COME INTERVENIRE CONTRO L’ISIS?

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La Dichiarazione del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, presieduto dal card. Tauran, sulle inaudite sopraffazioni del sedicente Califfato: “La situazione drammatica dei cristiani, degli Yazidi e di altre comunità religiose numericamente minoritarie in Iraq esige una presa di posizione chiara e coraggiosa da parte dei responsabili religiosi, soprattutto musulmani, delle persone impegnate nel dialogo interreligioso e di tutte le persone di buona volontà (…) Altrimenti quale credibilità avranno le religioni, i loro seguaci e i loro leader?”.  Enzo Bianchi: “Il grido dei cristiani e il nostro silenzio” (scrive che “non ci si può nascondere dietro la logora, vigliacca domanda che molti pongono sempre ai pacifisti in circostanze simili: come si fa a non intervenire militarmente contro crimini di questa portata?”). Sull’eccesso di ipocrisia di chi accusa di silenzio il papa (come fa Sandro Magister, per ultimo nel pezzo “Il Vaticano si sveglia e scopre le vergogne del califfato”) scrive Massimo Faggioli su L’Huffington Post (“Il silenzio di papa Francesco e la cattiva coscienza dei cattolici neo-con”). La direttrice di La Croix, Dominique Quinio, appare incerta sull’uso della forza (“Contro l’indifferenza”). Sergio Romano sul Corriere spiega perché, secondo lui, Obama sta sbagliando nel non voler intervenire con forza in Irak, sarebbe una guerra “oltre che umanitaria, intelligente” (“L’ostinazione di un presidente”).

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  1. Roberto Castaldini on gennaio 10, 2013 at 6:02 am
    Ciao a tutti e che sia una buona giornata per credenti e non credenti.

    OGGETTO: “perchè tutto questo?” Perchè esistono tante religioni e perchè sono nate ? Perchè combinano tanti disastri invece di portare pace sulla Terra ?

    Premetto che ho il massimo rispetto per chi crede in una religione o ha idee diverse dalle mie, perchè è un diritto inviolabile di ogni essere umano la libertà di credo e culto, come pure il poter esprimere liberamente le proprie idee, sempre che l’una e l’altra cosa non pregiudicano le libertà e sicurezze altrui.

    Premesso questo, esprimo, in tutto convincimento personale, le mie idee sulle religioni e perchè noi, specie umana, ne abbiamo avuto sempre bisogno .

    Se uno fa una ricerca su cosa “E’” o cosa significa “Religione” viene fuori di tutto, con fior fior di ricercatori, studiosi, filosofi, teologi che esprimono ragionamenti molto disparati. A questo punto mi permetto di dire anche io la mia, cercando un filo di Arianna, su ciò che ci lega dal nascere delle prime religioni fino ai giorni nostri noi cosidetti esseri raziocinanti.

    Per fare ciò ho cercato, senza fare troppo fatica- qualcuno potrebbe ironizzare-, di tornare all’alba dei tempi ed immedisimarmi quando l’uomo preistorico cominciò a porsi delle domande e provò a darsi delle risposte, cioè quando su qualche roccia o all’interno di caverne cominciarono a comparire segni riconducibili a simboli di culto o d’immaginazione sovra naturali oltre a piccoli manufatti votivi.

    Già nel paleolitico (epoca storica che prende la sua denominazione dalla principale materia prima, la pietra scheggiabile) nascono le prime forme religiose riconducibili a pratiche rituali per la caccia, la magia, la credenza in una dea della fecondità (Magna mater, Venere di Savignano sul Panaro).Altri segni sono l’inumazione con corredo funebre (cibo,utensili, ornamenti); fosse tombali coperte da pietre, scavate vicino al focolare. Importante la posizione dello stregone, come testimoniano i graffiti nelle caverne ( con il “bastone di comando” ancora attuale da parte di tutti i Patriarchi).

    Tutto ciò mi porta a muovere le mie prime considerazioni sul bisogno dell’uomo fin dall’alba delle fasi più antiche della sua storia evolutiva, di conseguenza religiosa, di dare delle risposte su e circa i fenomeni ambientali a cui assiste, alla sua esistenza temporale e al mondo, in generale, che lo circonda.

    Lo farò immedisimandomi in uno di quei primi ominidi che calcarono in posizione eretta la savana formatesi nella fossa tettonica africana che comprende Etiopia, Kenia, Tanzania e Sud Africa, che va sotto il nome di “Great Rift Valley”, e che secondo alcune tesi accreditate paleontologiche e scientifiche è stata la culla del genere umano da cui deriviamo.

    -“Quella giornata, subito dopo le piogge che avevano interrotto la lunga siccità, il suo sguardo, sfruttando la sua posizione eretta, finalmente vide sulle alte erbe della savana il branco di bovidi (antilopi, gazzelle, bufali) al pascolo. La sua pancia cominciò a brontolare per la fame che le radici, fino a quel momento suo unico pasto, non erano state capaci di colmare. Prima però di avventurarsi in quel mare di verde ondeggiante verso quella ghiotta abbondanza di carne allargò lo sguardo per non avere la sgradita sorpresa di essere anche lui il pasto di qualche felino. Infatti poco più in la vide un branco di leoni che già erano occupati a spolparsi un gigantesco vecchio bufalo. Il suo sguardò potè constatare che si era formata anche una grande conca d’acqua limpida e abbondante dove prima vi era una pozza melmosa contesa da tutti. Poi all’improvviso cominciò ad avere un senso di smarrimento. Qualcosa di tumultuoso gli stava accadendo nella sua testa. Per la prima volta il suo cervello cominciò ad elaborare una serie di domande. Le prime furono “chi sono?” e “perchè tutto questo?”. Il suo cervello, grazie alla sua posizione eretta, la vista tridimensionale, il pollice della mano opponibile e l’uso di strumenti rudimentali per la caccia o lo scavo di radici, si era ulteriormente sviluppato ed era diventato più proporzionato al suo peso corporeo dandogli un notevole vantaggio per l’elaborazione dei dati rispetto a qualsiasi altra forma di vita. Così faticosamente cominciò a cercare delle risposte. Le sue conoscenze in quel momento erano così scarse che tutto sembrava difficile da spiegarsi. Quindi la sua mente elementare partì dall’empirico e tutto quello che non riusciva a capacitarsi diventò qualcosa d’altro, superiore alle sue capacità. Nacque il “sopra naturale” cioè la prima forma di “ Religione”.-

    Oggi sorridiamo di quelle forme di credo così elementari legate alla paura di soccombere e alla speranza di avere la pancia piena, il corpo protetto e i pericoli lontani.

    Non è cambiato niente da allora. Tutto è rimasto uguale, solo ci siamo raffinati un po di più e col progredire dell’uomo abbiamo elaborato forme di credo più complesse , meno legate al bisogno imminente e siamo entrati in una fase più spirituale e trascendentale. Il cammino delle religioni ha avuto varie tappe nelle epoche che si sono susseguite nella storia dell’uomo ma tutte hanno seguito lo stesso canovaccio della paura e della speranza, del buio e della luce, della notte e del giorno, del temere e del chiedere, a qualcosa sopra di noi, una semplice risposta a una domanda elementare e ancora per me imperscrutabile: “PERCHE’ SUCCEDE TUTTO QUESTO?”.

    Non sono ateo, non sono contro le religioni, potrei dire che sono agnostico o, come ebbi a dire in un’altra occasione su questo sito “ non tifo per nessuna squadra ma tifo per il bel gioco”. Quindi di ogni religione apprezzo, questo si, quanto di meglio hanno saputo elaborare per migliorare il genere umano e non solo. Il resto, il trascendentale, è uguale per l’ominide che ho preso per esempio e l’uomo di oggi. Risposte che ancora non ci sappiamo dare perchè quello che ci è stato tramandato o scritto fa tutto parte di tentativi semplicistici o elaborati a un “PERCHE’?” .

    Ho voluto esporre così il mio pensiero sulle religioni perchè tutto è riconducibile all’uomo e purtroppo al suo egoismo stupido di possedere la verità e dettare la via da seguire. AH QUANTI DISASTRI………(meglio tardi che mai chiedere il perdono agli ebrei, ai pentecostali e a tutti quelli che la Chiesa Cattolica, con un eufemismo, ha reso “la vita difficile”, ma questo alla fine da ragione al mio ragionamento che tutto è frutto delle paure e speranze di noi uomini, puntini persi in un Universo senza alcuna risposta certa sul Sovra naturale).

    Perdonatemi se siete dei “buoni cristiani” ma più invecchio e più vedo quello che mi circonda con occhi più disincantati,in tutti i campi anche quelli religiosi…….e se per alcuni la fede non si discute mi vien da sorridere all’ombra di un baobab mentre il mio sguardo perlustra la savana.

    Roberto Castaldini

  2. L’attuale disastro nasce non con le religioni, ma con la politica americana delle Primavere Arabe. Questa politica, con la scusa della democrazia e dei diritti, ha destabilizzato il nord-africa ed il vicino oriente. L’ISIS è una creatura degli americani (e dei loro alleati del Qatar e Arabia Saudita) che l’hanno protetta (finanziata ed armata) nel suo nascere sul confine turco (paese NATO) per usarla contro Assad. Gli Europei avevano persino tolto (su richiesta del nobel-per-la-pace Obama) l’embargo delle armi nei confronti dei miliziani anti-Assad. Ora il giocattolo è sfuggito di mano…

  3. IL TOPO E LA RANOCCHIA (riflessioni sull’animo umano, Roberto Castaldini)

    “Volt’era in su la favola d’Isopo
    Lo mio pensier per la presente rissa,
    Dov’el parlò della rana e del topo ;”
    (Inferno XXIII, 4-6)

    La favola di Esopo presa in esame, alla quale Dante paragona una rissa….tra stupidi diavoli, che alla fine hanno la peggio per il loro litigare, narra di una rana malintezionata che, per far attraversare ad un topo un corso d’acqua, lo persuase a legarsi a lei. Giunti a metà cammino, la rana cominciò ad immergersi, volendo far affogare il topo. In quell’istante sopraggiunse un nibbio che, ghermendo il topo che appariva in superficie, li ghermì entrambi.
    Purtroppo le favole di Esopo raccontano cose che accadono sempre, anche ai giorni nostri, dove la cattiveria e l’ipocrisia umana portano solo a danni più grandi a chi è causa e a chi è vittima.
    Perciò questo mio scritto, che non si vuole fermare a parlare di fatti atroci che accadono quotidianamente, in quanto già noti con tutta l’informazione a nostra disposizione, vuole fare un ragionamento e particolari considerazioni per uno studio pacato di alcuni aspetti dell’ “Animo Umano”.

    Sotto l’espressione di “animo umano” si nasconde il bello e il brutto della nostra specie: dai più abnegativi slanci di solidarietà e altruismo, fino al dono della propria vita per salvarne altre, alle più atroci crudeltà verso i propri simili senza ombra di pentimento.
    Il Caino e l’ Abele, che albergano dentro di noi, ci accompagnano dall’alba dei tempi ed hanno condizionato la nostra Storia in ogni suo momento e tutto ciò avrà purtroppo una sua continuità anche in futuro.
    Allora perchè perseverare in questa dicotomia di “ bene e male “ che ci porta verso una felicità perfetta inrealizzabile e una infelicità perfetta quasi sempre realizzata?

    Perchè noi uomini e donne non sappiamo darci un progetto e una meta che superi gli egoismi settari delle religioni, dei confini nazionalistici, delle divisioni ideologiche, delle ingordigie di ricchezze e di potere di pochi, del menefreghismo verso gli altri, della irresponsabilità a rispettare la natura e il nostro pianeta? Perchè?

    Il nostro viaggio su questo granello chiamato Terra, sperduto in un non misurabile ed incognito spazio-tempo, deve aver tappe e risposte più interessanti di quelle finora raggiunte. Rischiamo un viaggio verso il nulla, un viaggio all’ingiù, verso il basso che ci impone e ci porta a una mancanza di dignità per noi, specie umana, che non sa sfruttare la sua intelligenza, acquisita o donata, per scopi superiori.

    Allora verso quale visione o previsione di futuro dobbiamo spingerci?
    Non certo usando o recuperando modelli del passato o del recente presente per non cadere nel lamento che fa Macbeth nei confronti delle streghe nel -Atto V- nell’omonima tragedia:

    /-“E non si creda più a questi demoni impostori
    che ingannano con discorsi a doppio senso,
    che mantengono la promessa solo alle orecchie
    e la infrangono alla speranza.”-/

    Politici, economisti, finanzieri, gurù del pensiero, religiosi continuano a predire un futuro che ci porterà fuori da sabbie mobili economiche e sociali, dalle imperfezioni del sistema, dai mali fisici e dell’anima se ci affideremo a loro, al loro modello di sviluppo e credo, senza accorgersi ed avere per un solo istante la consapevolezza della propria bassezza e vergogna dei disastri già compiuti.
    Cercano con ogni mezzo di prometterci, se ci affideremo a loro, un prospero futuro come fosse la probalità più reale e sicura del verificarsi di quello che propagandono, ma possono sperare veramente di evitare l’ambiguità delle streghe di Macbeth?
    Sono forse così stolti ed inconsapevoli da non accorgersi che tutto quello che propongono, come modello, non è altro che un calcolo delle probalità che gioca sull’azzardo delle previsioni, mai certe, che al primo soffiar di vento verranno sparse o cancellate dalla storia, lasciando molte volte dietro di se solo macerie e sofferenze.
    Una cosa la sanno benissimo. A sbagliare non saranno loro, la colpa la faranno ricadere sempre su altri e su eventi avversi che hanno pregiudicato il loro modello.

    Questo è la traccia che l’Umanità ha perseguito fino ad oggi, smemorati di come tutto si ripeta costantemente e di come tutto continui a creare quei mostri che si affacciano periodicamente nelle nostre vite creando paure ed incertezze, disperazione e distruzione.

    Allora verso quale visione o previsione di futuro dobbiamo spingerci?

    /-“Voi che vivete sicuri
    Nelle vostre tiepide case
    Voi che trovate tornando a sera
    Il cibo caldo e visi amici:

    Considerate se questo è un uomo
    Che lavora nel fango
    Che non conosce pace
    Che lotta per mezzo pane
    Che muore per un si o un no.
    Considerate se questa è una donna,
    Senza capelli e senza nome
    Senza più forza di ricordare
    Vuoti gli occhi e freddo il grembo
    Come una rana d’inverno.

    Meditate che questo è stato:
    Vi comando queste parole.
    Scolpitele nel vostro cuore
    Stando in casa andando per via,
    Coricandovi alzandovi;
    Ripetetele ai vostri figli.

    O vi si sfaccia la casa,
    La malattia vi impedisca,
    I vostri nati torcano il viso da voi.

    (Se questo è un uomo-Primo Levi,1947)-/

    Prendo a prestito quanto dice Primo Levi (uomo diventato scrittore dopo l’incubo dei lager nazisti, non per il piacere della vendetta postuma sui suoi carnefici che gli avevano inflitto atroci sofferenze e tremende umiliazioni ma per riaffermare la possibilità di un uso ragionevole della vita dell’uomo) per dare un messaggio di speranza, dopo agghiaccianti, interminabili atroci degradazioni dell’animo umano, per ritrovare finalmente noi stessi, ricominciare a vivere creando un mondo migliore e continuare a sentirci esseri umani con una dignità e un tenace amore per la vita.
    La speranza, la gioia, la paura e l’entusiasmo di una rinascita fisica e morale che ci portano sulla strada di una nuova rispettabilità umana, profondo messaggio di un uso migliore della nostra intelligenza.
    Bisogna scoprire i potenziali inespressi di noi stessi, affrontare i problemi senza la retorica lamentosa di chi si scaglia contro tutti perchè è l’unico modo di nascondere la propria incapacità di avere e di proporre idee costruttive per una nuova e migliore società.
    Da Caino ed Abele (meteforicamente) ai giorni nostri, l’uomo è vissuto sempre in periodi tormentati: da momenti di pace a disastrose guerre, da gioie effimere a dolori incommensurabili, passando da euforia a prostazione in una continua altalena che ha dimostrato la fragilità dell’animo umano e la sua stupidità a creare più un quadro denso di infelicità che di arricchire il proprio patrimonio morale di conquiste più alte che diano risposte durature per un periodo di rispetto e lealtà verso tutti.

    Lancio così il mio grido d’incoraggiamento, accorato e disperato, a questa Umanità inconcludente che bordeggia sempre il baratro della propria autodistruzione. Che inseguendo modelli egoistici crea solo insicurezza e rabbia nella stragande maggioranza di noi tutti, anche a chi crede di essere fortunato e sicuro delle proprie ricchezze perchè alla lunga nessuno è al riparo.
    Perciò grido forte: non nascondete la testa sotto la sabbia, non cercate alibi, non lasciate le scelte sempre agli altri, non lamentatevi sempre dopo, non nascondetevi dietro proteste sterili che non portano a nulla, non usate l’offesa verso chi non la pensa come voi, non cesurate ma ascoltate, non scontratevi ma cercate una collaborazione costruttiva, ma soprattutto prendete in mano il vostro destino e date, nel limite delle vostre possibilità, sempre il massimo di voi stessi e questo lo si può dare solo con una continua “PARTECIPAZIONE ATTIVA”.

    Prendendo a prestito e manipolando quanto dice Morpheus all’inizio del fim “Matrix”:
    /-” E’ la tua ultima occasione: se rinunci non ne avrai altre……”-/
    Una volta che mi hai letto avrai aperto gli occhi, e puoi pensare a un nuovo modo di vedere il Mondo, ma non potrai più tornare indietro alla vecchia visione, e non potrai più ragionare come prima.
    /-“Ti sto offrendo solo la verità, ricordalo. Niente di più. (Morpheus)”-/

    Roberto Castaldini

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