11 Luglio 2013
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Gli F35, una questione politica di prima grandezza

11 Luglio 2013
di Guido Formigoni

 

La questione degli F35 rischia di essere instradata nel solito dilemma astratto e un po’ stucchevole tra il realismo dei militari e di alcuni politici, da una parte, e le convinzioni utopiche di un manipolo di pacifisti e «anime belle», dall’altra.  Sarebbe importante ricondurla a questione tipicamente e propriamente «politica». Il che vuol dire alcune cose: verificare i percorsi; cogliere i valori in gioco; studiarne le dimensioni tecniche; scegliere le priorità; contemperare le posizioni per ottenere un consenso più esteso.

Certo, un programma così ampio e costoso, con anni di storia alle spalle (dal 1998, anche se le decisioni più vincolanti risalgono al 2009) e percorsi complessi di scelte e passaggi tecnici, non si può cancellare con un tratto di spugna. Ne vanno assunti responsabilmente i dati pregressi, per valutare le scelte possibili (anche se al momento si sono pagati dei costi, ma non esistono contratti che parlino di penali nel caso di modificazioni). Correlativamente, vanno contestualizzati i tempi: di fronte alle tragedie della crisi e con una spesa pubblica che – a quanto il governo sostiene – non riesce a star dietro all’essenziale, non si può far finta che tutto sia già deciso e che si possa ritenere assodata e incontrovertibile una scelta dal peso così cospicuo (si parla di 14 o forse di 17 miliardi di euro… mentre ci si accapiglia per 4 miliardi di Imu!).

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19 Giugno 2013
by c3dem_admin
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Il «fare» della politica contro la crisi

19 Giugno 2013
di Guido Formigoni

 

Il governo Letta ha assunto le sue prime misure per affrontare la crisi economica. Giusto un attimo dopo essere stato già accusato di immobilismo dal «Financial Times». Qualche consulente di comunicazioni l’ha convinto a chiamare il provvedimento «il decreto del fare». Mai espressione fu più appropriata per condurci nel cuore di un problema: cosa fa la politica contro la crisi? Cosa può fare, cosa vuole fare? O anche: può fare qualcosa?

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8 Giugno 2013
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Più che correggere la Costituzione servirebbe ritornare alle sue sorgenti

8 Giugno 2013
di Angelo Bertani

 

Si sta sviluppando un’ampia discussione su riforme istituzionali, costituzionali, elettorali… alla quale partecipano anche molti nomi amici e autorevoli della cosiddetta tradizione cattolico-democratica: da Prodi a Bindi, da Monaco a Ceccanti, da Pizzolato a Balboni, Allegretti, Castagnetti, Armillei…  Il dibattito, che coinvolge anche persone e idee di diversa matrice culturale e politica, è interessante; e la circostanza, pur nelle difficoltà del momento, è anche simpatica perché sembra un po’ d’essere tornati allo spirito della Costituente. C’è tuttavia il rischio che serpeggi uno spirito di contrapposizione e di precipitazione. Alcune posizioni, a mio avviso, vorrebbero imporsi con un eccesso di forza e di sicurezza. Alcune affermazioni, date per ovvie e condivise da tutti, non lo sono affatto; e talvolta sembra che alcune proposte siano poco motivate, se non da una pistola sul tavolo.

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6 Giugno 2013
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In Italia il presidenzialismo ci riporterebbe a un sistema oligarchico

6 Giugno 2013
di Umberto Allegretti e Enzo Balboni

 

 

Umberto Allegretti è professore ordinario di Diritto pubblico generale all’Università di Firenze e direttore della rivista “Democrazia e diritto” dell’Associazione “Centro studi e iniziative per la riforma dello Stato”. Enzo Balboni è professore ordinario di Istituzioni di diritto pubblico nell’Università Cattolica del Sacro Cuore

 

Con la nomina del Comitato di esperti e la prossima adozione da parte del Governo della legge di deroga all’art. 138 della Costituzione, sembra avviarsi l’itinerario della voluta riforma costituzionale. Sembra, diciamo, perché su tutto aleggia un atteggiamento di “opportunismo costituzionale” che potrebbe a un certo punto fermarla, come già in passato.

Ma di che riforma si può trattare se si vuol stare fedeli, come è necessario, ai principi democratici e costituzionali? Bisogna ovviamente ripetere che la prima obiezione riguarda i modi con cui ci si appresta a procedere, richiamando ancora una volta il fatto che il procedimento di revisione della Costituzione è stabilito proprio dall’art. 138, e che le  leggi di revisione devono essere puntuali  – anche perché possano essere oggetto ognuna di una pronuncia referendaria coerente e pienamente libera – di modo che una “grande riforma”, già del resto anch’essa più volte fallita, è da ritenere vietata.

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2 Giugno 2013
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L’ambiguo fascino del (semi)presidenzialismo

2 Giugno 2013
di Filippo Pizzolato

 

L’autore è professore associato in Istituzioni di Diritto Pubblico presso la Facoltà di Economia dell’Università di Milano Bicocca. Membro del Comitato nazionale “Salviamo la Costituzione”. Vice-presidente dell’Associazione “Città dell’Uomo”.

 

Bene ha fatto Angelo Bertani a richiamare la priorità, sempre procrastinata, della riforma dei partiti, in attuazione dell’art. 49 della Costituzione e nella direzione della loro democratizzazione interna. Il dibattito sulle riforme istituzionali è, solo apparentemente, un tema distante da questo. E ciò per più motivi. Intanto osservo un’ambiguità di fondo che grava su questa fase “costituente”: la classe politica, rivelatasi (sin qui) incapace di modificare la legge elettorale (che è una legge ordinaria) e di trovare convergenze sulla Presidenza della Repubblica (tanto da rituffarsi – come soluzione tampone – tra le braccia “paterne” e “provvidenziali” di Napolitano), tenta ora, con questa avventura costituente, di guadagnarsi una ri-legittimazione senza rinnovamento, provando ancora una volta a riversare sulle regole – dopo quelle elettorali, ora la Costituzione – la responsabilità della propria impotenza.

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31 Maggio 2013
by c3dem_admin
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Uno strappo alla Costituzione, e un equivoco politico

31 Maggio 2013
di Franco Monaco

 

L’autore ci ha inviato (a c3dem come anche a l’Unità) un commento al documento dei 43 parlamentari del Pd (e da lui stesso redatto) nel quale si sono esposte le ragioni di contrarietà dei firmatari alla mozione di maggioranza votata in parlamento per dare avvio al processo di riforma della Costituzione. Vedi il testo delle mozioni qui, nella “nostra rassegna”.

 

Tutta l’attenzione politico-mediatica si è concentrata sulla mozione Giachetti relativa alla correzione ovvero alla cancellazione del porcellum.  Ma, a mio avviso, più pertinente e non meno rilevante è stata la discussione che si è sviluppata nel PD circa il metodo adottato per avviare il processo di riforma della Costituzione. Avendo io espresso, in sede di gruppo parlamentare PD, profonde riserve sulla mozione con la quale si è dato mandato al governo di proporre al parlamento un percorso speciale (in deroga a quello ordinario stabilito dall’art. 138 della stessa Costituzione) per la riforma di una parte cospicua della seconda parte della nostra Carta fondamentale e avendo di conseguenza annunciato che non avrei potuto votare quella mozione, da parte di alcuni colleghi mi è stato richiesto di mettere in carta le mie preoccupazioni.

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22 Maggio 2013
by c3dem_admin
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La questione cittadinanza e l’inutile battaglia del latinetto

22 Maggio 2013
di Alberto Guariso

 

L’autore è avvocato, esperto di diritto antidiscriminatorio, presidente della onlus “Avvocati per niente”, e redattore della rivista “Appunti di cultura e di politica”

 

 Ci sono volute alcune settimane, dopo le prime aperture del Ministro Kyenge sul tema della cittadinanza, per smetterla di usare il latinetto come clava ideologica e cominciare a ragionare su qualche contenuto. Ma il passaggio non è stato affatto semplice se persino una persona avveduta come il presidente del Senato si è fatto trascinare nella bagarre sentendosi in dovere di mettere in guardia contro il rischio che lo ius soli scateni l’arrivo di orde di donne straniere pronte a partorire non appena uscite dall’aeroporto, al solo fine di garantirsi che il primo vagito sia quello di un italiano ad ogni effetto.

Con tutto il rispetto per l’alta carica, simili allarmi sono davvero poco comprensibili, come poco comprensibile è la contrapposizione radicale tra i due criteri di attribuzione della cittadinanza che, enunciati in modo schematico, sono poco o nulla significativi.

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15 Maggio 2013
by c3dem_admin
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Mi piacerebbe che i partiti… E voi che dite?

15 Maggio 2013
di Angelo Bertani

 

Anche sul sito www.eptaforum.it (autorevole cenacolo di giuristi e intellettuali di area cattolica e democratica), da tempo si agitano i temi della riforma delle istituzioni e della politica italiana. Francesco Paolo Casavola è stato chiarissimo: “lo Stato dei partiti ha ucciso la democrazia”. Ugo De Siervo ribadisce: “è necessario un profondo rinnovamento dei partiti”.  E Pier Alberto Capotosti:  “servono partiti nuovi, non nuovi partiti”. Dal canto suo, Marco Revelli, nel gennaio di quest’anno, ha dato alle stampe un piccolo e bel libro, Finale di partito (ed. Einaudi, 2013) in cui spiega: “è in atto una mutazione del tradizionale protagonista della nostra democrazia: il partito politico. Come l’impresa ha trasformato la sua struttura dopo la crisi del fordismo, così i partiti stanno cambiando natura dentro una clamorosa crisi di fiducia. E talvolta finiscono”. 

Del resto già nel 2011 un sondaggio di Renato Mannheimer  rivelava che l’operato del governo era valutato positivamente solo dal 18 per cento degli intervistati; e l’operato dei partiti di opposizione era positivo solo per il 13 per cento. La distanza critica tra l’ “animo” dei cittadini e l’ “immagine” concreta della politica è dunque elevatissima e tocca direttamente i partiti, la classe e l’azione politica che esprimono.

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5 Maggio 2013
by c3dem_admin
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Sul filo sottile

5 Maggio 2013
di Guido Formigoni

 

Il governo Letta è nato sotto il segno della necessità, ci è stato detto. E’ un governo che probabilmente era ormai dovuto, ma non è un governo qualunque. Poteva essere diverso. Sarebbe stato ancora possibile scegliere un governo con un profilo più basso, legato a un programma specifico e determinato. E’ invece stato scelto, con il determinante impulso del capo dello Stato, con l’assenso gaudioso di Berlusconi e con l’accettazione forzata del Pd un governo propriamente politico senza vincoli specifici. La sua composizione ha fatto parlare di un salto generazionale e ha evitato molti tra gli scogli possibili. Il suo programma proclamato è per ora un sapiente collage di posizioni, in cui si evita di prendere di petto molti problemi controversi. La navigazione è iniziata.

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27 Aprile 2013
by c3dem_admin
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La strada della ricostruzione

27 Aprile 2013
di Angelo Bertani

 

“A che punto è la notte?”. Abbiamo rivissuto tutti  la famosa domanda che Dossetti poneva negli anni Novanta, citando Isaia per ricordare Giuseppe Lazzati e riconoscere che l’antico Costituente (poi Rettore della Cattolica e infine fondatore della Città dell’uomo) era stato una sentinella attenta. Aveva riconosciuto la notte (il fascismo, la guerra… ma anche il progressivo disfacimento della democrazia negli anni più recenti). Aveva rifiutato illusioni e facili rimedi fondati sul potere, i privilegi, la manomissione delle coscienze. E aveva indicato la strada della conversione, cioè della ricostruzione di una coscienza, una mentalità, un costume condiviso di giustizia e libertà, di speranza e di impegno solidale.

Anche oggi,

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