Dice Stefano Ceccanti, intervistato da “Avvenire”: “Occhio, i voti di Matteo possono volar via”, e consiglia Bersani a integrare, nella sua, la piattaforma che Renzi ha portato alle primarie. Per Romano Prodi, Renzi “ha un futuro davanti a sé”, “ha creato una squadra, un serbatorio di energie che, se bene impiegate, non potrà che dare vitalità al partito”, e suggerisce: “Ora il partito deve aprirsi, via al ricambio generazionale”. Per Roberto D’Alimonte Renzi è andato bene soprattutto dove la sinistra è forte e capace di criticare i suoi dirigenti; e ora “il Pd ha bisogno sia di Bersani che di Renzi. E il Paese ha bisogno di tutti e due perché il governo delle grandi democrazie ha bisogno di grandi partiti e non di grandi ammucchiate” (Renzi non sfonda nel centro-destra, “Il Sole 24Ore”). La tesi di D’Alimonte su Renzi che è forte dove è forte la società civile è confermata dalle analisi dell’Istituto Cattaneo . Anche per Ezio Mauro, su “la Repubblica” Bersani “sbaglia se pensa di aver sconfitto la voglia di cambiamento, confinandola al 40 per cento. Quella domanda deborda, contagia, attende risposte” (Non basta vincere, cambiare è un obbligo). Sulla stessa linea il commento di Elisabetta Gualmini su “La Stampa”: Una sintesi per i due popoli delle primarie.