Il caso Sallusti sta prendendo una piega incredibile. Il direttore del «Giornale» si atteggia a perseguitato. La sua querula compagna parla di famiglia condannata. I suoi sostenitori politici montano la solita gazzarra contro la magistratura politicizzata. Il Quirinale fa sapere che Napolitano sta seguendo il caso, ventilando quindi l’ipotesi della grazia. Che però non verrà orgogliosamente chiesta dal soggetto o dai parenti: dovrebbe essere l’Ordine dei giornalisti a chiederla, secondo loro! La votazione della legge di riforma in Senato che ha inopinatamente reintrodotto l’ipotesi del carcere per la diffamazione è stata presa da tutta la stampa come una vendetta della «casta» contro i giornalisti. Insomma, tutto congiura a spostare l’attenzione da quello che dovrebbe essere il centro del problema. E cioè