Cattolici e politica. La riflessione di De Rita e Diotallevi
“Come sconfiggere l’antipolitica. Una soluzione: il bene comune”. Con questo titolo Giuseppe De Rita e Luca Diotallevi firmano insieme un articolo sul “Corriere della Sera” del 28 giugno 2012. Sottotitolo: “Società e partito cattolico”. “Serve – scrivono i due – in Italia come in Europa, una nuova cultura politica: con nuove organizzazioni che accettino la sfida di un policentrismo complesso, senza indulgere in tentativi di rilanci istituzionali destinati a una generosa inadeguatezza (…). Più politica nuova e meno statualità, questa la strada”. “ Se una risposta politica adeguata si formerà, essa non potrà nascere che dal ristabilirsi, magari fortuito, di una relazione tra dei politici che abbiano il coraggio di «tradire» le loro cerchie, e dei cittadini che, pur avendone motivi, resistano alla tentazione scettica di essere semplicemente indignati” – scrivono ancora. E aggiungono: “Per cominciare il percorso c’è da fare un primo passo, superare cioè la cultura (vincente per la maggior parte del Novecento) del fondamentalismo istituzionale, e far progredire una diversa cultura, quella della mediazione politica come solo una delle forme di mediazione sociale. Cultura dell’interesse generale la prima, cultura del bene comune la seconda. Per la prima la società è una massa ancora informe di interessi da ordinare in una «polis», per la seconda gli interessi sono sempre inter-essi (rete e rete di reti) in una logica di inclusiva «civitas»”.
Concludono segnalando come, “in un periodo in cui si indulge a evidenziare l’irrilevanza politica dei cattolici”, “a questa cultura abbia dato negli anni un contributo importante il cattolicesimo politico che, ben lungi dall’appiattirsi su certi schematismi o arcaismi della vecchia dottrina sociale della Chiesa, ha invece largamente contribuito a rinnovarla (si pensi a temi come libertà religiosa, democrazia o mercato). Ed è su quella strada, di maturazione di una cultura politica che stia dentro e non sopra la società e la sua evoluzione, che il mondo cattolico deve proseguire”.