambe attori-protagonisti di quella stagione. Un tempo che, a dispetto della stucchevole retorica nuovista e del fastidioso mantra secondo il quale negli ultimi venti anni non si sarebbe combinato nulla e solo oggi si farebbero miracoli, non fu affatto privo di buoni risultati.
23 Marzo 2015
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23 Marzo 2015
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Dice Rosy Bindi: “Andrò in piazza insieme agli operai. Sembro all’opposizione? Non mi dispiace” (intervista al Corriere della Sera). A lei, e a Franco Monaco, si rivolge Giorgio Tonini su Landino.it: “Replica a Rosy Bindi e Franco Monaco”. Matteo Richetti, intervistato da Repubblica, sostiene che “La minoranza vuole solo assicurarsi posti in lista”. Mauro Calise, sul Mattino, commenta l’assemblea delle minoranze del Pd all’Acquario di Roma: “Pd, la tentazione distruttiva”. Walter Tocci, in quell’assemblea, ha fatto un intervento fortemente critico sulla gestione Renzi, e ha concluso dicendo: “Non passare le giornate nel battibecco mediatico, ma chiamare tutte le risorse sociali e intellettuali a rinnovare la cultura della sinistra. Non rimanere chiusi nei nostri caminetti, ma coinvolgere i tanti militanti che cercano ancora un partito degno di questo nome”.
23 Marzo 2015
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In un lungo articolo pubblicato da Il Foglio del 20 marzo, Stefano Ceccanti ripercorre i tentativi di riforma costituzionale che si sono avuti in Italia nei decenni scorsi e spiega i lati positivi del testo di riforma Renzi-Boschi. La sua analisi parte da quelli che considera i limiti stessi della Costituzione, rispetto alla possibilità di dare al Paese governi stabili, e fa perno su un convegno della Lega Democratica tenuto nel 1979 ad Arezzo, con Pietro Scoppola, Niccolò Lipari e Augusto Barbera (“Come nasce la paura del tiranno”).