Un intervento del direttore Rocco d’Ambrosio (con un’ampia citazione di Piero Calamandrei) apre il fascicolo luglio-settembre (n 104) della rivista Cercasi un fine. È una voce significativa perché esprime la vitalità dei credenti giovani e “di base”, che tuttora si ispirano a don Milani, La Pira, Moro, e, significativamente, ospitano su questo fascicolo la presa di posizione di Raniero La Valle e di Luigi Ferrajoli per un deciso “no” al referendum sulla “riforma costituzionale”. Spiega d’Ambrosio che “questa riforma costituzionale è nata più da un generale spirito d’assalto all’impianto costituzionale che dalla volontà di riformare la Costituzione per facilitare l’attuazione dei suoi principi fondanti”. E soggiunge: “… sentiamo una profonda nostalgia per i Padri Costituenti quali Calamandrei, La Pira, Moro, Togliatti e via dicendo. Gli attuali politici in scena, di questi Padri hanno ben poco o quasi niente, in termini di libertà, maturità ed eticità personali, competenze e dedizione al bene comune …”.
Molto opportunamente Alex Zanotelli ricorda, fin dall’editoriale del numero di settembre di Mosaico di pace, che c’è un problema molto grave che attraversa sempre più lo scenario mondiale e contribuisce all’impoverimento e alle molte tragedie del “terzo mondo”: è il tema del debito dei poveri verso i ricchi. Diceva Nyerere già tanti anni fa: “per noi paesi impoveriti è immorale pagare il debito perché non sono i governi a pagarlo, ma gli impoveriti con mancanza di ospedali, di scuole …”. E Alex Zanotelli ricorda come i Paesi sempre più poveri del Terzo mondo devono pagare 80 miliardi di dollari all’anno solo per gli interessi. E il card Turkson (di Giustizia e Pace) scrive che “il debito demolisce le scuole e le cliniche e i suoi effetti sono non meno devastanti di una guerra”. Il debito, in un’economia guidata dalla prepotenza e dallo spirito di rapina (e dalla violenza) può uccidere più della guerra …
Il tema della riforma costituzionale, le ragioni del sì e del no, stanno dividendo il Paese e in qualche caso provocando vere lacerazioni. Di fronte a questo rischio la redazione de Il foglio (“il mensile di alcuni cristiani torinesi”, come si autodefinisce con molta umiltà) ha deciso di applicare il metodo del dialogo e del confronto in maniera evidente e, a mio avviso, esemplare. Due articoli, intitolati rispettivamente “Le ragioni del no” e “Le ragioni del sì” sono appaiati al centro del fascicolo n 434 (pensate: il gruppo redazionale, sostanzialmente il medesimo da oltre 40 anni …), a firma, rispettivamente, di Claudio Belloni e di Stefano Casadio. Una bella lezione di metodo … e anche di sostanza perché la capacità di dialogare in ogni circostanza è un grande fatto tutt’altro che di forma: è un’espressione di verità e di dialogo (che sono poi due cose intrecciate, inseparabili …
Che cos’è veramente, oggi la vita religiosa? Domanda non banale né facile. Ma certo importante per capire dove e come viviamo. E come camminiamo, dove andiamo. La bella rivista Spirito e Vita (dedicata a religiosi e religiose, ma interessante per tutti …: e, del resto, non possono essere religiosi anche uomini e donne che vivono fuori del chiostro e della “regola”?!) offre un’immagine che viene poi sviluppata nell’intero fascicolo n 7 /2016: la vita religiosa come una carovana illuminata. Uomini e donne che camminano insieme nella luce dello Spirito e nel calore della comunione sorretta dall’amore e dalla fede. Con varietà di stile e d’intuizioni ne scrivono, su questo bellissimo fascicolo, Armando Matteo, Albino Finotto, Giorgio Butterini, Roberto Raschetti, Dario Fridel, Graziana Latella e “Lauretta” che conclude: “Stringi la mano al tuo vicino e scoprirai che è meno duro il cammino così”.
In questo anno, centenario della morte di Charles de Foucauld (1858-1916), la rivista Jesus Caritas, trimestrale di spiritualità curata dai Piccoli fratelli e dalle discepole del Vangelo, ha avuto occasione di ricordare quanto la spiritualità di questa famiglia religiosa sia preziosa e attuale nella Chiesa e nella società contemporanea. Lo confermano, sul numero 144, ottobre 2016, anche il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato e il vescovo Lorenzo Chiarinelli in una bellissima riflessione in cui ricorda anche quanto Paolo VI si sentisse ammirato e vicino alla spiritualità di Charles de Foucauld. Come Jean Guitton, del resto, che profetizzò: “Charles de Foucauld è un uomo che non cessa di nascere. Apparirà domani come uno dei più puri spirituali francesi di questo secolo e, senza dubbio, un santo”.
(a. bert.)