14 Febbraio 2013
by Vittorio Sammarco
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La rinuncia di Benedetto, segnale di una crisi ma anche gesto di fiducia

14 Febbraio 2013
di Angelo Bertani

 

Suggestione e ambiguità delle parole! E pensare che avevamo intitolato un corsivo: “Gloriosamente regnante”!  Certo: era per sottolineare che questa espressione, forse adatta due secoli fa, certamente oggi è del tutto inappropriata, tanto più considerando l’attuale condizione della Chiesa nel mondo.

E infatti… Tuttavia proprio perciò merita di essere raccolto con attenzione, e meditato, il messaggio che Papa Benedetto ha rivolto a tutta la Chiesa attraverso la sua rinuncia. Certo ha sorpreso la semplicità e la schiettezza della sua decisione. E mi è subito venuto in mente il linguaggio chiaro e incisivo di Ratzinger quando (erano gli anni ‘69-’70) teneva belle, chiare e profonde conversazioni alla radio bavarese, citando e dialogando con Simone de Beauvoir, e Wittgenstein, e Camus. E poi mi son ricordato che

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3 Febbraio 2013
by Vittorio Sammarco
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Quale Vangelo? Quale Chiesa?

3 Febbraio 2013
di Emilio Fermi, Giovanni Colombo (e tanti altri)

 

Quella che segue è la “introduzione/cronistoria” di un percorso di scambi epistolari tra cattolici della chiesa ambrosiana che nei mesi scorsi hanno riflettuto sulla propria esperienza ecclesiale stimolati dalla lettera che il presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione aveva scritto al nunzio in Italia per sostenere la nomina del card. Scola ad arcivescovo di Milano. Segue il link all’intero carteggio

Sono qui raccolti integralmente i risultati di una consultazione del tutto informale promossa nel secondo semestre del 2012 fra ex-iscritti all’Azione Cattolica Diocesana di Milano e poi estesa anche ad altri amici e conoscenti, allo scopo di sollecitare una riflessione sulla loro esperienza ecclesiale e, più in generale, sulla storia recente dell’ACI diocesana e della Chiesa ambrosiana nel suo insieme.

L’occasione per questo ripensamento era stata offerta dalla pubblicazione della nota lettera di don Carron, Presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione, al nunzio apostolico in Italia, Mons. Giuseppe Bertello, nella quale si caldeggiava la nomina del Cardinale Scola a nuovo Arcivescovo di Milano, accompagnando la proposta – poi accolta dal papa – con forti critiche alla recente linea pastorale della Chiesa milanese.

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28 Gennaio 2013
by Vittorio Sammarco
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Perché, da prete, non posso essere neoliberista

28 Gennaio 2013
di Don Angelo Chiappa

 

Abbiamo ricevuto e volentieri pubblichiamo. L’autore è un prete bresciano, che ha recentemente compiuto il 63° anno di sacerdozio

 

Noi tutti, gerarchia, sacerdoti e popolo cristiano, non abbiamo né visto né sentito ciò che è successo da quando Reegan proclamò che il vitello d’oro Mercato sostituiva l’Altissimo; e i governanti non si sottrassero più dal “dire false dicerie, dal non tutelare in giudizio il povero, dal tenersi lontano dalla parola menzognera, dal non accettare doni e dal non opprimere il forestiero …”  (Deut.) perché così esigeva il nuovo Dio.  Si diffondeva così il progetto della “nuova economia”, del “pensiero unico”, del pensiero neoliberista che ha come logica la scaltrezza nel far rendere di più al proprio  capitale.

Il che implica sempre alcune cose:

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17 Gennaio 2013
by Vittorio Sammarco
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Senza equità non c’è sviluppo. Serve una iniziativa pubblica

17 Gennaio 2013
di Nicola Cacace

Per ridurre le diseguaglianze serve prima lo sviluppo? O più equità e la riduzione delle diseguaglianze sono un fattore dello sviluppo? Abbiamo posto la domanda a Nicola Cacace, ingegnere, economista, esperto di previsioni strategiche, già presidente di NOMISMA, oggi editorialista dell’Unità

 

Le diseguaglianze sociali sono molto presenti in questa campagna elettorale dopo che il Pd ne ha fatto tema centrale del programma. Una misura drammatica del livello italiano di diseguaglianza è data dai dati Bankitalia sulla ricchezza delle famiglie, metà della ricchezza privata, immobiliare e finanziaria, è nelle mani del 10% delle famiglie, mentre metà della popolazione più povera ne possiede appena il 10%. Sulla base di questi dati equità e sviluppo sono divenuti temi evocati anche dalle forze del centro e della destra,  ma con delle differenze fondamentali. Mentre per la sinistra l’equità resta “componente essenziale e strutturale di un nuovo modello di sviluppo”, per le altre forze in campo l’equità è materia di “un secondo tempo”, come scrive il Sole 24 ore (14/1) in un articolo dal titolo significativo “Sviluppo a sostegno dell’equità” e dalle inequivocabili conclusioni:

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16 Gennaio 2013
by Vittorio Sammarco
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Note su i valori cattolici, il Pd, i diritti civili. I due opposti integrismi

16 Gennaio 2013
di Nino Labate

 

Abbiamo ricevuto un contributo sul rapporto tra politica e questioni etiche. Lo pubblichiamo augurandoci che altri vogliano intervenire

 

Se è vero che il previsto “Todi 3”  romano è saltato per evitare contrasti sui principi non negoziabili e per abbandonare il lancio di un’ Opa cattolica sul centro di Monti, vuol dire che in questa occasione la ragione ha prevalso sulla passione. Impedire conflitti religiosi e divisioni sulla tutela di quei “principi”  che spesso  convincono anche non credenti, così come abbandonare  l’illusione di un ritorno all’unità politica che non convince nessuno, specie l’ormai maturo  pluralismo delle scelte,  vuole anche dire stare con i piedi per terra della storia. Prudenza somma è infine tenere bassa la voce su questioni che interessano l’antropologia dei nostri tempi. La donna e l’uomo. La vita e la morte. La famiglia.

1) Dunque le attese di alcune associazioni cattoliche todine, decise a fare delle leggi “eticamente sensibili” un punto prioritario del programma politico dei partiti di centro nel corso della tornata elettorale – quasi a farne una bandiera identitaria del montismo –  sono andate deluse. E  benché la contrarietà di  Monti alle nozze gay, ribadita anche nei comizi, fosse da tempo nota,  allo stesso Monti e a tutti coloro che hanno suggerito di soprassedere va dunque il merito di avere allentate le possibili tensioni.

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15 Gennaio 2013
by Vittorio Sammarco
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Cattolici: protagonisti o subalterni?

15 Gennaio 2013
di Franco Monaco

Questo articolo è uscito su  “Adista” – Notizie n. 2, con la data del 19 gennaio 2013. L’autore è senatore del Pd e membro dell’associazione “Città dell’uomo”

 

È curiosa la dinamica della comunicazione. Spesso accredita una rappresentazione che si discosta dalla oggettività dei fatti e che, specie se reiterata, sedimenta luoghi comuni e semplifica a dismisura i giudizi. È il caso della tesi secondo la quale staremmo assistendo a un nuovo protagonismo politico dei cattolici dopo un tempo contrassegnato dalla loro marginalità. Chiedo scusa per l’approccio didascalico, ma merita isolare gli elementi di cui, letteralmente, si compone tale assunto.

Quale il tempo segnato dalla presunta marginalità politica dei cattolici? Secondo una facile vulgata, dopo la Dc e i suoi epigoni. Già a questo riguardo, si potrebbe introdurre un interrogativo. La Dc fu cosa grande e complessa. Alle origini, effettivamente, il suo gruppo dirigente, in larga misura, aveva alle spalle un’attiva militanza cattolica. Col tempo e il succedersi delle generazioni quella matrice si stemperò. Nel bene e nel male il personale politico Dc si professionalizzò e si laicizzò. E comunque, al di là dei singoli profili biografici, la effettiva qualità cristiana della sua ispirazione e della sua azione fu assai discontinua. A volte più evidente, a volte decisamente appannata. In breve: all’egemonia politica Dc non di necessità e sempre corrispose una vitale “significanza” cristiana.

Dopo la Dc, cattolici politicamente marginali? Ne siamo sicuri?

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8 Gennaio 2013
by Vittorio Sammarco
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Il posto (meditazione per il nuovo anno)

8 Gennaio 2013
di Giovanni Bianchi

 Questo contributo è stato scritto per i cattolici democratici milanesi, delle cui iniziative c3dem ha dato notizia di recente. Bianchi mette a fuoco una serie di questioni attuali per l’impegno dei cattolici democratici

 

Il posto (1961) è il titolo del secondo film di Ermanno Olmi. Un ragazzo di Meda, un paese della Brianza alla periferia di Milano, viene nella metropoli da una cascina dove non si lavora più la terra per sostenere una serie di esami in vista di un posto fisso di lavoro impiegatizio: per guadagnarsi la vita, metter su famiglia, avere un ruolo nella società e contribuire a svilupparla. Ce la farà, e le difficoltà e le ingenuità, il candore messi in rilievo dalla regia danno conto di una stagione della nostra storia che ha prodotto il boom economico, il boom delle nascite, e che avvertiamo oggi con una qualche pena da troppo tempo alle nostre spalle.

Ben altra, molto più difficoltosa e non di rado inutile la corsa al posto delle nuove generazioni. Per questo la “tirchieria mentale” (l’espressione fulminante è di Beniamino Andreatta) con la quale il ceto politico gestisce le proprie posizioni di potere risulta chiaramente indigeribile a milioni di italiani cui lo stipendio non basta per arrivare a fine mese, quando uno stipendio c’è. Là, in alto, invece un allegro sperpero di danaro pubblico. E anche le istituzioni che dovevano consentire una democrazia più prossima al popolo, come le Regioni, non fanno eccezione. Soldi pubblici per feste in maschera ai bordi di piscine notturne. Soldi per cene sontuose. Soldi perfino per le cartucce di un fucile da caccia. La protervia di Trimalcione tradotto in fretta e malamente nell’inglese dei cartoons come un Batman di quarta segata. Qui troviamo una delle molle della cosiddetta antipolitica come risposta alla sciatta ruberia della politica politicante.

Ma è così difficile prendere le misure e le distanze dal potere politico?

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7 Gennaio 2013
by Vittorio Sammarco
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Diritti delle coppie omosessuali: non c’è solo il matrimonio

7 Gennaio 2013
di Antonio D'Aloia

Pubblichiamo la versione integrale di un articolo uscito in forma breve su Near di dicembre, la rivista dell’Ufficio nazionale antidiscriminazioni. L’autore è professore ordinario di Diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Parma. Tra le sue pubblicazioni in tema di biodiritto, si segnalano: Biotecnologie e valori costituzionali. Il contributo della giustizia costituzionale (a cura di), 2005; Al limite della vita: decidere sulle cure, 2010; Profili costituzionali dei dati genetici, 2011; Il diritto alla fine della vita, 2012

 

Le domande che poste (E’ giusto considerare il matrimonio un diritto per gli omosessuali? Negarlo va considerata una discriminazione?) sono molto ‘dirette’, per quanto richiamino temi estremamente complessi e tormentati sul piano giuridico e sociale. Inoltre, sono domande inevitabilmente collegate: se infatti l’apertura dell’istituto del matrimonio agli omosessuali viene configurato alla stregua di un diritto costituzionalmente garantito (o comunque riconducibile al dettato costituzionale, alla stregua di altri ‘penumbra rights’), la conseguenza non potrà che essere quella di attribuire un carattere discriminatorio ad una legislazione che invece mantenga intatto il paradigma eterosessuale del matrimonio; cambiando prospettiva, se la premessa è quella di escludere che gli omosessuali possano rivendicare un ‘diritto’ di sposarsi, la previsione legale della diversità sessuale dei coniugi come presupposto di validità del matrimonio non può essere ritenuta una scelta discriminatoria.

Provo ad  andare subito al punto, senza poter indugiare, in questa sede, nella ricostruzione di quell’imponente processo che, negli ultimi 20 anni, ha portato l’omosessualità

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4 Gennaio 2013
by Vittorio Sammarco
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La Chiesa è in campo ma i pastori sono tanti

4 Gennaio 2013
di Franco Monaco

Riportiamo l’intervento uscito il 4 gennaio 2013 su “Europa”, in risposta ad un commento di Federico Orlando ad un suo precedente articolo, pubblicato sempre su Europa (e qui su c3dem)

 Caro Federico Orlando, permetti solo tre chiose alla tua nota simpaticamente pungente che mi chiama amichevolmente in causa e che verte sulle ingerenze ecclesiastiche nella contesa politica e, segnatamente, a sostegno dell’iniziativa di Monti. Innanzitutto rispondo al tuo quesito: la tua è di sicuro una nota informativa, non di colore e che evoca una questione serissima. Riferisce un episodio che conferma tali indebite ingerenze e ci fornisce anche qualche dettaglio che semmai le arricchisce di una certa ineleganza. In secondo luogo, mi dai modo di precisare il senso della mia sottolineatura circa le gerarchie specificamente “romane”. Non mi sfugge la circostanza che il loro attivismo trovi poi riscontri e proiezioni in giro per l’Italia. Non vi è in me nessuna intenzione minimizzante. Piuttosto l’impressione – e anche qualche cosa di più, grazie a qualche informazione di cui dispongo a mia volta – è che molti preti e vescovi non si riconoscano in quella visione e non si prestino a quelle pratiche. Che chiamo romane, sia per ragioni geografiche sia per ragioni culturali e simboliche che tra loro si richiamano: alludo alla contiguità, fisica e non solo, tra il potere religioso (?!) e il potere politico. Che le cose non vadano così dappertutto spero non sia solo una percezione condizionata

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30 Dicembre 2012
by Vittorio Sammarco
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NON SIAMO A MANI NUDE. L’assemblea di “Economia democratica” (Roma, 15 dicembre 2012)

30 Dicembre 2012
di Giampiero Forcesi

Lo scorso 15 dicembre si è tenuta a Roma l’assemblea programmatica di “Economia democratica”, un’associazione nata nel maggio di quest’anno per iniziativa di Raniero La Valle, con la collaborazione di alcuni amici, economisti e giuristi soprattutto, ma non solo. Ne abbiamo parlato qui sul portale. L’assemblea tenuta a Roma ha voluto essere un rilancio dell’iniziativa, con l’obiettivo di “promuovere un movimento che operi per riportare l’economia, sia pubblica che privata, a coordinarsi con i diritti fondamentali e i valori etici della democrazia e della Costituzione e per creare le premesse politiche e culturali per un’economia di liberazione” (così nell‘invito).

L’assemblea – il cui titolo poneva un interrogativo provocatorio “Solo un banchiere ci salverà?” – ha fatto registrare molte assenze (Lorenza Carlassare, Umberto Romagnoli, Rossana Rossanda…), ma è stata ricca nei contenuti. L’ha guidata, con grande garbo, Luigi Ferrajoli, che la rivista “Il Mulino”, che lo ha intervistato di recente, considera “forse oggi il maggiore teorico del diritto italiano” (Intervista a Luigi Ferrajoli, Il Mulino, n.3, 2011). Dopo aver fatto il magistrato e aver contribuito a fondare Magistratura democratica, è stato professore di Filosofia del diritto, prima a Camerino e poi a Roma Tre. E’ autore di importanti teorie del garantismo penale e della democrazia costituzionale. Dunque, la persona giusta per l’impresa che Raniero La Valle vorrebbe portare avanti. Ferrajoli ha aperto l’assemblea dicendo che per perseguire gli obiettivi di un’economia democratica bisogna fare incontrare  giuristi ed economisti, gli uni affetti da analfabetismo economico e gli altri da analfabetismo giuridico. E questo è stato proprio il tentativo che

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