22 Gennaio 2018
by Giampiero Forcesi
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L’ITALIA TRA SFIDUCIA E IMPEGNO

22 Gennaio 2018

Ilvo Diamanti presenta l’ultimo sondaggio sul rapporto degli italiani con le istituzioni: un paese senza più fiducia, dove 2 su 3 vorrebbero un uomo forte alla guida del governo (“Un paese alla ricerca di se stesso”, Repubblica). Gianfranco Viesti, su Il Mulino, a coronamento di una lunga indagine, presenta “Un paese plurale, difficile e bellissimo”. Paolo Gentiloni formula i suoi giudizi sulla situazione del paese in un colloquio con Claudio Cerasa sul Foglio: “Il Patto Gentiloni per il 4 marzo”. Dario Di Vico, sul Corriere della sera, riferisce del libro di Nicola Rossi: “Flat tax e minimo vitale: una proposta per la crescita”; ne aveva scritto giorni fa anche Carlo Cottarelli (“Flat tax, maneggiare con giudizio”, La Stampa). L’economista Emanuele Felice, su Repubblica, delinea, invece, il percorso di una sinistra riformista: “La carta europea per il voto”. Anche Alessandro Campi, politologo, dedica un articolo al riformismo, con alcune considerazioni sul ruolo del ministro Minniti e sul Pd: “Il Pd e la questione riformista” (Messaggero). Angelo Bolaffi, su Repubblica, commenta la quasi definitiva, e tormentata, scelta del SPD di rifare la Grande Coalizione in Germania: “Una scelta che salva la Ue”. Luigi Di Maio presenta “Il programma dei 5 stelle in 20 punti”.  Paolo Mieli, sul Corriere, azzarda ipotesi sul dopo 4 marzo: “Gli scenari del dopo voto e le alleanze possibili”; Eugenio Scalfari, su Repubblica, dice: “Ecco i rimedi per curarsi dal malanno populista”.

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21 Gennaio 2018
by Vittorio Sammarco
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SE RENZI SI BATTE PER L’EUROPA E LODA GENTILONI

21 Gennaio 2018

La sintesi delle conclusioni di Matteo Renzi alla convention di Milano “Il Futuro si chiama Stati Uniti d’Europa”. L’altro ieri aveva scritto Massimo Adinolfi: “Se il Pd si smarca e punta sull’Europa alla Macron” (Mattino) e ieri Giorgio Tonini e Enrico Morando  scrivevano sul Foglio: “Il voto con l’Europa in palio”, e Andrea Bonanni su Repubblica “Il vincolo europeo sulle elezioni”; e Dominique Moisi sul Quotidiano nazionale: “Se vincono i populisti l’Italia è tagliata fuori”.  Oggi Sergio Fabbrini sul Sole 24 ore scrive: “Suggestioni sovraniste e fondamentali a rischio”. Il gruppo di Libertà Eguale ha tenuto un dibattito di cui diamo la registrazione video: “Italia e Europa nella globalizzazione”, concluso da Enrico Morando. Massimo Cacciari, intervistato da Repubblica, ora dice: “Forse è tardi, ma se prevale lo stile di governo si può recuperare” e Emma Bonino a Repubblica dice: “Mi alleo con i dem per Gentiloni. L’obiettivo è battere gli amici di Le Pen”. Sulla politica estera necessaria all’Italia scrive Romano Prodi sul Messaggero: “Manifesto degli interessi italiani nel mondo”. Editoriale di Mario Monti sul Corriere: “Promesse e debiti (nostri)”. Ieri Alesina e Giavazzi: “Il rigore non è un freno”. Si prepara la consueta assise di Davos e Marco Zatterin su la Stampa scrive: “Il ciclone Macron su Davos” e, su Avvenire, Pietro Saccò: “La terza via dell’Europa per la globalizzazione”.

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17 Gennaio 2018
by Giampiero Forcesi
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I TIMORI DELL’EUROPA PER GLI IMPROVVISATORI AL POTERE IN ITALIA

17 Gennaio 2018

Beda Romano sul Sole 24 ore riferisce: “Moscovici: voto in Italia, un rischio per l’Europa” (e come dargli torto?). Del resto basta legge l’intervista del Corriere della Sera a Marine Le Pen di un paio di giorni fa: “Sto con Salvini. Bene le idee dei 5 stelle”. Marta Dassù, su la Stampa, spiega bene il clima in Europa attorno al voto italiano: “La sindrome greca nelle urne”. Franco Venturini, sul Corriere, si chiede: “Sta tornando l’Europa, e l’Italia cosa fa?”. Ancora sul Corriere un preciso intervento di Salvatore Bragantini: “Sul debito pubblico servono decisioni credibili”. Viceversa, come scrive Massimo Giannini, si temono “Improvvisatori al potere” (Repubblica). Mentre il candidato del Pd a governatore della Lombardia, Giorgio Gori spiega “Il riformismo di razza pd”, sul Foglio, quello della destra, Attilio Fontana sprofonda ne “I sofismi razzisti” (Nadia Urbinati, Repubblica) e Elisabetta Moro spiega “Perché Fontana è un razzista che ignora la Costituzione” (Mattino), costituzione il cui art. 3 è difeso, anche nella terminologia obsoleta, da Massimo Villone sul Manifesto: “Ma in quella norma c’è l’identità del Paese”. … “Un Paese diviso in tre parti”, dice nel suo editoriale sul Corriere della Sera Antonio Polito, e la parte più debole sembra il Pd in cerca di un vessillo convincente da alzare agli occhi del popolo, a fronte degli altri due poli che due parole d’ordine efficaci le hanno trovate (a detta di Bill Emmott: “I paradossi nascosti nelle urne”, la Stampa). Intanto Emanuele Macaluso scrive: “Grasso dimentica chi sono davvero i 5 stelle…” (Il Dubbio) e Sabino Cassese riflette sul Foglio su “Il passaggio del 4 marzo”.

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17 Gennaio 2018
by Giampiero Forcesi
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UN PIANO PER L’ITALIA DELLE COMPETENZE

17 Gennaio 2018

Il contributo pubblicato sul Sole 24 Ore qualche giorno fa dal ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda e dal segretario della Fim-Cisl Marco Bentivogli (“Un Piano industriale per l’Italia delle competenze”) ha suscitato un interessante dibattito (Carlo Fotina, “Coro di consensi al piano per l’Italia di Calenda e Bentivogli”), finora con scarse ricadute sul dibattito preelettorale. Sono intervenuti, tra gli altri, il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan (“Il potenziale di un paese che sa guardare al futuro”), Franco Debenedetti (“Le tracce dei totem della sinistra”), Leonardo Becchetti (“Giusto risalto alla variabile ambientale”), Claudio de Vincenti (“Il fattore umano rimette in moto la macchina”), Michele Tiraboschi (“Un nuovo welfare per Industria 4.0”), Paolo Bricco (“Produttività e territori, le amnesie della politica”).

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12 Gennaio 2018
by Giampiero Forcesi
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“IL SEME DELL’UNITÀ” E IL PARADOSSO DELLE ALLEANZE

12 Gennaio 2018

Nella sua nota politica su “La sinistra e il paradosso delle alleanze” (Repubblica) Stefano Folli cita, con qualche scetticismo, l’invito di Franco Monaco, in un articolo sull’edizione milanese di Repubblica, perché Liberi e Uguali e Pd trovino l’unità nelle elezioni in Lombardia (“Piantiamo in Lombardia il seme dell’unità”). Su La Stampa un’intervista al prodiano Giulio Santagata: “Comincio a pensare che Renzi non sia interessato a una coalizione attorno al Pd”. Dopo Bill Emmott altri analisti politici stranieri giudicano Berlusconi  l’uomo-chiave delle prossime elezioni: Jean-Paul Fitoussi, “Il cavaliere ago della bilancia contro i populismi”, David Gros, “L’Europa guarda alle forze moderate perché teme i grillini” (intervista al Quotidiano Nazionale). Marco Bentivogli, leader Fim-Cisl, sul Corriere della Sera giudica “Il salario minimo, bandiera ideologica”, e con Carlo Calenda firma sul Sole 24 ore “Un Piano industriale per l’Italia delle competenze”. Irene Tinagli, su La Stampa, auspica “Una riforma del lavoro che metta al centro i giovani”. Michele Salvati legge l’avvio della campagna elettorale: “Le fandonie demagogiche e la democrazia possibile” (Corriere della sera); così pure Dario Franceschini, intervistato dal Corriere: “Dai leader alle squadre”. Claudio Cerasa sul Foglio spiega “Perché il partito della ragione deve essere alternativo a Di Maio e Salvini”. Alesina e Giavazzi, sul Corriere, intervengono su “Le favole da evitare sul debito pubblico”.

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10 Gennaio 2018
by Giampiero Forcesi
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POCO REALISMO, MOLTA DEMAGOGIA

10 Gennaio 2018

Ezio Mauro, su Repubblica, indica a Pd e Liberi e Uguali una priorità assoluta: scegliere un comune candidato per le elezioni regionali di Lombardia e Lazio (“La partita obbligatoria della sinistra”); mentre Federico Geremicca su La Stampa ne indica solo per il Pd, cioè per Renzi: puntare su Gentiloni premier (“Matteo e l’opzione Gentiloni”). Sul Foglio il già vicepresidente del Senato, Alessandro Maran scrive un lungo pezzo intitolato “W le larghe intese”. Sta diventando davvero un problema una campagna elettorale fatta per abbindolare le persone o inseguirne gli umori. Lo spiegano, tra gli altri, Alberto Orioli sul Sole 24 ore, che se la prende con il salario orario minimo e il reddito di cittadinanza (“Il lavoro vero e la corsa al reddito”), Antonio Polito sul Corriere della sera (“Promesse senza futuro”), Paolo Balduzzi sul Messaggero (“Le promesse insostenibili sulla pelle dei cittadini”), Massimo Adinolfi sul Mattino (“L’Europa a là carte dei 5 Stelle“). Così che mons. Nunzio Galantino ha buon gioco nel chiedere più realismo e umiltà (Mimmo Muolo, “Galantino ai politici: ‘Proposte realistiche”, Avvenire). La critica viene anche da Leonardo Becchetti, sull’Avvenire, in tema di lavoro e disuguaglianze, che però avanza una proposta: premiare con minore iva sui consumi i prodotti ad alta dignità e tutela del lavoro (“In cerca dell’alba”). Una proposta la fa anche Chiara Saraceno: “Rilanciare il Paese trattenendo i migliori” (Repubblica).

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8 Gennaio 2018
by Giampiero Forcesi
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RENZI E I MINISTRI DI GENTILONI PROVANO A INIETTARE FIDUCIA

8 Gennaio 2018

Nientemeno! “L’inno alla gioia del Cav.” (Claudio Cerasa sul Foglio intervista Silvio Berlusconi). Ancora Claudio Cerasa: “Il formidabile ticket Raggi-Di Maio”. L’intervista di Matteo Renzi al Quotidiano Nazionale: “Salario minimo. Voglio un premier Pd”. L’intervista di Pier Carlo Padoan al Corriere della sera: “L’Italia crescerà ancora”. L’intervista di Marco Minniti al Foglio: “Un Paese migliore di quello che abbiamo trovato”. Il punto di vista di Franco Monaco: “Perché l’alleanza tra Emma Bonino e Tabacci è un valore aggiunto per queste elezioni” (Huffington post). La lettera di Pietro Grasso alla Repubblica (“Devo soldi al Pd? Parole infamanti. Una ritorsione”; e il commento sul blog di Stefano Ceccanti. L’analisi politica di Sergio Fabbrini:Il 4 marzo la grande sfida tra europeisti e indipendentisti” (Sole 24 ore). Quella di Mauro Calise: “Partita a scacchi senza il re” (Mattino). E quella (asprigna) di Michele Prospero sul Manifesto: “Perché Renzi non può fermare il disastro”. Furio Colombo su Il Fatto fa un’amara considerazione: “Elezioni, già sappiamo che ha vinto la Lega” (Il Fatto). Paolo Rodari riferisce dei commenti che l’Avvenire ha raccolto sul discorso di fine d’anno di Mattarella: “La priorità dei vescovi è la stabilità” (Repubblica).

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3 Gennaio 2018
by Giampiero Forcesi
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LA SINISTRA TRA GLI ORTI IMPAURITI E LA SVOLTA DEI DOVERI

3 Gennaio 2018

Stefano Folli prova a spiegare su Repubblica il perché il Pd di Renzi tiene poco all’accordo con la Bonino e cosa ne potrebbe derivare (“I radicali e il pasticcio del Rosatellum”). Emma Bonino dà la sua versione: Alessandra Arachi, “Lo sfogo di Emma: ‘Ho salito e sceso tutte le scale. Non si è risolto nulla’” (Corriere della sera). Lina Palmerini indica “I costi di una rottura tra Bonino e Renzi” (Sole 24 ore). Ma dal Pd si levano le voci di Piero Fassino (“Siamo pronti ad aiutarli, ma i radicali decidano se vogliono essere alleati”, a La Stampa) e di Ettore Rosato (“Con i Radicali tanto in comune”, al Messaggero). C’è poi un retroscena di Tommaso Ciriaco: “Letta e la cena della discordia” (Repubblica). Ieri Sandra Zampa aveva detto (a Repubblica): “Con Emma l’intesa ci sarà”. SINISTRA: Claudio Cerasa, direttore del Foglio, riprende coraggio e scrive che “E’ nata la sinistra dei doveri e non solo dei diritti” (quella di Renzi con Minniti Calenda Orlando e Gentiloni, anche se il Pd dovesse perdere…); viceversa Ezio Mauro su Repubblica scrive che la sinistra non riesce più a elaborare una sua lettura del tempo presente e, senza cultura, perde così anche l’anima (“Gli orti impauriti della sinistra“). CINQUE STELLE: Piero Ignazi prevede una lenta perdita di consensi dopo il cambio di passo del nuovo statuto (“M5s, l’angoscia di farsi partito” (Repubblica); Paolo Macry, su Il Mattino, vede il M5S forte soprattutto dove c’è impoverimento culturale (“I Cinque stelle e il pensiero della debolezza”; Ilario Lombardo, “I dubbi di Fico: finiti in mano a un’azienda” (La Stampa). TEMI: Enrico Giovannini, “Sviluppo sostenibile nella Costituzione” (Intervista ad Avvenire). Alesina e Giavazzi, “La verità malcelata sulle nostre pensioni” (Corriere della sera). Tommaso Nannicini,Giovani e lavoro. Le proposte del Pd” (Avvenire). Maurizio Molinari, “Iran, la rivolta che può cambiare il medio Oriente” (La Stampa). Francesco Damato,La lezione di giornalismo di Moro: ecco perché il bene non fa notizia” (Il Dubbio).

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1 Gennaio 2018
by Giampiero Forcesi
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“SENZA FARE DEMAGOGIA”…

1 Gennaio 2018

Franco Monaco, a cavallo dell’anno, legge alcuni aspetti della fase politica: “L’apparente equivoco per cui, se il Pd cala, Gentiloni invece sale” (Il Fatto) e “Tre cespugli artificiosi non fanno un Ulivo” (Manifesto). Gianni Toniolo, sul Sole 24 ore, sostiene che “La ‘prova debito’ resta il vero esame dell’Italia in rimonta”. Romano Prodi, sul Messaggero, approva l’invio di soldati in Niger ma teme lo scarso peso politico dell’Italia: “Purchè l’Italia non diventi la Croce rossa dell’Africa”. Un’analisi lucida dei problemi dell’Europa 2018 di Sergio Fabbrini: “I frangiflutti necessari per arginare i nazionalismi” (Sole 24 ore). Luigi Di Maio “apre”: “Con Lega o Grasso? Dopo il voto vedremo chi può collaborare con noi” (intervista a La Stampa). E Davide Casaleggio “spiega”: “Una multa è il minimo per chi tradisce gli elettori” (intervista al Corriere della sera). Stefano Cappellini, “La metamorfosi finta del M5s” (Repubblica). Sullo scenario elettorale Ilvo Diamanti parla de “La stagione del meno peggio”, in cui, secondo Fabio Bordignon, “Studenti e anziani guidano il fronte degli ottimisti” (Repubblica). Dice Marco Minniti che “Non sarà un voto inutile” (intervista a Repubblica). Intanto forse Renzi s’accorge dei tanti errori fatti: “Renzi cerca la rimonta, ma ‘senza fare demagogia’” (Goffredo De Marchis, Repubblica).

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26 Dicembre 2017
by Giampiero Forcesi
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IL PIANO DI PRODI PER L’EUROPA. IL REALISMO DI L. REICHLIN. LO STOP ALLO IUS SOLI

26 Dicembre 2017

Romano Prodi (incaricato con altri di stilare un piano sociale europeo che la Commissione Ue presenterà a fine gennaio): “Che degrado nel nostro dibattito politico” (intervista a La Stampa). Giuseppe Salvalaggiulo,Salviamo l’Europa. Il piano di Prodi” (La Stampa). Marta Dassù descrive “Le ferite che minano l’Europa” (La Stampa). Sergio Romano dice: “L’Est ribelle insegna: una vera unione non è più rinviabile” (Corriere della sera). Lucrezia Reichlin dà un saggio di realismo politico e invita i prossimi (deboli) governi italiani a fare una politica bipartisan di rafforzamento delle istituzioni: “Fragilità e illusioni. Riforme e istituzioni in Italia” (Corriere della sera). Eugenio Scalfari punta tutto sull’europeismo e spera in una riunificazione della sinistra: “La chimera della sinistra” (Repubblica). Romano Prodi dice anche quale è la “Lezione catalana” (Messaggero). Francesco Verderami parla del piano B di Berlusconi: “Berlusconi e i timori di un tracollo Pd” (Corriere della sera). Umberto Ranieri, su Il Mattino, scrive de “La Boschi e l’ordalia che la dirigenza del Pd non sa affrontare”.  Claudia Mancina difende la Boschi: “Linciaggio sulle donne al potere” (Mattino). Ancora sul Mattino Massimo Adinolfi spiega: “Una crisi e cinque strade”. Claudio Cerasa su Il Foglio dice la sua: “Perché il 2017 non è stato l’anno del populismo”. SULLO STOP ALLO IUS SOLI: Stefano Cappellini, “Lo schiaffo allo ius soli” (Repubblica); Luigi Manconi, “Ha vinto l’ideologia della paura” (Manifesto); Marco Tarquinio (Avvenire) “Ius culturae, politica in fuga”; Pietro Parolin, “Ius soli, bene lo stop. Il Paese è già lacerato” (intervista al Messaggero); una nota di Stefano Ceccanti sul suo blog.

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