La Civiltà Cattolica (n 3958) ricorda i cent’anni dell’entrata dell’Italia nella “grande guerra”, il primo conflitto mondiale; in esso l’Italia entrò divisa fra interventisti e neutralisti, ma presto il conflitto sarebbe diventato “la guerra di tutti gli italiani. Forse anche a causa delle 650 mila vittime (!) la tragedia favorì tuttavia l’affermarsi di un sentimento comune e di una coscienza nazionale unitaria, “riunendo gli italiani nel dolore e nell’elaborazione del grande lutto e soprattutto nell’orgoglio di sentirsi parte di una grande nazione vittoriosa”.
Anche Il foglio, mensile di alcuni cristiani torinesi (fondato e curato con passione e coraggio da Enrico Peyretti) ricorda (n 422) i cent’anni dalla prima guerra mondiale con un articolo-rassegna di Pier Luigi Quaregna, intitolato “Il fango e la vergogna”. Scrive “a un secolo di distanza resta urgente scavare nelle memorie dimenticate delle molte vittime cadute sul fronte interno e procedere invece a qualche damnatio memoriae, ritardata dalla retorica ufficiale, a partire dai crudeli e inetti comandi militari e ai responsabili di governo che li nominarono, fino al monarca allora regnante”.
A “La famiglia nella società e nella Chiesa” è dedicato il n. 3-2015 di Spirito e Vita. Il fascicolo ospita vari e interessanti articoli che mettono in luce le molte, gravi difficoltà che affronta oggi la famiglia, non solo nel nostro paese (e il prossimo Sinodo mondiale è destinato proprio ad affrontare questi temi). Papa Francesco ha recentemente ricordato il proverbio africano per cui “per educare un ragazzo serve un intero villaggio”. Facile comprendere che per rendere possibile una vera educazione dei giovani alla famiglia serve un grande impegno sociale. Scrive don Armando Matteo nell’editoriale: “Se davvero ci sta a cuore la famiglia, è all’intero villaggio che dobbiamo pensare, per una sua profonda riforma: per restituirgli un carattere di umanità e sottrarlo alla macchina burocratica e alle mire espansionistiche del mercato”.
Consacrazione e servizio (maggio-giugno) ospita, fra l’altro, una preoccupata riflessione di padre Giampaolo Salvini, della Civiltà Cattolica, che ricorda la drammatica situazione di persecuzione in cui tuttora, oggi, si trovano i cristiani in molte regioni del mondo; quasi sempre nel silenzio dell’informazione e dell’opinione pubblica internazionale. E purtroppo le persecuzioni non toccano solo i cristiani delle varie confessioni (almeno 150 milioni!), ma anche i credenti di altre religioni. Tanto che papa Francesco ha potuto parlare di “ecumenismo della sofferenza”. Certo: il singolo può anche soffrire in silenzio e accettare il martirio, come hanno fatto eroicamente milioni di persone lungo la Storia della Chiesa. Ma i governi e i cittadini che non sono direttamente coinvolti hanno però il dovere di organizzarsi, informarsi e difendere i perseguitati: è un dovere morale di giustizia e solidarietà. E anche perché ogni violenza ingiustificata, ogni violazione della libertà di coscienza rende tutto il mondo più ingiusto e più violento.
(a. bert.)