Il mondo del colonialismo tradizionale è forse terminato, ma che cosa ne è seguito? E non solo dal punto di vista geopolitico, ma anche culturale, spirituale, politico… Sono interrogativi assai interessanti e profondi, necessari per capire quale sarà il nostro futuro (e ancor prima: qual è la “logica” della storia che abbiamo vissuto fin qui …). A chi si chiede com’è il mondo di oggi e come potrà essere in futuro interesserà certamente il fascicolo della rivista internazionale di teologia Concilium (n 1/2020), intitolato “Violenze, resistenze e spiritualità”. Il lettore avrà così l’occasione di comprendere come il parlare di teologia e spiritualità non è affatto una fuga dalla realtà, anche la più concreta e complessa, ma è anzi un modo profondo e appassionato di partecipare alla storia concreta degli uomini, degli Stati e delle culture. Una storia che conosce in ogni tempo le violenze, le resistenze e la spiritualità; e dove la presenza di Dio e dello Spirito costituisce la luce e la forza per uomini e popoli (assai più di quanto si possa percepire attraverso lo sguardo spesso superficiale dei media).
L’editoriale del fascicolo di gennaio-febbraio de Il Tetto, firmato da direttore e animatore della rivista Pasquale Colella è dedicato a papa Bergoglio, al quale sono dedicati anche altri articoli interessanti nelle pagine successive, a firma di Filippo Severino, Alessandro Parrella, Mario G. Fabrocile e altri. Colella mette anche in luce che il Papa ha pubblicato un documento che abolisce il tradizionale e diffuso “segreto” circa gli scandali che riguardano le compromissioni di ecclesiastici (in affari di sesso, danaro, potere…). Mario Corbo offre inoltre una personale e bella riflessione sul discorso pontificio del 21 dicembre 2019 in cui papa Francesco spiega, senza troppe nostalgie ma con un rinnovato impegno di fedeltà e di presenza, che “fratelli e sorelle, non siamo nella cristianità, non più…”. Oltre a numerose riflessioni e informazioni di attualità, il fascicolo de Il Tetto presenta anche un ricordo affettuoso della figura di Maria Vingiani, protagonista del risveglio e del dialogo ecumenico in Italia, nonché fondatrice del SAE (Segretariato Attività Ecumeniche). Alessandro Parrella riferisce inoltre sull’interessante Convegno svoltosi a Bologna nell’ottobre 2019 promosso dall’Associazione I Viandanti per rilanciare lo spirito del Concilio e la realtà innovatrice del pontificato di Francesco, così ricco di serenità e di misericordia.
Su Il Foglio n. 469 Enrico Peyretti offre una risposta rispettosa ma critica e ben motivata alla lettura che Giampaolo Pansa, morto recentemente, ha sviluppato in vari momenti e testi sulla storia della Resistenza, cui imputa molti atti di violenza non giustificabile. Certo ci furono momenti difficili e anche errori, ma una ricerca storica accurata, sostiene Peyretti portando vari esempi documentati, dimostra che le forze partigiane, pur in situazioni difficilissime, in molti casi seppero operare con il minimo di violenza ingiusta e spesso addirittura senza fare uso di armi. La Resistenza, va sottolineato, non era solo composta da uomini armati, ma prevalentemente da cittadini che operavano per frenare la violenza fascista e per seminare idee di pace e fraternità, difendendo naturalmente quanti praticavano una ben giustificata disobbedienza civile. Peyretti conclude citando Bobbio: “A volte mi sono pentito di non avere ucciso un tedesco, ma so che se l’avessi fatto me ne pentirei”.
“Più sperato che creduto”. È così il Dio degli italiani che in larghe fasce della popolazione hanno abbandonato la pratica religiosa, ma non la speranza, lo sguardo verso Dio… Lo dice e lo spiega Franco Garelli (sociologo e pensatore) in una bella intervista curata da Roberto Carnero su Jesus di aprile (n 4 / aprile2020) in cui parla della religiosità degli italiani e del loro quasi amore-odio verso la Chiesa. E soggiunge: “Francesco è un Papa imprevisto e imprevedibile … è capace di interpellare la coscienza pubblica, ecclesiale e personale. Ha capito che se la Chiesa si limita a curare le dieci pecorelle raccolte al sicuro nel suo recinto … rischia di non avere un futuro. La Chiesa dopo di lui non potrà più essere la stessa di prima o tornare indietro”.
A. Ber.