26 Dicembre 2016
by Vittorio Sammarco
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Ragioni e obiettivi del nostro appuntamento del 21 gennaio con Prodi a Bologna

26 Dicembre 2016
di Vittorio Sammarco

 

Noi non siamo per nulla convinti che la democrazia sia al tramonto, e neppure che sia “la peggior forma di governo, eccezion fatta per tutte le altre sperimentate finora” (Churchill). Di certo malata, in crisi, con evidenti segni di tensione per attacchi esterni e interni, ma la democrazia – secondo noi cattolici e democratici, appunto, – rimane pur sempre il miglior modo di coinvolgere il popolo, il demos (in quanto tale e non come somma di “uno+uno”), nelle scelte per la selezione della classe dirigente, e nella selezione di idee, programmi e persone per attuare la migliore politica possibile nell’interesse generale. Ci abbiamo messo secoli

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9 Dicembre 2016
by Giampiero Forcesi
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Ripartire si deve

9 Dicembre 2016
di Guido Formigoni

 

Dopo una vicenda così inopinatamente dura e divisiva come quella referendaria, non è facile dire da dove e come si possa ripartire. Ci possono essere considerazioni diverse a diversi livelli: il paese, la politica, il nostro mondo culturale.

Rispetto al paese, non è difficile dire che occorre tornare a un minimo di normalità, dopo gli eccessi di questa vicenda referendaria. Occorre abbassare i toni, fare un governo che assicuri la normalità, curi il necessario adeguamento della legge elettorale, e torni a nuove elezioni con ragionevole calma e con tutti gli elementi per non far diventare l’appuntamento elettorale una nuova premessa di instabilità come nel 2013. Per fortuna, la stessa assenza della speculazione internazionale sul sistema italiano ci dà il segnale che non siamo all’ora della tregenda.

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8 Dicembre 2016
by Giampiero Forcesi
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Cosa c’è dentro l’Italia del No?

8 Dicembre 2016
di Sandro Campanini

 

Questo articolo è stato ieri “postato” come commento al 30Righe di Vittorio Sammarco. Ma, data l’ampiezza e l’interesse dell’analisi, lo proponiamo anche in questo spazio del nostro portale

 

Questa è una riflessione a caldo, elaborata, nei tempi possibili, in questi tre giorni dalla data del referendum del 4 dicembre 2016. E’ molto lunga, mi dispiace. Riflessione parziale (e di parte), passibile di correzioni di tiro, non per tatticismo ma perché il dibattito serve se si è disposti ad ascoltare e anche ad accogliere le opinioni degli altri.

Il voto con cui si è espresso il popolo italiano merita il massimo rispetto e la massima considerazione. I primi a dover riflettere sul significato del voto e sugli errori commessi (perché, quando si perde, qualche errore lo si è commesso per forza) sono ovviamente Renzi, il PD e i sostenitori del Sì. Ed è comprensibile la soddisfazione di chi ha fatto campagna per il No, per una ragione o per l’altra, visto l’ampio risultato ottenuto.
Detto questo, mano a mano che passano le ore e i giorni e si analizzano caratteristiche e distribuzione del voto, emerge che buona parte dei voti contrari alla riforma costituzionale (in ogni caso, la parte decisiva) non sono collegati al merito della riforma stessa ma alla volontà di punire Renzi e il suo Governo.

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6 Dicembre 2016
by Giampiero Forcesi
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Da dove ripartire

6 Dicembre 2016
di Vittorio Sammarco

 

Da dove ripartire, dunque, per tentare quella “profonda opera di ricucitura della società, una manutenzione straordinaria”, di cui parla Mario Calabresi nell’editoriale di Repubblica del 3  dicembre? Sconfortati o gioiosi per il risultato elettorale del referendum, non si può non costatare che la lacerazione prodotta da un confronto aspro e a volte verbalmente violento va ricomposta e lenita, proprio come si fa con le ferite, per evitare che il pus antidemocratico produca danni irreversibili. È il momento di richiamare a un impegno profondo e diffuso tutti coloro che credono ancora nella possibilità che questo Paese abbia una forma democratica, inclusiva, solidale ed equa.

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1 Dicembre 2016
by Giampiero Forcesi
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Un no pacato e convinto

1 Dicembre 2016
di Guido Formigoni

 

Voterò no al referendum di domenica. Non che a qualcuno debba per forza interessare la mia scelta personale, ma visto che gli amici di questo sito hanno lanciato una sorta di sondaggio e molte autorevoli voci si stanno esprimendo, aggiungo la mia modesta opinione all’elenco.

Sono due gli argomenti che mi hanno convinto in questo senso. Il primo è di merito. La riforma mi pare modesta e pasticciata. L’avevo notato su questo sito già a suo tempo. Il superamento del bicameralismo perfetto poteva essere un argomento piuttosto condiviso e quindi indolore, ma il modo con cui è stato condotto rasenta l’impossibilità a funzionare.

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30 Novembre 2016
by Giampiero Forcesi
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Ho deciso di votare Si al Referendum del 4 dicembre

30 Novembre 2016
di Mimmo Lucà

 

L’autore è il Coordinatore nazionale dei Cristiano sociali

 

Ho deciso di votare Si al Referendum del 4 dicembre, nonostante il crescente fastidio per il clima irrespirabile e rissoso della campagna elettorale. Si sono dette e si ripetono ancora tante false verità sulla materia del contendere, da una parte e dall’altra. Ancora  in questi giorni, per aggredire e contrastare i sostenitori delle tesi opposte alle proprie, si brandiscono argomenti faziosi e pretestuosi come una clava per colpire e abbattere l’avversario.

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25 Novembre 2016
by Giampiero Forcesi
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Il dovere del realismo

25 Novembre 2016
di Umberto Allegretti, Enzo Balboni

 

Pubblichiamo la dichiarazione congiunta che questi due nostri amici hanno reso noto quest’oggi, 25 novembre, a pochi giorni dal referendum costituzionale.

Umberto Allegretti è professore emerito di Istituzioni di diritto pubblico nell’Università degli Studi di Firenze. Enzo Balboni è professore emerito di Istituzioni di diritto pubblico nell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

 

Sei mesi fa dichiarammo pubblicamente il nostro disagio a schierarci per il Sì o per il No (leggi qui il testo, ndr) e, coerentemente, non abbiamo fatto campagna elettorale nei campi avversi. Quando richiesti, ci siamo soffermati sui contenuti della proposta di revisione.

Nella primavera del 1973, in un momento difficile per il rilancio della politica riformatrice del centrosinistra, Aldo Moro

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24 Novembre 2016
by Giampiero Forcesi
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Le conseguenze di mr. Trump

24 Novembre 2016
di Guido Formigoni

 

La vittoria di Trump è stata quanto di più sorprendente potesse uscire dalle urne americane dell’8 novembre. E non solo per la débacle dei sondaggi (ormai una ricorrenza talmente diffusa da essere diventata quasi una norma). Piuttosto, perché porta alla Casa Bianca un candidato che, al di là del successo alle primarie, si portava dietro moltissimi elementi che potevano essere ritenuti degli handicap: un partito spaccato e indebolito con una parte rilevante di maggiorenti che l’avevano platealmente sconfessato, una posizione personale tutt’altro che solida data la storia di avventato tycoon e bancarottiere, una propensione estesa alle gaffes e alla dimostrazione di una solidissima incompetenza su moltissime questioni, infine una coalizione contraria di interessi forti che sembrava invincibile.

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2 Novembre 2016
by Giampiero Forcesi
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Tina Anselmi, costruttrice di democrazia

2 Novembre 2016
di Guido Formigoni

 

Tina Anselmi merita di essere ricordata al di là di un necrologio d’occasione. Per molteplici motivi. Sono stati sottolineati in queste ore la sua esperienza come staffetta partigiana, la militanza sindacale e poi politica, l’essere stata la prima donna ministro (allora non si diceva ministra) nella storia della Repubblica, la sua coraggiosa guida della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla P2.

Ma c’è probabilmente dell’altro che oggi chiede una riflessione.

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21 Settembre 2016
by Giampiero Forcesi
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Apple e l’Irlanda: il futuro del fisco e della democrazia

21 Settembre 2016
di Guido Formigoni

 

Ha fatto discutere la notizia che la Commissione europea, dopo una lunga istruttoria, ha condannato l’Irlanda a riscuotere tasse non pagate da Apple (che ha sede legale europea proprio a Cork, nel paese celtico) per circa 13 miliardi di euro, una cifra enorme. In passato, come si ricorderà, analoghi patti straordinari (gli esperti li chiamano tax ruling) tra uno Stato e un’impresa erano stati nel mirino della Commissione per quanto riguarda il Lussemburgo o l’Olanda, ma per cifre molto inferiori.

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