Il cosiddetto autunno caldo fu un periodo felice di ricerca di comunicazione della fabbrica con la società. Basti pensare al “salario sociale”, che consisteva in una parte del salario dei lavoratori devoluta a interventi nel territorio: asili nido, consultori socio sanitari…; e soprattutto alla riforma sanitaria. Era la richiesta, oggi di estrema attualità, di un nuovo modello di sviluppo. Lo racconta l’autore in un articolo apparso su “via Po”, inserto culturale del quotidiano della Cisl “Conquiste del lavoro”