CONCILIUM: la Chiesa del futuro – SEGNO NEL MONDO: per allungare il passo della vita ecclesiale – ADISTA-NOTIZIE: la distanza siderale fra Chiesa e triumvirato al governo – NOTES ET DOCUMENTES: testimoni di pace.

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Il Concilio Vaticano II non è morto e sepolto, per fortuna! Ce ne accorgiamo ogni giorno ascoltando Papa Francesco, e tanti vescovi e preti e laici. Non solo lo spirito del Concilio non è scomparso, ma non si è neppure cristallizzato; è tuttora vivo e dinamico. Potremmo dire che è “ancora in corso” leggendo ad esempio i fascicoli della rivista internazionale di teologia Concilium, pubblicata in Italia dall’editrice Queriniana. L’ultimo fascicolo (il 5 del 2018) offre, tra gli altri, gli interventi di sua santità Bartolomeo, arcivescovo di Costantinopoli-Nuova Roma e patriarca ecumenico; e del cardinal Claudio Hummes, arcivescovo emerito di San Paulo e già prefetto della congregazione per il clero. Il tema generale, del quale, su queste stesse pagine scrivono anche molti altri specialisti e teologi è quello della ecologia, o piuttosto di una vera e grande teologia della natura. Si tratta di un fascicolo di grande interesse; ma non era meno interessante il precedente numero di Concilium (il 4/2018) che parla (e “profetizza”) della Chiesa del futuro. Tra gli altri articoli, tutti interessanti, quello di Serena Noceti che si sofferma sul necessario rinnovamento anche delle strutture ecclesiali (specialmente quelle della comunicazione e quelle che toccano l’esercizio del potere) per consentire alla Chiesa di rinnovarsi e servire sempre meglio il Vangelo e tutti gli uomini, figli amati di Dio.

L’ultimo numero del 2018 di Segno nel mondo (la rivista per gli adulti di Azione Cattolica guidata da Matteo Trufelli, Giovanni Borsa e Gianni Di Santo), è molto ricco di stimoli interessanti, fin dall’editoriale del responsabile nazionale Acr, Luca Marcelli, dal titolo: “AC, popolo e Vangelo. Una storia che serve”. E di lì prendono avvio i numerosi articoli che illustrano gli orizzonti dell’azione dell’AC oggi: l’impegno “per allungare il passo” della vita ecclesiale, l’incontro con i problemi del tempo moderno, a cominciare dai conflitti e dalle migrazioni. La sintesi è molto lucida: incontrare e vivere la speranza per salvare il futuro. Chiara Santomiero intervista inoltre Nicola Antonetti sulla preziosa eredità di Giuseppe Toniolo (a cent’anni dalla sua morte). E Vania De Luca, vaticanista di RaiNews24 e presidente nazionale dell’UCSI (Unione Cattolica Stampa italiana) racconta a Fabiana Martini la sua esperienza e la sua gratitudine verso l’azione Cattolica in cui si è formata e ha sviluppato il suo impegno.

L’articolo che apre il n 3/2019 di Adista Notizie mette in luce, fin dal titolo la “distanza siderale fra Chiesa e triumvirato al governo” e lascia intendere che qualcosa si muove, nell’area cattolica più fedele e consapevole, per realizzare una qualche forma di presenza (nuovo partito?) più incisiva e coerente con un’ispirazione cristiana adeguata ai problemi di oggi. Ma il problema di realizzare una presenza cristiana più coerente col Vangelo e più incisiva nella realtà sociale di oggi non è solo italiano: il fascicolo di Adista Documenti  (del 26 gennaio) parla del pensiero e della testimonianza dal Brasile di dom Pedro Casaldaliga.

E il n 39 di Notes et documents, la rivista promossa dall’Istituto Internazionale J.Maritain, concentra la riflessione sui “testimoni di pace” che tuttora illuminano il cammino degli uomini di buona volontà. E il pensiero va ai “grandi” testimoni” della pace come Giovanni Battista Montini, Giorgio La Pira, De Gasperi, Doroty Day … e pensatori come Norberto Bobbio e Giuseppe Capograssi. Il fascicolo di Notes et documents è molto bello e stimolante proprio per il suo orizzonte vasto, su scala mondiale, a testimonianza che su temi essenziali, come quello della pace , occorre avere una visione molto ampia e coraggiosa, aperta e cordiale verso tutti gli uomini e le donne “di buona volontà”.

(a.  bert.)

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