24 Marzo 2013
by Vittorio Sammarco
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Il bipolarismo è finito? (E, se così fosse, sarebbe un bene?)

24 Marzo 2013
di Guido Formigoni

 

Le ultime elezioni hanno affondato il bipolarismo? Ce lo si può legittimamente chiedere, e si può tentare un ragionamento su questa situazione nuova.

Io non sono un sostenitore del bipolarismo come articolo di fede. Più modestamente, penso però che il bipolarismo sia una logica di razionalizzazione dell’offerta politica che porta chiarezza per l’elettorato, permettendo di capire la fondamentale differenza in gioco. E porterei un elemento di ordine storico: guarda caso, più o meno tutte le grandi democrazie contemporanee, europee e non, hanno un’organizzazione bipolare dello spazio politico con una destra e una sinistra. Categorie vituperate e condannate, ma alla fine ancora dominanti. Certo, ci sono occasionali modificazioni (terzi partiti, forze anti-bipolari, coalizioni e «grandi coalizioni» temporanee), ma tutti eventi che complicano, articolano, o correggono lo schema bipolare senza stravolgerlo radicalmente. Certo, c’è anche

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16 Marzo 2013
by c3dem_admin
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Vicolo cieco?

16 Marzo 2013
di Giorgio Campanini

 

Questo articolo è apparso in data 14 marzo sul giornale on line dell’Associazione culturale Il Borgo, aderente alla rete c3dem

L’esito delle elezioni dello scorso febbraio con un “vincitore azzoppato” (il PD), un perdente dimidiato (Berlusconi) e un emergente rampante (Grillo) ha portato alla formazione di un Parlamento per metà governabile, alla Camera dei Deputati (in verità più per il “premio” previsto dalla legge elettorale che per un’effettiva presenza maggioritaria nelle urne) ed invece ingovernabile nell’altro ramo, il Senato della Repubblica. E fino a che durerà il “bicameralismo perfetto” (a quando una saggia riforma?) non si può governare disponendo della maggioranza in una sola Camera.

In questo contesto è necessario che ogni forza politica si assuma le proprie responsabilità, e bene ha fatto l’on. Bersani a sollecitare l’ormai robusta formazione “grillina” ad assumersi le sua di fronte al Paese. Resta il fatto, tuttavia,

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11 Marzo 2013
by c3dem_admin
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È finita la «vecchia politica»?

11 Marzo 2013
di Guido Formigoni

 

A fronte della difficile impasse post-elettorale viene da riflettere su temi di portata non contingente, che paiono emergere dai fatti che abbiamo sotto gli occhi. Difficile è infatti pretendere di commentare la contingenza, anche se non siamo così ingenui da non capire che molto del futuro del paese dipende da alcune questioni contingenti (successo o meno della proposta bersaniana di «governo di cambiamento» senza maggioranza, aperto al M5s; tenuta della linea del Pd sul rifiuto di accordi con Berlusconi; elezione di un capo dello Stato di vera garanzia; capacità o meno di trovare una soluzione limpida per governare; capacità dei partiti di affrontare in modo innovativo l’ipotesi del ritorno alle urne).

Il voto ha però messo sotto gli occhi un problema enorme, di cui già ci dicevamo consapevoli (vedi il nostro appello pre-elettorale): la legittimazione della politica in questo paese.

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4 Marzo 2013
by c3dem_admin
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Non è il caso di difendere i clowns

4 Marzo 2013
di Paola Gaiotti

 

Cari amici, avete posto due domande (i grillini sono davvero una novità positiva…? il  centro-sinistra ha sbagliato nella politica degli ultimi anni e in questa campagna elettorale…?) . Ecco le mie risposte.

1.  Prima di giudicare i grillini definiamo bene il contesto che svelano. Il voto M5S è certamente un segnale, in sé complesso, delle diverse difficoltà di questo paese.  Certamente c’è il disagio di molti e in particolare delle giovani generazioni di fronte sia alla vecchie pratiche della politica che agli scandali insopportabili della transizione. Ma sarebbe un po’ generico parlare solo di questo.  Durante i sessanta anni della Repubblica ho fatto molte battaglie per un’altra politica e

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1 Marzo 2013
by c3dem_admin
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Due domande e qualche pensiero postelettorale per gli amici di c3dem

1 Marzo 2013

Cari amici che frequentate  c3dem.it, il piccolo gruppo che cura la redazione del nostro portale si è incontrato, all’indomani delle elezioni, a riflettere un poco sui risultati. Dobbiamo confessarvi che ci siamo trovati nell’imbarazzo perché molti pensieri si affollano, ma non è facile esprimerli con chiarezza. C’è un po’ di sorpresa, un po’ di emozione e soprattutto più che opinioni e valutazioni ci vengono in mente molte domande.

Di certezze ne abbiamo una sola: che bisogna cercare di capire bene quello che è avvenuto e comprenderne sia il profilo reale sia le cause profonde. E che tutto ciò va compiuto senza furbizie o polemiche inutili, ma con attenzione e scrupolo. Dunque: anzitutto capire bene quello che è accaduto (che sta accandendo) e perché.

Se ciò è vero, è altrettanto necessario considerare che tutti dobbiamo e possiamo aiutarci  reciprocamente a capire:

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15 Febbraio 2013
by c3dem_admin
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Un appello. Vorremmo che fossero elezioni di svolta

15 Febbraio 2013
di Rete «Costituzione, concilio cittadinanza»

Vorremmo che fossero elezioni di svolta. Non vorremmo registrare le prossime elezioni come un ulteriore episodio di distacco tra cittadini e istituzioni. Non un’ennesima occasione mancata per uno scatto di dignità e di originalità nell’affrontare la crisi. Continuiamo a sperare che con questa vicenda elettorale l’Italia possa chiudere la brutta pagina del «berlusconismo» e a lavorare perché ciò accada. Crediamo si possano mettere le premesse di una dialettica politica più virtuosa e di una stagione di ricostruzione, completando finalmente la transizione verso una vera democrazia dell’alternanza.

C’è  infatti bisogno di discontinuità fortissime. La situazione è drammatica: avviato un primo risanamento della finanza pubblica e ritrovato un minimo di credibilità internazionale, siamo di fronte a una economia stagnante, a una società invecchiata e statica, a tassi insostenibili di disoccupazione soprattutto giovanile, a una diseguaglianza crescente con un dramma sociale per i più deboli intrecciato all’impoverimento e alla frustrazione di molta parte del ceto medio, a una cultura senza risorse, a una burocrazia lenta e autocentrata, a un’economia sommersa di dimensioni inaccettabili, a una diffusa versione italiana delle malefatte di una finanza fuori controllo. E infine, soprattutto, a un enorme problema di

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7 Febbraio 2013
by c3dem_admin
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La critica all’individualismo e le coppie «di fatto»

7 Febbraio 2013
di Guido Formigoni

La forte prolusione del card. Bagnasco all’ultimo consiglio permanente della Cei del 28 gennaio merita qualche riflessione. Forse come mai prima d’ora è emersa una perorazione significativa a considerare l’ideologia individualistica come problema dominante nella nostra attuale società: «La madre di tutte le crisi è l’individualismo». E’ un testo che si può affiancare a un’altra forte proposta di riflessione come quella del gran rabbino di Francia, Gilles Bernheim, che ha motivato un’opposizione alla legge Hollande sul cosiddetto «matrimonio per tutti», con un  richiamo profondamente antropologico alla simbologia biblica.

E’ importante che le culture religiose parlino in questo modo, facendo appello a dimensioni profonde dell’essere umano e invitando tutti a un ragionamento accorato sui fondamenti della civiltà. Non si dovrebbe più poter considerare questi riferimenti soltanto delle patetiche frontiere «confessionali», oppure delle ambigue difese di una «legge naturale» piuttosto periclitante. Sono veri e propri appelli alla profondità dell’umano.

Il problema politico, a me pare,

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29 Gennaio 2013
by Vittorio Sammarco
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Per costruire una politica nuova… dopo le elezioni

29 Gennaio 2013
di Angelo Bertani

 

“…Il dibattito si è trasformato in un inseguimento senza fine negli studi televisivi fra tre o quattro leader, i quali da settimane ripetono sempre gli stessi concetti per arrivare all’ultimo dei propri elettori target… le contrapposizioni non sono mai state così forti… i programmi appaiono ridotti a un referendum sull’IMU; mentre sarebbe invece il momento di capire cosa non ha funzionato negli ultimi vent’anni, per poter invertire un declino lungo che si sta trasformando in un tracollo…”. L’impressione di Francesco Grillo (nell’editoriale del Messaggero, 18 gennaio) credo sia largamente condivisa. Le cause sono certo molteplici e dopo le elezioni, qualunque sia il risultato, bisognerà riflettere molto; e impegnarsi davvero – tutti, da più parti, a diversi livelli –  in un lavoro di ricostruzione della vita democratica del Paese.Lo svolgimento della campagna elettorale che, complici anche taluni media, si presenta come una deprimente sceneggiata, obbliga infatti tutti a riflettere. “Ci vuole dunque una legge che regoli la vita dei partiti, del resto prevista dalla Costituzione. E ci vuole una riforma elettorale che dia agli elettori il potere di scegliere i parlamentari, invece che a un sinedrio o a un capo” (Antonio Polito, Corriere della Sera, 22 gennaio). Diciamo pure che potevamo accorgercene prima, ma meglio tardi che mai. L’importante è avere ben chiaro che comunque vadano le fasi finali della campagna e il risultato delle elezioni, bisognerà metter mano e correggere l’architettura, le regole e il quotidiano funzionamento del nostro sistema politico.

Io credo che la prossima legislatura dovrà e potrà essere “costituente” (direi

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28 Gennaio 2013
by Vittorio Sammarco
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Coerenza

28 Gennaio 2013
di Carlo Baviera

 

Riprendiamo l’articolo apparso il 28 gennaio su “Appunti Alessandrini. Per un dibattito politico”, pubblicazione on line realizzata dalla omonima associazione che fa parte della rete c3dem (vedi www.appuntialessandrini.wordpress.com). Per alcuni dei riferimenti abbiamo inserito il link al testo citato. L’autore è stato delegato per la diocesi di Casale Monferrato alle ultime tre Settimane sociali della chiesa italiana. Auspichiamo altri interventi su questo tema, che per c3dem è certamente centrale.

 

Il Papa nel Messaggio per la giornata della Pace 2013 ha affermato: “Nell’ambito economico, sono richieste, specialmente da parte degli Stati, politiche di sviluppo industriale ed agricolo che abbiano cura del progresso sociale e dell’universalizzazione di uno Stato di diritto e democratico. È poi fondamentale ed imprescindibile la strutturazione etica dei mercati monetari, finanziari e commerciali; essi vanno stabilizzati e maggiormente coordinati e controllati, in modo da non arrecare danno ai più poveri. La sollecitudine dei molteplici operatori di pace deve inoltre volgersi –con maggior risolutezza rispetto a quanto si è fatto sino ad oggi– a considerare la crisi alimentare, ben più grave di quella finanziaria”.

Mentre nel discorso al Corpo diplomatico colpiscono le seguenti frasi: “Occorre recuperare il senso del lavoro e di un profitto ad esso proporzionato. A tal fine, giova educare a resistere alle tentazioni degli interessi particolari e a breve termine, per orientarsi piuttosto in direzione del bene comune. Anche

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19 Gennaio 2013
by Vittorio Sammarco
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Elezioni 2013. Quattro interrogativi sull’Europa

19 Gennaio 2013
di Guido Formigoni

Non è un caso che le prossime elezioni abbiano l’Europa al centro, dopo un anno di governo «tecnico» segnato dal continuo tormentone su cosa ci chiedesse l’Europa e su cosa  potessimo fare per l’Europa. E dopo che il governo Berlusconi era caduto per aver perso la maggioranza data la pessima performance proprio sugli effetti della crisi europea del debito sovrano. Oggi è quindi normale che in campagna elettorale ci si divida tra chi è per l’Europa e chi no. Ci sono infatti molte forze che hanno fatto della polemica antieuropea il proprio messaggio (su tutti gli angoli dell’offerta politica). Populismi, dicono asciutti i  detrattori. I cattolici democratici, dal canto loro, hanno l’Europa nel loro Dna.

Ma siamo sicuri che basti dirsi «per l’Europa»? A mio parere esiste un problema di «quale Europa». Segnalo telegraficamente alcuni aspetti da approfondire e da discutere in campagna elettorale (lo riprendiamo sul numero in uscita di «Appunti di cultura e politica»). Il primo: vogliamo parlare di un progetto per l’Europa? Esiste qualcuno che sia in grado di spiegare ai cittadini che l’Europa che vogliamo non è solo un occhiuto guardiano dei conti? Si dovrebbe saper raccontare un realistico e praticabile progetto inclusivo di interessi e prospettive diverse. Perché l’Europa purtroppo non è un dato scontato, non esistendo una identità europea di tipo tradizionale (lingua, cultura, storia). Non basta parlare del classico sogno degli Stati Uniti d’Europa: resta un mito, se non lo si sviluppa in un discorso credibile. Una classe dirigente europea questo dovrebbe fare.

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