A seguito dei numerosi interventi (anche sul nostro sito: vedi l’articolo di Paola Gaiotti, “Monaco, no!” e i commenti all’articolo stesso) suscitati da una proposta da lui avanzata sul Manifesto (che l’ha ripubblicata ieri: “Una separazione nel reciproco interesse“) l’autore, deputato del Pd, all’indomani dell’uscita dal Pd di un altro gruppetto di parlamentari e della nascita di Sinistra Italiana, torna sul tema e spiega il suo punto di vista.
Ha fatto un po’ discutere una mia proposta-provocazione: quella di una sorta di separazione consensuale del PD. Provo a illustrarla in sintesi. Essa prende le mosse da due considerazioni.
La prima. Complice la dissoluzione del centrodestra, il PD renziano va assumendo sempre più i connotati di un grande partito moderato di centro, un profilo decisamente diverso dal PD ideato nel solco dell’Ulivo prodiano, cioè un partito di centrosinistra nitidamente alternativo al centrodestra nel quadro di un maturo bipolarismo competitivo tra due alternative di governo.
Non è una cosa brutta, semplicemente si tratta di una cosa diversa. Si deve prenderne atto.